Più alloggi e borse di studio e rifinanziare Fondo affitti per fuorisede: le proposte del M5s
Il M5s ha presentato una mozione contro il caro affitti, a prima firma del deputato Antonio Caso, che contiene alcune proposte per affrontare il problema del caro affitti, e dare finalmente risposte concrete agli studenti che in tante città italiane stanno portando avanti con determinazione la protesta delle tende. La mozione sarà discussa oggi pomeriggio.
Il documento parte da alcuni dati allarmanti diffusi dall'Istat: In Italia soltanto il 20% della popolazione tra i 25 e i 64 anni è in possesso di una laurea, e soltanto il 62,7% è in possesso di un diploma (in Europa, la media è, rispettivamente del 33,4% e del 79,3% – dati Istat 2021). Il report sui livelli di istruzione dell’Istat segnala anche un forte divario territoriale nei livelli di istruzione tra Nord e Sud. Nel Meridione infatti il 38,5% degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e soltanto il 16,2% ha conseguito una laurea; mentre al Centro-Nord circa il 45% è diplomato e oltre il 20% è laureato (nel dettaglio 21,3% al Nord e 24,2% al Centro).
Il nostro Paese ha il tasso di laureati fra i 25 e i 34 anni fra il più basso d’Europa, intorno al 30% nel 2020, contro una media europea del 45%; gli obiettivi della Strategia Europa2020, tra cui l’innalzamento della quota di 30-34enni in possesso di una laurea restano lontani: in Italia, per il secondo anno consecutivo, il dato si è attestato al 27,8%, un gap molto netto rispetto alla media europea (con una percentuale di laureati 30-34enni del 41%) e anche rispetto agli altri grandi Paesi dell’UE (in Francia si arriva al 48,8%, in Spagna al 44,8% e in Germania al 36,3%).
Inoltre, come ha fatto notare la rete Eurydice nel suo report ‘National Student Fee and Support Systems in European Higher Education – 2020/21', che ha analizzato e confrontato i dati di 38 Paesi europei, inclusi i 27 Stati membri dell’UE, la formazione universitaria pubblica in Italia ha dei costi molto elevati – 1.628 euro ogni anno di tasse, con le dovute differenze in base ai corsi di studio e all’ISEE familiare – molto al di sopra della media europea, escludendo dal totale le spese per gli affitti, i pasti e i trasporti. Le borse di studio poi non sono quasi mai una soluzione: solo il 14% circa degli studenti percepisce borse di studio, e l’Italia si riconferma tra i Paesi che erogano meno borse di studio negli ultimi anni (tra il 2018 e il 2021, circa 7mila studenti non hanno beneficiato dei sostegni economici pur risultando idonei).
Fatte queste premesse, nella mozione del M5s si legge che gli affitti "hanno raggiunto oramai costi proibitivi compromettendo l’effettività del diritto allo studio e rendendo di fatto l’accesso all’istruzione universitaria sempre più un privilegio di classe anziché un diritto costituzionalmente garantito, rappresentando di fatto un fondamentale tassello della più generale emergenza abitativa". E ancora: "Il caro affitti comporta infatti conseguenze non trascurabili sulla qualità della vita degli studenti, poiché si traduce in precarietà, rinuncia a determinate opportunità formative o ritardo nell’autonomia dalle famiglie, quelle che ancora possono permettersi di mandare i figli all’Università".
Perché è aumentato il costo degli affitti per gli studenti
Il problema del caro affitti, che era ben noto anche negli anni precedenti, è sensibilmente peggiorato a causa della pandemia, del caro energia, e del rialzo dell’inflazione, ma anche a causa alla richiesta di alloggi di gran lunga superiore alla disponibilità nella maggior parte delle città italiane. Tutto questo, si legge ancora nella mozione sta peggiorando "lo squilibrio tra domanda e offerta al punto che l'accesso ad alloggi a prezzi accessibili è un problema sempre più urgente per gli studenti fuori sede, legato all’aumento dei canoni di locazione e a una crisi abitativa senza precedenti, soprattutto nelle aree a forte vocazione universitaria e turistica". Come si interviene quindi?
