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Pnrr, governo vuole estendere la quota del 30% di assunzioni per giovani e donne anche a tutta la PA

Andrea Orlando ha proposto di assumere sempre una quota fissa di giovani e donne nei bandi dello Stato, nella giornata in cui i ministri hanno riferito sull’attuazione del Pnrr. Ecco di che cosa si è parlato.
A cura di Giacomo Andreoli
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La quota del 30% di assunzioni per giovani e donne prevista nel Pnrr può essere estesa a tutta la Pubblica amministrazione e ai bandi di Stato. Il governo ci sta pensando, almeno secondo quanto riferito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando in Commissione Lavoro alla Camera.

«Dovremo monitorare – ha spiegato l'esponente del Pd- l'impatto del requisito della quota del 30% per le imprese che si aggiudicano i contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr e del Piano complementare. Punto che considero qualificante per tutta la messa a terra del Pnrr e che ritengo possa essere una esperienza importante da estendere a tutti i contratti siglati dalla Pa e tutti i bandi pubblici».

Oggi, d'altronde, è stata la giornata in cui gran parte dell'esecutivo ha riferito sull'avanzamento del Piano che utilizza le risorse europee. Stamattina era stato lo stesso premier Mario Draghi a chiarire la rotta. «Il Pnrr– ha scandito da Genova, dove si trovava in visita- appartiene a tutti gli italiani. Dobbiamo portarlo avanti con unità, fiducia e determinazione. Lo scorso anno abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi. Lo stesso accadrà anche quest'anno. È una questione di serietà: verso i cittadini, e i nostri partner europei. Ed è una questione di affidabilità, perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile è il miglior custode della stabilità». Quindi gli interventi dei ministri Patuanelli, Carfagna, Franceschini, Giovannini sul monitoraggio dei fondi comunitari nei loro ambiti di azione: Agricoltura, Sud, Cultura, Trasporti e Turismo.

Pnrr Agricoltura, "in arrivo 5 miliardi per il rilancio delle filiere"

Nel giorno dello stop parlamentare all'agricoltura biodinamica, il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli ha assicurato che il governo sta rispettando tutti i target predefiniti nel suo ambito. Secondo l'esponente del M5s la dotazione complessiva per il rilancio delle filiere in difficoltà è pari 4,88 miliardi di euro, in dirittura d'arrivo: sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, con una dotazione di 800 milioni di euro; parco agrisolare, con una dotazione di 1,5 miliardi di euro; innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare, con una dotazione di 500 milioni di euro; investimenti nella resilienza dell'agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, con una dotazione di 880 milioni di euro; contratti di filiera e di distretto, con una dotazione di 1,2 miliardi di euro (finanziati con risorse a valere sul Fondo complementare al Pnrr).

La Lega ha chiesto però a Patuanelli di intervenire subito con una serie di decreti attuativi per mettere a terra quei fondi ed altri previsti dal bilancio pubblico. Per i senatori del Carroccio «è necessario impiegare subito altri due miliardi di euro per finanziare il comparto irriguo e permettere all'agricoltura di affrontare in modo adeguato la siccità che, con i cambiamenti climatici in corso, colpisce il nostro Paese».

Lavoro e trasporti

Capitolo lavoro. Quest'anno verranno inserite 300mila persone vulnerabili nel programma di ricollocamento del mondo del lavoro, chiamato Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol). «In primis -ha spiegato Orlando- i percettori di Naspi e Reddito di cittadinanza, ma anche lavoratori in Cigs e con una particolare attenzione alle donne e ai giovani».

Quanto ai trasporti nei prossimi mesi sono previsti tre investimenti: programma innovazione e la qualità dell'abitare, Alta velocità al Sud e lo sviluppo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario Ertms. Lo ha illustrato il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

«Tutti gli interventi sui ponti -ha aggiunto- sono già finanziati e sono nella fase di attuazione, abbiamo verificato con Anas e non pensiamo di procedere con i commissariamenti. Ho chiesto ad Anas di avere un cronoprogramma così i territori possono sapere in anticipo quando ci saranno gli interventi». In tutto la dotazione del ministero prevista nel Pnrr è di 61,4 miliardi di euro, di cui il 70% dedicato al cambiamento climatico e il 55% al Sud, con il 99% delle risorse che è stato già distribuito è aspetta di venir messo a terra con la realizzazione dei bandi.

