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300 persone salvate oggi da Ong: a Ocean Viking assegnato porto di Ortona, a Geo Barents Civitavecchia

Più di 200 persone sono state salvate ohhi dalle navi Ocean Viking e Geo Barents: alla nave di SOS Méditerranée è stato assegnato il lontano porto di Ortona.
A cura di Annalisa Cangemi
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Questo pomeriggio la nave Ocean Viking ha salvato altre 61 persone da una barca di legno in pericolo in acque internazionali al largo della Libia, dopo che era stato trasmesso un mayday da un peschereccio. Le operazioni sono state condotte con il supporto di dell'aereo Colibrì 2 e con l'Ong Pilotes Volontaires. Tra i sopravvissuti ci sono 3 donne e 2 bambini. Lo ha comunicato sui social l'organizzazione umanitaria SOS Méditerranée.

In precedenza sempre la stessa nave da soccorso aveva recuperato in mare 67 migranti, in due diversi soccorsi effettuati ieri sera in zona Sar libica in seguito alle segnalazioni del call center per le persone in difficoltà nel Mediterraneo, Alarm Phone. "Il team di SosMed ha dapprima salvato 33 persone da un'imbarcazione instabile in vetroresina in cui nessuno dei naufraghi aveva un giubbotto di salvataggio – aveva spiegato l'Ong – e poi ha salvato altre 34 persone. I sopravvissuti presentano gravi ustioni e sintomi di intossicazioni".

Il salvataggio della Ocean Viking
Il salvataggio della Ocean Viking

Le autorità italiane, fa sapere la stessa Ong hanno assegnato il lontano porto di Ortona per far sbarcare le 128 donne, uomini e bambini a bordo della Ocean Viking. Dovranno sopportare altri 3 giorni di inutile navigazione per raggiungere finalmente un luogo sicuro. La nave Ocean Viking non è l'unica nave da soccorso in attività in questo momento. Anche la Geo Barents ha effettuato due salvataggi: "Questa mattina la squadra Msf ha tratto in salvo 81 persone da un gommone in pericolo in seguito all'allerta di Alarm phone e con il supporto di Colibri 2 , l'aereo di Pilotes Volontaires. I sopravvissuti, tra cui donne e più di 25 bambini, sono ora assistiti a bordo della Geo Barents", ha comunicato Medici Senza Frontiere.

Nel tardo pomeriggio il team di Medici Senza Frontiere a bordo della Geo Barents ha poi effettuato un secondo soccorso, in coordinamento con le autorità italiane. Sono 81 le persone assistite nella seconda operazione. A bordo della nave ora in totale 162 persone. Alla nave umanitaria è stato assegnato il porto di Civitavecchia

Questa mattina invece la nave Life Support ha completato al porto di Brindisi lo sbarco di 118 persone soccorse in due diverse operazioni nel Mediterraneo. Con questo sbarco, la nave di Emergency, in mare da dicembre 2022, conclude la sua quattordicesima missione nel Mediterraneo centrale dove ha tratto in salvo sinora 1.198 persone.

I naufraghi erano originari di diversi Paesi: Eritrea, Etiopia, Sudan, Bangladesh, Pakistan, Siria, Egitto, Palestina. Le operazioni di salvataggio erano state "molto complesse", come ha spiegato Emanuele Nannini, capomissione della Life Support. "La prima imbarcazione soccorsa, una barca di legno di circa 10 metri che trasportava 77 persone, aveva quasi finito il carburante e aveva iniziato a imbarcare acqua, anche a causa delle difficili condizioni meteo e del sovraccarico", hanno spiegato da Emergency.

"La seconda imbarcazione, in fibra di vetro e molto piccola con a bordo 41 persone, riportava diverse crepe, scricchiolava e imbarcava acqua a ogni onda che la colpiva. I naufraghi svuotavano lo scafo costantemente con dei secchi. Dei 118 naufraghi soccorsi, nessuno indossava giubbotti di salvataggio prima dell'arrivo della Life Support". Secondo la squadra di soccorso, le due imbarcazioni avrebbero potuto capovolgersi in ogni momento. Entrambe le imbarcazioni in difficoltà erano partite da Bengasi in Libia, rispettivamente 4 e 3 giorni prima. "Acqua e cibo a bordo erano pressoché finiti", ha sottolineato il team di Life Support.

"Visto dal ponte della Life Support l'accordo siglato da Italia e Albania sembra ancora più crudele e insensato", ha detto la presidente di Emergency Rossella Miccio.

"Abbiamo già avuto tantissime prove che l'esternalizzazione delle frontiere non porta a nulla, lo abbiamo visto con la Turchia, con la Libia, adesso si prova con la Tunisia, ora quest'ultimo accordo poco chiaro con l'Albania – ha aggiunto Miccio – Noi pensiamo che invece di attaccare continuamente il diritto di asilo, che è un fondamento della cultura italiana ed europea, dovremmo impegnarci ed usare risorse per garantire vie legali sicure, missioni di soccorso europee e soprattutto per garantire un'accoglienza dignitosa alle persone che scappano da guerra e povertà e vengono in Europa".

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