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Più soldi ai medici per risolvere il problema delle liste d’attesa: la proposta di Schillaci

Secondo il ministro Schillaci per risolvere il problema delle liste d’attesa bisogna incentivare i medici, pagandoli di più: “Spero di avere in manovra 3-4 miliardi in più da destinare prioritariamente agli incentivi per il personale in modo da rendere più attrattivo il Ssn”, ha detto. Inoltre l’obiettivo è superare il tetto di spesa sul personale, per favorire le assunzioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci vuole affrontare uno dei nodi cruciali della Sanità, e cioè il problema delle lunghe liste d'attesa, che non permette a tutti i cittadini di usufruire dei servizi e del diritto alla salute allo stesso modo. Chi infatti ha soldi a sufficienza si rivolge al privato, nel caso abbia la necessità di fare visite o esami urgenti. Ma chi non ha le risorse o i mezzi per ricorrere a cliniche e medici a pagamento deve per forza aspettare, mettendo spesso rischio la propria salute. E il Ssn va ormai avanti sotto organico, perché chi resta a lavorare nel pubblico è costretto a fare turni massacranti, con ritmi che rendono impossibile conciliare la professione con la vita privata.

Secondo il ministro per ridurre le liste d'attesa occorre "incentivare" i medici a lavorare di più nel Servizio sanitario e questo si può fare "pagandoli subito di più come abbiamo già fatto per i medici di pronto soccorso e rendendo strutturali gli straordinari da 80 euro lordi all'ora", 50 euro per gli altri operatori.

Per la sanità "spero di avere in manovra 3-4 miliardi in più da destinare prioritariamente agli incentivi per il personale in modo da rendere più attrattivo il Ssn. Poi appena possibile va superato il tetto di spesa sul personale perché abbiamo bisogno di fare più assunzioni". Schillaci ha illustrato il sui piano in un'intervista al ‘Sole 24 ore'.

"Noi siamo intervenuti mettendo a disposizione delle Regioni più risorse: sia recuperando quelle non spese per le liste d'attesa nel 2022, sia aggiungendo più fondi. I soldi dunque sono stati assicurati – ha spiegato – ma ho chiesto alle Regioni di spenderli bene. Se occorre un ulteriore supporto noi siamo a disposizione, ma credo che serva soprattutto un maggiore sforzo organizzativo. Per questo stiamo lavorando a un cambiamento strutturale e non a interventi tampone che non risolvono situazioni a volte inaccettabili. È indispensabile però che tutti gli attori del Servizio sanitario, compresi i privati convenzionati, mettano a disposizione nelle loro agende regionali le prestazioni e gli interventi che possono svolgere. Questo purtroppo non avviene in alcune Regioni ed è importante che lo facciano tutti e nel minor tempo possibile".

L'idea di Schillaci è quella di estendere il bonus per chi lavora nei pronto soccorso anche agli altri operatori "perché pagarli meglio, incentivandoli anche ad avere un attività straordinaria ben remunerata, sarà lo strumento migliore insieme a un supporto organizzativo per riuscire a tagliare le liste d'attesa". 

Per quanto riguarda il tetto sul personale – che prevede che per le assunzioni non si spenda più di quanto speso nel 2004 a cui sottrarre l'1,4% – è "un tema su cui stiamo lavorando", ha assicurato.

"Questo tetto è il frutto di tanti anni di tagli lineari adottati in passato per contenere una spesa che era fuori controllo. Oggi si è trasformato in un boomerang diventando l'ostacolo principale per aumentare gli organici e avere un turnover del personale. Questo è un governo che sono sicuro durerà a lungo e il superamento del tetto di spesa sul personale è un obiettivo che puntiamo a raggiungere appena possibile e comunque entro la legislatura. Abbiamo bisogno di assumere e possiamo usare altri strumenti per controllare il livello della spesa".

Un altro capitolo cruciale sono le case di comunità previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Si riuscirà ad aprirle entro il 2026? Secondo il ministro l'Italia è in linea con la tabella di marcia del Pnrr: "I lavori per la loro costruzione cominceranno tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo. Le risorse ci sono per costruirle, mentre il vero problema sarà trovare i fondi per il personale che ci dovrà lavorare dentro, risorse che non sono previste dal Pnrr. Ma con l'aiuto di tutti gli stakeholder faremo partire la nuova sanità territoriale che insieme alla sanità digitale sarà la vera rivoluzione del futuro Ssn".

Sulla prospettiva che con la rimodulazione del Pnrr arrivino più fondi alla sanità, Schillaci è possibilista: "Vedremo", ha risposto. "Quello che segnalo è come sia paradossale che un piano nato per rispondere alla crisi della pandemia veda i fondi meno cospicui assegnati alla sanità". Ricorrere se necessario ai fondi della coesione o a quelli dell'edilizia sanitaria "è una possibilità su cui stiamo riflettendo – ha concluso – Ma credo che avere tempi e target stringenti sia un pungolo fondamentale per portare in porto i progetti". 

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