Pnrr, la terza rata in arrivo e le polemiche sui controlli: a che punto è l’Italia
L'Unione europea è sul punto di terminare le sue valutazioni per quanto riguarda la terza rata del Pnrr all'Italia. Che quindi potrebbe arrivare a breve. È quanto scrive il governo nella relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, mentre il dibattito sui ritardi e le difficoltà italiane continua a essere caldo. Nel documento Palazzo Chigi ha ribadito l'impegno "ad assicurare un'incisiva linea di azione per raggiungere, entro il 30 dicembre, i 55 traguardi e obiettivi previsti dal Pnrr", pur ammettendo che sia "una sfida di particolare complessità" e che in questi mesi siano "stati riscontrati numerosi ostacoli". La preoccupazione di Bruxelles è che questi non vengano superati entro le scadenze previste: il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, a Sky Tg24 ha avvertito che "se c'è un rischio per il nostro Paese è quello di non essere sufficientemente capace di rispettare gli obiettivi e i tempi del Piano".
La Commissione Ue però, ha assicurato l'ex presidente del Consiglio, "sta lavorando con il governo italiano per evitare ritardi". E sulle modifiche che il governo insiste per portare a termine: "Dobbiamo lavorare presto e bene e dobbiamo ricevere una proposta di rimodulazione generale del Pnrr italiano il prima possibile. È vero che diversi Paesi non hanno ancora avanzato questa proposta di rimodulazione generale e che non siamo isolati in questo ritardo, ma visto che le rate si susseguono bisogna farlo presto e bene".
Infine, il commissario ha parlato della questione dei controlli, dopo le polemiche tra governo e Corte dei Conti. Gentiloni ha detto che l'Ue non ha intenzione di commentare la decisione di Palazzo Chigi di eliminare il controllo concomitante dei giudici contabili. Da parte sua si è limitato a sottolineare: "Per la Commissione europea accelerare e stare nei tempi è fondamentale, al tempo stesso è fondamentale il controllo sul modo in cui gli investimenti vengono svolti e la spesa si sviluppa I controlli sulla legittimità, sulle frodi, sui rischi di infiltrazione nella spesa pubblica vengono affidati ai singoli Paesi. Questo è stato concordato fin dall'inizio anche con le autorità italiane e questo sarà. Non si può chiedere a Bruxelles di sostituire la magistrature e le autorità di controllo dei diversi Paesi nell'individuare rischi di frodi o uso sbagliato delle risorse".
A livello nazionale, però, sono arrivate le critiche da parte dell'Anticorruzione. "La strada giusta non è eliminare il controllo concomitante – ha detto in un'intervista al Fatto Quotidiano Giuseppe Busia, presidente dell'Anac – È vero che non è previsto dalle regole Ue, ma se distinto dalla vigilanza di responsabilità è utilissimo per capire se si sta sbagliando e quindi correggere la rotta. I controlli sono essenziali, il Pnrr è una missione comune: è stato ottenuto da un governo, scritto da un altro e viene attuato da un altro ancora. Dobbiamo abituarci a piani che superano i cicli politici".