“Più gente va a votare e più si riduce il peso della mafia sulle Elezioni”: l’analisi di Nando Dalla Chiesa
Mancano pochi giorni e poi l'Europa è chiamata al voto. Gli italiani sabato 8 giugno e domenica 9 giugno potranno scegliere il partito e il candidato che vorranno che li rappresenti in Parlamento europeo. Alcuni cittadini alle urne sono chiamati anche a eleggere il sindaco dei loro comuni.
È tempo di scegliere. E come per ogni elezione il rischio dell'infiltrazione della mafia è alto, sia in Italia che in Europa. Ma quali sono i rischi se venisse eletto un candidato vicino alle organizzazioni criminali? A Fanpage.it il Professore Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata all'Università degli Studi di Milano, mette in guardia su cosa può succedere se non si aprono gli occhi su alcuni candidati.
Come si riconosce un candidato "non pulito"?
Ci sono candidati politici le cui frequentazioni sono note. E "certe frequentazioni" alla politica non fanno bene. Quando si osservano grandi campagne elettorali bisogna farsi delle domande. Se io vedessi qualcuno che fa una campagna grandiosa piena di spot, di manifesti e di cene che vengono offerte, la prima domanda che mi farei è: ‘Ma i soldi dove li ha presi?' Sarebbe evidente che il candidato si sia messo al servizio di qualcuno. In tal caso non farebbe politica liberamente e non sarebbe al servizio dei suoi elettori, ma di altri.
Qual è il perfetto candidato che sceglierebbe la mafia?
Lo spiego così. Un magistrato romano aveva chiesto al boss Frank Coppola cosa è la mafia. Lui rispose: "Dottore facciamo conto che ci sia un posto vacante alla guida di una Procura e che concorrano un magistrato onesto e preparato, un magistrato molto legato ai partiti di governo e un magistrato cretino. Vincerà il cretino. Ecco questa è la mafia signor Giudice".
Alla mafia conviene avere un cretino perché non è sospettato, non è discusso, non è in carcere…Ma è sufficientemente cretino per fare le cose che la mafia gli chiederà di fare, senza capire cosa sta facendo. Non è neanche necessario minacciarlo e corromperlo perché non capisce e fa tutto gratis.
Questo vale sia per l'elezioni europee che per quelle comunali?
Nei comuni lo si vede ancora di più. Sicuramente le roccaforti per la mafia sono i comuni minori. Però, per quello che ho potuto vedere la volta scorsa, ci prova anche a livello europeo. Ma qui ancora non c'è riuscita.
Quali sono i rischi se venisse eletto un candidato in Europa vicino alla criminalità organizzata?
Significherebbe dargli la possibilità di orientare i finanziamenti, modificare in modo impercettibile una legge senza che nessuno dall'Italia lo veda. Le leggi che magari riguardano l'uso del territorio, i vincoli per l'utilizzo di risorse finanziarie, lo smaltimento dei rifiuti… Si pensi a come la mafia abbia smaltito i rifiuti della sanità durante l'emergenza Covid: sono state fatte delle norme apposite e sono state fatte passare senza che nessuno se ne rendesse conto. In Europa agiranno nello stesso modo. Anzi, in Europa non c'è la stessa sensibilità che c'è in Italia sul tema della mafia. Quindi qualcuno approfitterà della difficoltà degli altri di capire. In Italia ogni tanto c'è qualcuno con gli occhi aperti, in Europa è meno probabile: non perché sono complici ma perché non conoscono l'operatività delle organizzazioni mafiose.
Perché per gli altri Paesi europei la mafia non è un problema?
Perché vale a livello europeo quello che è valso per la Lombardia per decenni. Ovvero la presunzione di non c'entrare nulla con la mafia, la presunzione di superiorità culturale. Si è pensato per anni che "Milano non è Palermo, non è Reggio Calabria". Ora fortunatamente non è più così. La stessa cosa pensano oggi in Europa: "È un problema italiano, noi cosa c'entriamo?".
E invece la mafia non è solo in Italia. Come si fa quindi a evitare il rischio che venga eletto un candidato vicino alla mafia?
Insisto sul fatto che bisogna andare a votare. In questo modo riusciremmo a impedirlo, riducendo il peso della percentuale che possono mettere sul tavolo i rappresentanti delle organizzazioni mafiose. Più la gente va a votare e meno quei voti pesano. In questo modo si può arginare e limitare il pericolo. Inoltre i cittadini non devono limitarsi a votare i partiti ma devono indicare anche le preferenze.
Gli "altri" infatti vanno lì sapendo che c'è un nome, non interessa alle persone vicine alla criminalità organizzata mettere la croce solo sul partito. Servono le persone, la mafia è brava a piazzare la loro gente. Dobbiamo difenderci da questa strategia. Non hanno i voti per vincere, vincono solo se noi non andiamo a votare. E dobbiamo esprimere le preferenze. È questo il livello su cui si gioca.