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Pnrr in ritardo, Meloni litiga con la Lega, Pd attacca: “Così rischia di saltare tutto”

Crepe nella maggioranza per i ritardi sul Pnrr. La Lega chiede di rinunciare a parte dei fondi, ma Meloni tira dritto. Orlando (Pd) attacca: “il Pnrr rischia di saltare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Meloni ostenta sicurezza: l'Italia non perderà i fondi del Pnrr. E il governo non ha alcuna intenzione di rinunciare a una parte dei 200 miliardi europei. Giorgia Meloni dal Vinitaly blinda il piano e rintuzza la Lega, la quale, forte anche del risultato elettorale ottenuto in Friuli-Venezia Giulia con la rielezione di Fedriga, si smarca dalla premier e suggerisce di rinunciare a una parte dei fondi a debito, invece di spenderli a caso, perché l'Italia non sarebbe in grado di utilizzare tutti i 209 miliardi.

Per il momento è slittata di un ulteriore mese l'erogazione della terza rata da 19 miliardi di euro da parte dell'Ue: la Commissione europea ha deciso di allungare di un mese il periodo di verifica sugli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che l’Italia dice di aver raggiunto entro il 31 dicembre 2022.

Ma la premier non si dà per vinta, e promette invece una "verifica sulla fattibilità" delle centinaia di progetti previsti per fare una selezione da presentare a Bruxelles, ma fa sapere di "non prendere in considerazione l’ipotesi di perdere le risorse".

Il battibecco a distanza ha coinvolto il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, secondo cui "Bisogna evitare sprechi facendosi prendere dalla fretta. Si potrebbe valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito, che sono soldi che vanno a pesare sulle finanze degli italiani".

Secca la replica di Palazzo Chigi, che lascia trapelare la versione ufficiale: "Rinunciare a parte fondi del Pnrr? L'ipotesi non è sul tavolo", hanno precisato fonti di governo all'Adnkronos. "Le risorse verranno solo rimodulate, ma al momento non c'è alcuna intenzione di rinunciare a parte dei fondi" messi a disposizione dell'Italia dall'Europa con il Next Generation Eu. "Al momento quello che si sta facendo è rimodulare i fondi di spesa", eliminando i progetti che non possono essere portati a termine entro la scadenza del 2026. Insomma l'ipotesi di rinunciare a parte dei fondi è esclusa a priori.

Oggi il capogruppo leghista ha ribadito la sua posizione: "Io ho detto una cosa assolutamente in linea con quello che dicono Meloni e Fitto. È un ragionamento logico. Proviamo a seguire. Allora Fitto dice: entro il 2026 alcuni progetti non riusciamo a finirli, meglio parlarne subito che aspettare. Ok? Come si risolve il problema? Ci sono due vie. O si ricontratta in Europa il PNRR, e quindi si destinano quei fondi ad altro", "oppure se non si riesce piuttosto che spenderli male meglio non spenderli. È un ragionamento assolutamente logico. Se la Meloni dice: riusciremo a spenderli e riusciremo a ricontrattare, evviva. Stappiamo lo spumante", ha spiegato ad Agorà RaiTre.

Orlando (Pd): "Così il Pnrr rischia di saltare"

"Il Pnrr rischia di saltare. Non solo per l'incapacità di questo governo di stare col fiato sul collo della Pubblica amministrazione. Ma per la sua strategia reazionaria e l'istintiva contrarietà alle trasformazioni che finisce per svalutare il lavoro, senza indicare alternative utili al Paese". È il commento di Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro e deputato Pd, secondo il quale il governo avrebbe fatto "meglio ad agire di cacciavite e manutenzione quotidiana, anziché dedicarsi a richiami roboanti all'unita' nazionale", ha detto a La Repubblica.

La premier Meloni ha detto però che sul Pnrr si fa allarmismo: "So solo che siamo in una fase di precostituzione dell'alibi: mettere le mani avanti, scaricando responsabilità sull'esecutivo precedente. La verità mi sembra un'altra. Il governo ha perso mesi dietro a misure spot e regressive, dai voucher alla soglia del contante, e interventi di puro propagandismo, dal decreto rave alla caccia alle Ong. E la macchina pubblica, già non abituata a spendere, ha rallentato avvertendo un governo distratto e comunque poco convinto sugli obiettivi del Pnrr". 

 "L'idea – ha aggiunto Orlando – che le cose arrivassero da sole li ha portati fuori strada". Qualche crepa è emersa nella maggioranza negli ultimi giorni Si affaccia l'idea di rinunciare a parte dei fondi Ue: "Non mi meraviglia. Le Regioni sono in forte difficoltà, in ritardo sugli obiettivi. E tre quarti sono governate dal centrodestra. Ma sarebbe una cosa gravissima. Il fallimento del Pnrr segnerebbe il fallimento di importanti obiettivi di modernizzazione del Paese a partire dalle transizioni gemelle, ecologica e digitale. Unito all'aumento dei tassi di interesse, di cui nessuno al governo parla, si tradurrebbe in un potente freno dell'economia".

Il governo ha sbagliato "nella polemica contro gli obiettivi di transizione ecologica, ad esempio. Non avremmo dovuto chiedere più tempo, ma più strumenti per riqualificare la manodopera e per politiche industriali in grado di aiutare le imprese. L'esecutivo ha preferito invece lanciarsi in polemiche ideologiche, riducendo così il potere negoziale dell'Italia e portando il Paese alla brutta figura sull'automotive".

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