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Piste da sci e crociere: cosa manca ancora per l’accordo sul dpcm di Natale

Il governo si appresta a varare il nuovo dpcm, in vigore dal 4 dicembre, contenente le regole per il Natale. Ma il testo non è ancora chiuso e restano da sciogliere alcuni nodi su cui dibatte la maggioranza. Tra questi c’è il tema degli impianti sciistici, destinati a chiudere durante le feste, ma con dubbi e perplessità, anche per il capitolo sugli alberghi in montagna. Altro tema su cui manca la convergenza è quello del divieto di svolgere le crociere.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il dpcm di dicembre, contenente le regole per il Natale, ancora non è chiuso. La maggioranza non ha trovato la quadra su alcune delle misure contenute nel provvedimento che prevederà cosa gli italiani potranno e non potranno fare durante le prossime festività natalizie. Poche le certezze al momento: sicuramente sarà confermato l’impianto del precedente dpcm, con la suddivisione delle Regioni in zone gialle, arancioni e rosse. Con la speranza che a Natale siano tutte in zona gialla. Conferma anche per il coprifuoco alle 22 (ma esteso fino alle 6) e per il divieto allo spostamento tra Regioni, anche se qui i nodi da sciogliere ancora ci sono e riguardano le eccezioni previste, come quelle per il ritorno alla residenza o le visite ai parenti soli. Altri sono i punti su cui ancora non si è deciso cosa fare, tra questi ci sono quelli riguardanti le crociere (che il governo sembra intenzionato a vietare durante le feste) e gli impianti da sci, che dovrebbero restare chiusi ma su cui ancora si cerca un accordo definitivo, anche in riferimento all’apertura degli alberghi nelle zone di montagna.

Dpcm di Natale, la chiusura degli impianti sciistici

Il governo non ha dubbi e vuole chiudere gli impianti da sci. Si puntava a un accordo europeo, che sembra tramontato. Così l’Italia deciderà per conto suo, come stanno già facendo altri Paesi Ue. Roma dice no alle vacanze in montagna, ma non mancano le rimostranze, a partire da quelle di molte Regioni che puntano molto sul turismo invernale. Anche il centrodestra chiede di riaprire le piste da sci, almeno nelle zone in cui il rischio è minore e il contagio è più sotto controllo.

Il tema delle piste da sci porta con sé un’altra discussione, quella sugli alberghi di montagna. Sul punto il dibattito sembra più aperto: nella maggioranza c’è chi vorrebbe chiuderli, anche se è stato sottolineato come potrebbe essere un problema chiuderli solamente in alcune zone. Altro problema è come distinguere quelli che devono chiudere rispetto ad altri, per esempio quelli a valle, che in teoria potrebbero restare aperti. Motivi per cui si potrebbe anche decidere di lasciare gli hotel aperti, magari non consentendo almeno il 24 dicembre e il 31 dicembre le cene a tavola ma solo il servizio in camera. La decisione finale non è ancora stata presa.

A Natale niente crociere

Dall’incontro di ieri sera tra i capi-delegazione del governo è emersa la volontà di impedire lo svolgimento delle crociere durante le festività natalizie. Il ragionamento è semplice: non si può permettere di svolgere in mare ciò che si proibisce a terra, come feste e veglioni. Anche su questo punto, però, non c’è ancora un parere uniforme in tutta la maggioranza. La decisione sembra quasi certa, ma c’è chi ancora esprime i suoi dubbi, come fatto oggi dal capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone: “Crociere aperte”, chiede a gran voce sostenendo che ci sia anche qualche altro cambiamento da apportare al dpcm. La discussione andrà avanti in queste ore, ma i nodi da sciogliere – riguardanti spostamenti, ristoranti e altro – sono ancora tanti.

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