Polemica tra Conte e Regioni: “Lombardia vuole misure più severe? Poteva approvarle autonomamente”
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo aveva già ribadito in conferenza stampa ieri sera, firmando il nuovo Dpcm che limita le misure restrittive contro il coronavirus fino al prossimo 13 aprile. E torna a ripeterlo in un'intervista al Fatto Quotidiano: "Entreremo nella fase 2 solo quando gli esperti ce lo diranno e solo a partire da alcuni settori. Ma non diamo il messaggio che la stretta si allenta, sarebbe un errore". Conte mette quindi un punto alle polemiche nate dopo una circolare del ministero dell'Interno ai prefetti e ribadisce che non è ancora ora di allentare i provvedimenti del governo contro la diffusione del Covid-19: "Per ora non cambia nulla. Penseremo più avanti, se ne ricorreranno le condizioni, a un allentamento per le famiglie, perché questa guerra ha un impatto anche psicologico. A tempo debito potremo pensare ad allentare anche le misure a impatto personale", spiega.
Disposizioni di questo tipo non sono state semplici da adottare nemmeno per il governo, continua il presidente del Consiglio, aggiungendo però che "il decisore politico, quando assume una decisione, deve farlo in scienza e coscienza, mettendo in conto tutti gli interessi": quando ha approvato le severe misure di contrasto al virus, ribadisce Conte, l'esecutivo lo ha fatto mettendo al primo posto la salute delle persone, ma seguendo sempre i valori costituzionali.
Sembra anche riprendere la polemica tra governo centrale e Regioni. Dopo le critiche sulla gestione dell'emergenza ricevute da diverse autorità territoriali, in particolare provenienti dai governatori del Nord che chiedevano maggiore severità nei provvedimenti, Conte ribadisce che il 6 marzo, insieme alla Protezione Civile, si è deciso di istituire la zona rossa su tutto il territorio della Lombardia. Il 7 marzo è arrivato il decreto: "La Regione Lombardia come tutte le altre, non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978", replica Conte, sottolineando che "peraltro la Lombardia, quando ha voluto introdurre misure più restrittive, lo ha fatto", esattamente come altre Regioni (ad esempio Lazio o Campania) che al loro interno hanno disposto di particolari zone rosse.
Conte mette un punto anche alle polemiche con Bruxelles, sostenendo che "il vento in Europa stia cambiando", dal momento che la Commissione sta approvando un piano per cui gli Stati potranno attingere fino a 100 miliardi di finanziamenti destinati a lavoratori e imprese. "Strumento finanziato dall’emissione di bond europei, senza richiedere alcuna condizionalità. E ci verrà consentito l’utilizzo di tutti i fondi strutturali europei: qui il Mes non c’entra nulla", precisa Conte, anticipando che presto arriveranno anche altri strumenti "contro l’emergenza sanitaria e per il sostegno al reddito".