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Pinotti: “Dimezzeremo gli F35? Falso, rispetteremo gli impegni”

Il ministro della Difesa “chiarisce” la questione F35: “Passare da 90 a 45 aerei? Non lo avrei mai accettato. Possiamo diminuire il carico finanziario, ma rispetteremo gli impegni”.
A cura di Redazione
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Come ricorderete, la scorsa settimana la Camera dei deputati aveva dato il via libera per il dimezzamento del budget destinato all'acquisto degli F35, approvando la mozione del democratico Gian Piero Scanu che impegnava il Governo a "ricercare ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali per massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici" e prevedeva il dimezzamento dell'impegno finanziario per "razionalizzare le risorse" destinate all'acquisto dei cacciabombardieri. Parallelamente era stata approvata anche la mozione di Forza Italia che invitava il Governo, nel programma Joint Strike Fighter, a "rispettare gli impegni assunti in sede internazionale e le prerogative del Parlamento in materia di programmazione e pianificazione dei sistemi d'arma".

Il messaggio passato, derivante da considerazioni immediate e tutto sommato ragionevoli, era stato quello del "dimezzamento" del numero di aerei acquistati, che sarebbero così passati da 90 a 45. Oggi però, nel corso della sua audizione alla Commissione Difesa del Senato, il ministro Pinotti ha chiarito quale sarà l'interpretazione del Governo: "Il dimezzamento così com'è stato interpretato dai media, cioè in termini numerici, ad esempio col passaggio da 90 a 45 velivoli, io non l'avrei accettato perché in contrasto con un atteggiamento di serietà". Insomma, il programma va avanti, ma con "scelte minime" ed entro la fine dell'anno si procederà con un altro lotto (che riguarderà due F35), "altrimenti si bloccherebbe tutto". Del resto, conclude Pinotti, noi "stiamo rallentando il più possibile", nell'ottica di "ridurre della metà l'impatto finanziario che si era preventivato per questo programma […] ma sarebbe un messaggio particolarmente sbagliato quello di un disimpegno in questo momento". "Infatti", chiosa il ministro, "il Parlamento non chiede il disimpegno ma ci dice di andare avanti".

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