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Polizia e razzismo: le telefonate che il presidente Mattarella si è dimenticato di fare

Nelle gravi inchieste per torture e violenze che coinvolgono le forze dell’ordine, le vittime sono quasi sempre cittadini migranti. A loro però il presidente Sergio Mattarella non ha telefonato, dopo aver chiamato il Capo della Polizia per esprimere la sua vicinanza, dicendosi “stupito” per l’allarme contenuto nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa. Ma così il rischio è rafforzare il senso di impunità di chi opera in divisa a tutela della sicurezza di tutti i cittadini.
A cura di Valerio Renzi
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L'ombra su pratiche razziste da parte delle nostre forze dell'ordine ha fatto arrabbiare tantissimo il governo italiano. Il documento è stato stilato dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), che è un organo del Consiglio d’Europa. Vi si legge che la racial profiling è una pratica largamente diffusa. Il rapporto (che si può consultare qui in italiano), sottolinea la necessità di un'indagine indipendente e un'analisi dei dati approfondita per capire l'entità del fenomeno, e dice esplicitamente "che le autorità non sembrano essere consapevoli dell’entità del problema", e peggio "non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale".

È intervenuta la premier Giorgia Meloni, con una dichiarazione durissima: "Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie". Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, ha poi replicato a modo suo: "Sentirsi dire che forze dell'ordine sono razziste ti girano le scatole, siamo sempre con le divise, se a questi signori piacciono i rom e clandestini se li portino a Strasburgo". Siamo alle solite dichiarazioni pescate dal mazzo del repertorio della destra: vittimismo, accuse alle istituzioni europee, portateveli a casa vostra (!!!), difesa di chiunque indossi una divisa a prescindere da qualsiasi considerazione di merito (non staremo qua a ricordare gli insulti e le ingiurie nei confronti di Stefano Cucchi o di Federico Aldrovandi dei nostri politici).

È successa poi una cosa che ha messo in qualche modo la parola fine alla discussione: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il Capo della Polizia Vittorio Pisani, "esprimendogli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa e ribadendo stima e vicinanza alle forze di Polizia". Un'azione che ha chi scrive è sembrata una scelta, non certo un atto dovuto. Chi ha due minuti da perdere può constatare come, nelle 2 pagine su 50 del rapporto in cui si affronta il tema della profilazione razziale e del deficit di conoscenze su pratiche potenzialmente razziste da parte delle Fdo italiane, non ci sia nulla di particolarmente pretestuoso. Insomma ci sarebbe aspettati più prudenza da parte di Mattarella che invece ha contribuito a politicizzare il caso.

Quello che poi viene da chiedersi è quante telefonate non ha fatto invece Sergio Mattarella. Non risulta a chi scrive che il Presidente della Repubblica abbia preso contatto con la famiglia di Hasib Omerovic, cittadino rom di 36 anni che si è lanciato dalla finestra, secondo l'accusa per sfuggire alle torture dei poliziotti. Tre agenti sono ora sotto processo e uno ha patteggiato una pena a 11 mesi. Mattarella non ha telefonato neanche a Idrissa Diallo, un ragazzo di 23 anni che viene fermato da una pattuglia in mezzo alla strada a Modena: sta andando a lavoro, ha scordato i documenti a casa e chiede di poter chiamare un amico per farglieli portare, ma subito la situazione degenera e i poliziotti lo vogliono far salire con la forza in macchina per portarlo in caserma. Sono convinti sia un "clandestino". Un cittadino filma tutto, compresi i pugni sferrati contro un giovane inerme.

Erano sempre cittadini stranieri le vittime predilette dei carabinieri della Stazione Levante di Piacenza, accusati anche di tortura oltre che di un'altra infinità di reati. La ragione è ovvia: cittadini con posizione irregolare o con un permesso di soggiorno temporaneo sono più ricattabili e meno disposte a denunciare. Anche questi cittadini non hanno ricevuto nessuna telefonata. Cinque poliziotti sono poi stati arrestati a Verona, anche in questo caso per aver picchiato e umiliato persone sottoposte a fermo, anche in questo caso quasi sempre stranieri. Anche loro non hanno ricevuto nessun segnale di vicinanza dalle istituzioni, figuriamoci dal Capo dello Stato.

Le parole di Mattarella sono gravi perché rischiano di rafforzare il senso di impunità di poliziotti e militari che, troppo spesso in Italia, finiscono sotto accusa per aver picchiato, umiliato, torturato e abusato del loro potere. E chissà quanti episodi non vengono denunciati, soprattutto da cittadini che vengono presi di mira anche per il coloro della loro pelle e che non denunciano, perché sono meno tutelati di chi è italiano e ha la pelle bianca. Se sei "nero" o "straniero" o puoi sembrare un "clandestino" hai più possibilità di essere fermato, questo è un fatto di cui chiunque vive in una grande città ha esperienza. Dalle inchieste invece sappiamo che sei hai le stesse caratteristiche dopo essere stato fermato hai maggiore possibilità di essere sottoposto a un trattamento degradante, di essere picchiato o torturato. A proposito di tortura: il centrodestra sta lavorando a cancellare la legge proprio per “tutelare” gli agenti.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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