Cosa chiede il M5s con la mozione sul caro affitti
Ecco alcune delle principali proposte del M5s: istituire un tavolo interministeriale permanente sulla crisi abitativa, con il coinvolgimento anche delle associazioni studentesche; rifinanziare il Fondo per le spese di locazione per i fuorisede; intevenire per bloccare i rincari degli affitti; incrementare la disponibilità di alloggi e residenze per studenti fuori sede. La mozione, a prima firma del deputato Antonio Caso, impegna il governo
1) ad intervenire urgentemente con provvedimenti che vadano nella direzione di un blocco dei rincari degli affitti, di investimenti negli alloggi, dell’incremento dei fondi a sostegno degli studenti fuori sede;
2) ad intraprendere, con urgenza, azioni per assicurare il conseguimento dei target PNRR e per renderne strutturali i risultati, colmando così definitivamente i divari con gli altri Paesi dell’UE e dunque reperire le necessarie ulteriori risorse per incrementare adeguatamente il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, al fine soddisfare le legittime aspettative degli idonei nonché per scongiurare il rischio della perdita delle risorse previste dal PNRR;
3) al fine di garantire il diritto allo studio in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, ad intervenire affinché siano rivisti i bandi per il diritto allo studio per una maggiore tutela alle studentesse e agli studenti fuori sede, parametrando l’importo tenendo conto altresì della spesa per l’affitto e relative spese accessorie, in relazione ai canoni di locazione mediamente praticati sul mercato nei diversi comuni sede dei corsi di studio;
4) a rivedere e rendere più inclusivi i criteri per la definizione dello status di fuori sede, cui corrispondere un importo maggiore di borsa di studio, anche al fine di superare le attuali diseguaglianze territoriali al riguardo;
5) ad incrementare la disponibilità di alloggi e residenze per studenti fuori sede, anche mediante interventi di recupero e ristrutturazione degli edifici esistenti, all’esito di una complessiva ricognizione del patrimonio immobiliare in disuso o dismesso appartenente a enti e istituzioni pubbliche, al fine di migliorare l’offerta di edilizia universitaria destinata ad esigenze abitative temporanee per ragioni di studio;
6) ad individuare, nel prossimo provvedimento utile, risorse adeguate da destinare ad incrementare la dotazione finanziaria del Fondo affitti degli studenti universitari fuori sede introdotto dal c.d. decreto Rilancio (d.l. 34/2020);
7) ad attuare programmi di rigenerazione urbana, con il coinvolgimento degli Istituti universitari nella co-progettazione degli spazi pubblici e degli edifici, al fine di individuare soluzioni progettuali innovative, realizzare contesti urbani inclusivi e infrastrutture materiali e digitali flessibili in grado di rispondere alle effettive esigenze dei cittadini e degli studenti, in linea con il paradigma della Smart City;
8) a rafforzare strutture, infrastrutture e servizi al Sud e nelle aree interne del Paese, dove i giovani continuano a vedere carenza di servizi e di opportunità professionali, al fine, non solo di favorire la crescita del territorio, ma di elevare la qualità del tessuto sociale, anche per consentire agli studenti di non essere obbligati, ma a scegliere di essere fuori sede;
9) ad adottare misure strutturali di contenimento del canone di locazione di mercato, valutando l'applicazione di indici alternativi all’aggiornamento dell’indice di inflazione FOI;
10) a implementare il campo di indagine dell’Osservatorio nazionale della condizione abitativa (Osca) di cui all'articolo 12 della legge n. 431 del 1998, al fine di consentire alle istituzioni e alle parti sociali di acquisire informazioni e dati statistici dettagliati e aggiornati per sviluppare adeguate strategie volte a favorire la mobilità nel settore della locazione e il reperimento di alloggi da destinare all’emergenza abitativa e agli studenti fuori sede, nonchè il monitoraggio dell’andamento delle locazioni;
11) a istituire un tavolo interministeriale presso il MUR che affronti il tema dell’emergenza abitativa anche per gli studenti fuori sede, composto da rappresentanti del MEF, del MIT, delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, dell’ANCI, del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (C.N.S.U.), del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e Consiglio Rettori Universitari Italiani (CRUI), e con la partecipazione delle principali associazioni studentesche nazionali;
