È stato diffuso il “corruption perceptions index 2016”, la classifica annuale di Transparency International che misura il grado di “corruzione percepita” in 176 nazioni. Non è esatto definirla come “classifica della corruzione”, dal momento che le rilevazioni dell’organizzazione evidenziano la “corruzione percepita”, ovvero il modo in cui le persone valutano la trasparenza e la correttezza dell’operato della politica e delle istituzioni, ricostruito da una serie di "dati empirici" e di "fonti autorevoli". È comunque uno degli indicatori principali della corruzione nella sfera pubblica, considerate anche le difficoltà nel portare a termine un'analisi onnicomprensiva del fenomeno della corruzione.
Nella classifica annuale dei Paesi meno esposti alla corruzione in testa si collocano Danimarca e Nuova Zelanda, seguite da Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia, Singapore e Olanda; bene la Germania (decima), gli USA (diciottesimo posto) e anche la Francia (23esima); l’Italia è al sessantesimo posto assieme a Cuba, con 47 punti, in miglioramento rispetto agli ultimi anni.
La situazione complessiva è ben evidenziata dal grafico:
È bene sottolineare come la classifica testimoni il peso che la corruzione riveste per i cittadini, che la considerano “uno dei mali peggiori che infesta il mondo” e contribuisce ad alimentare un forte senso di sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni. Sentimento che si traduce in disillusione e disincanto, ma anche di aperta contestazione nei confronti della politica, della burocrazia e delle istituzioni.
La sensazione di vivere in un Paese in cui la corruzione sia un problema endemico è determinata da una serie di fattori, tutti strettamente legati fra loro: i limiti alla libertà di stampa, l’assenza di trasparenza nella spesa pubblica, la scarsa indipendenza della magistratura, i dubbi sull’integrità dei pubblici ufficiali, l’assenza di organismi di monitoraggio e controllo imparziali.
L'analisi di questi fattori determina anche la posizione in graduatoria del nostro Paese, che malgrado i passi in avanti fatti negli ultimi anni, presenta ancora limiti e lacune da colmare: accesso agli atti della pubblica amministrazione, trasparenza nella gestione della cosa pubblica, accountability e l'annosa questione della "libertà di stampa".