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Pisapia condanna il saluto romano in aula: “Uno sfregio alla città”

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia parla di “una vergogna”, un gesto “inammissibile e inaccettabile” in riferimento al saluto romano alzatosi ieri in un’aula del Comune. “Ho l’obbligo di rappresentare quanto successo alla magistratura”.
A cura di Susanna Picone
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Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia parla di “una vergogna”, un gesto “inammissibile e inaccettabile” in riferimento al saluto romano alzatosi ieri in un’aula del Comune. “Ho l’obbligo di rappresentare quanto successo alla magistratura”.

Non ha usato mezzi termini il sindaco di Milano Giuliano Pisapia nel voler condannare con fermezza quanto accaduto ieri in un’aula di Palazzo Marino, sede del Comune, durante una seduta della Commissione sul Piano Rom. Un saluto romano si è alzato in aula da parte di Gabriele Leccisi (fondatore del Circolo culturale Domenico Leccisi dedicato a suo padre, l’ex parlamentare Msi che trafugò la salma di Mussolini): un gesto che Pisapia descrive come “una vergogna”, “uno sfregio alla città”, qualcosa di “inammissibile e inaccettabile”. Per questo, ricordando anche la Medaglia d'Oro per la Resistenza conquistata dal capoluogo lombardo, Pisapia è stato netto. Perché è una vergogna “che nella casa dei milanesi si debba vedere ancora il saluto romano”.

“Rappresentare quanto successo alla magistratura” – Pisapia ha parlato di quanto accaduto ieri a margine del ricordo delle vittime del terrorismo: il sindaco – ha detto – “ha l’obbligo giuridico, morale, etico e politico di rappresentare quanto successo alla magistratura”. Il primo cittadino di Milano ha ricordato anche che l’episodio di ieri “avviene dopo la commemorazione di Sergio Ramelli”, un giovane del Fronte della Gioventù ucciso il 29 aprile del 1975, che però “è stata una manifestazione nazifascista che la città non può subire”. In vista del prossimo anno “bisognerà vegliare perché accanto al necessario ricordo di una vittima di una tragedia, non ci sia chi strumentalizzi quell’episodio triste e tragico per inneggiare a fascismo e nazismo”.

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