Piemonte, la Regione approva la legge sulla parità retributiva tra uomo e donna
In Piemonte arriva la legge per la parità retributiva tra uomo e donna. Il Consiglio regionale del Piemonte ha infatti approvato all’unanimità una proposta di legge, avanzata dall’esponente del Pd Domenico Ravetti, per la parità retributiva e per il sostegno all’occupazione femminile. Fra i punti più importanti del provvedimento, infatti, c’è anche il dimezzamento dell’Irap per tre anni per le imprese con meno di 100 dipendenti che assumono donne. È stato proprio Ravetti a illustrare la legge regionale, ricordando all’inizio del suo intervento la morte sul lavoro di una giovane madre di 22 anni, Luana D’Orazio, ma anche la figura di Teresa Noce, colei che per prima intervenne per una legge sulla parità di condizioni tra uomini e donne sul posto di lavoro.
A spiegare i contenuti e le finalità della proposta di legge è invece stato il relatore di maggioranza, il leghista Andrea Cane, ricordando che l’obiettivo principale è “contribuire a promuovere la parità retributiva tra i sessi e sostenere un'occupazione femminile stabile e di qualità, anche con strumenti concreti per il superamento della differenziazione retributiva basata sul genere e per il sostegno al lavoro delle donne”. Altra relatrice del provvedimento è Francesca Frediani, secondo cui “la vera parità di genere sarà raggiunta quando non ci sarà più bisogno di una legge come questa”. Mentre per Sean Sacco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, questa legge ora è necessaria perché ad oggi chi guadagna di meno “è la lavoratrice”, ovvero le donne che, inoltre, spesso perdono più facilmente il lavoro in un periodo di crisi come quello attuale.
A illustrare i contenuti della proposta è Cane, che sottolinea come l’obiettivo sia favorire le imprese pubbliche e private con meno di 100 dipendenti che abbiano sede legale in Piemonte. Altro requisito è che le aziende in questione siano virtuose sul fronte della tutela della maternità, delle iniziative per conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, dei passaggi di categoria, del riconoscimento della qualifica professionale e della retribuzione, creando un registro per dare visibilità ai comportamenti virtuosi. Il testo prevede anche altre misure, come quelle pensate per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle lavoratrici che sono nel periodo tra il congedo di maternità e il primo triennio dopo il parto. Infine, la Regione prevede il taglio dell’Irap e un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei progetti per bandi regionali alle imprese che decideranno di assumere donne a tempo indeterminato.