Pnrr, "monitoraggio in atto per rispettare la clausola del Sud"

La ministra per il Sud Mara Carfagna si è concentrata sulla nota clausola del 40% degli investimenti del Pnrr destinati al Mezzogiorno, dopo le polemiche per la sua presunta mancata applicazione nei primi bandi del Pnrr.

«Sono la prima – ha confermato l'esponente di Forza Italia- ad essere preoccupata che non resti sulla carta. Averla rivendicata e averla ottenuta è stato sicuramente un successo, ma anche un'assunzione di responsabilità. Sino ad ora le amministrazioni hanno rispettato tale obbligo: i casi di cui si è parlato, relativi all'edilizia scolastica e al finanziamento dei progetti di ricerca hanno fatto registrare, nel primo caso, l'assegnazione al Sud del 49% del totale, con punte del 55,29% per gli asili nido e del 40% per le scuole dell'infanzia, e nel caso dei progetti di ricerca la riserva del 40% è assicurata per la quota del bando finanziata con risorse Pnrr, pari a 550 milioni, a cui il ministero ha aggiunto poi altre risorse nazionali».

Secondo la ministra per applicare davvero la quota ci sarà bisogno di un continuo monitoraggio ex-ante, che inizi sin dalla fase di predisposizione dei bandi, degli avvisi e in generale dei provvedimenti di riparto territoriale delle risorse.

Turismo e cultura

Quanto al turismo e in particolare agli aspetti di competitività e sostenibilità, per il ministro Massimo Garavaglia «date le poche risorse a nostra disposizione ci siamo concentrati sul miglioramento della qualità dell'offerta ricettiva. Il grosso dei 2,4 miliardi dedicato al turismo va per questo».

Di questi, ha elencato, «500 milioni vanno per il credito di imposta 80%» e «circa 100 milioni per la digitalizzazione di tour operator e agenzie di viaggi, più un Fondo della Banca europea degli investimenti». Tra le varie misure, «assieme al credito di imposta, cumulabile in parte c'è il contributo a fondo perduto che vale 500 milioni di euro per strutture ricettive ad ampio raggio, non solo alberghi. Abbiamo scelto un ampio spettro: efficientamento energetico, barriere architettoniche, arredi e riqualificazioni».

Tra i fondi che stanno per essere messi a terra, poi, ce n'è uno dedicato in particolare a Roma. «Si tratta del Fondo caput mundi – ha ricordato- che riguarda Roma, città simbolica per la ripartenza e oggi dobbiamo proprio dare l'idea del Paese che riparte. Ci permette di investire mezzo miliardo di euro su Roma e dare nuova veste alla città in vista del Giubileo, creare nuovi percorsi che portino i turisti fuori dai normali attrattori e distribuiscano i flussi su tutto il territorio della città e non solo».

Per il rilancio dell'industria culturale, invece, il ministro Franceschini ha ipotizzato, accanto alle misure del Pnrr, un'Iva ridotta per tutti i settori della cultura, anche se «serve un disegno complessivo di redistribuzione delle aliquote». Stesso taglio delle tasse, secondo l'esponente dem, servirebbe per incentivare il ripopolamento dei borghi italiani. «Io sarei a favore di una abolizione dell'Imu nei piccoli borghi – ha sottolineato Franceschini- niente tasse anche per i negozi, lo stato dovrebbe risarcire non far pagare le tasse a chi tiene aperto il negozio in un piccolo centro».

Entro il 30 giugno 2022, infine, il ministro ha confermato che verranno completati tutti gli obiettivi del suo dicastero per il Pnrr: dall'efficientamento energetico di cinema, teatri e musei al rilancio dei borghi, dall'architettura rurale alla cura di parchi e giardini fino agli spazi per custodire e restaurare le opere d'arte.

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