12) ad applicare alle utenze per uso domestico non residente degli immobili affittati dagli studenti fuori sede la medesima struttura delle componenti tariffarie relative alla copertura degli oneri generali di sistema prevista per i clienti dei servizi elettrici per uso domestico residente, nonché a ridurre l’IVA applicata ai contratti, purché lo studente dimostri di essere l’intestatario dell’utenza, di aver stipulato un contratto di affitto della durata di almeno sei mesi, regolarmente registrato, e sia in regola con il percorso di studi;
13) a potenziare la leva fiscale allo scopo di incentivare la disponibilità di immobili o alloggi per studenti e il contenimento delle spese connesse al relativo godimento, e per l’effetto:
a) migliorare l’offerta qualitativa e quantitativa di immobili e alloggi per studenti esentando integralmente dal pagamento dell’IMU dovuta sugli immobili, o a parte di essi, destinati ad alloggio o residenza per studenti;
b) ridurre l’aliquota della cedolare secca applicata ai redditi conseguiti dalla locazione di immobili destinati ad alloggio o residenza per studenti, a partire dai comuni con maggiore densità di studenti e carenza abitativa, e a condizione che il vantaggio fiscale venga trasferito allo studente affittuario in forma di riduzione del canone di locazione o dei costi accessori;
c) esentare dall’imposta di registro e di bollo i contratti di locazione stipulati da studenti;
d) sostenere i costi connessi al godimento di immobili e alloggi per studenti incrementando il limite di spesa massima ammessa a detrazione e la percentuale di detrazione riconosciuta in relazione al pagamento di canoni di locazione o canoni relativi a contratti di ospitalità da parte di studenti fuori sede, estendendo altresì l’ambito applicativo dell’incentivo anche al deposito cauzionale, alle spese condominiali e alle spese comunque connesse al godimento dell’immobile (es. utenze);
e) introdurre un contributo, in forma di detrazione o credito d’imposta, anche attraverso la previsione di rimborso diretto (cash back), ai compensi, comunque denominati, pagati a soggetti di intermediazione immobiliare in dipendenza della stipula di contratti di locazione per studenti;
f) introdurre un contributo, in forma di detrazione o credito d’imposta, anche attraverso la previsione di rimborso diretto (cash back) ove sostenute dallo studente, in relazione alle spese per la ristrutturazione, a partire dalle spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche, o l’acquisto di mobili destinati ad immobili adibiti ad alloggi per studenti.
Udu: "Richieste studenti arrivano in Parlamento"
"Dopo quasi un mese dalla prima tenda piantata davanti al Politecnico di Milano, le richieste avanzate dagli universitari arrivano per la prima volta in Parlamento. Oggi la Camera dei deputati discute la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle sulla crisi abitativa vissuta dagli studenti universitari. Secondo quanto si apprende, la mozione non sarà l'unica e anche altri gruppi presenteranno un proprio testo", hanno commentato gli studenti dell'Unione degli universitari.
L'Unione degli universitari assicura che seguirà con attenzione i lavori parlamentari, spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell'UDU: "La mozione è un atto di indirizzo che rappresenta il primo banco di prova della maggioranza. Ci appelliamo al ministro Salvini e alla ministra Bernini. Se veramente il Governo vuole impegnarsi per risolvere la crisi abitativa, abbia il coraggio di assumersi degli impegni chiari davanti al Parlamento e al Paese".
Il sindacato studentesco ha presentato nei giorni scorsi alle forze politiche un decalogo dettagliato di richieste, ma i partiti di maggioranza non hanno ancora risposto. L'Udu ha poi presentato una denuncia pubblica su come si stanno spendendo le risorse del Pnrr: "Il governo ha infatti scelto di allocare le risorse a favore di soggetti privati, senza vincoli predeterminati a favore del diritto allo studio. Nel breve incontro avuto con la ministra, gli studenti le hanno invece chiesto di favorire la residenzialità pubblica, aiutando in primis gli studenti più bisognosi anziché chi è in grado di pagare centinaia di euro. Ancora nei giorni scorsi la ministra Bernini ha dichiarato che è stato già fatto molto, investendo un miliardo di euro per il diritto allo studio. La cifra è reale, peccato che sia spalmata su tre anni e che risulti insufficiente a rispondere all'emergenza abitativa che le tende piantate in venti città hanno palesato".
"La nostra speranza – ha aggiunto Piredda – è che il Governo si renda conto che serve un intervento energico per affrontare la crisi abitativa, investendo maggiori risorse per favorire l'accesso agli studi. Per questo motivo abbiamo chiesto un piano per gli studentati pubblici da tre miliardi di euro e chiediamo al Parlamento di approvare una mozione chiara sugli obiettivi dei prossimi mesi e anni".