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Piddì Molle, altro che Piddì Elle

Il tramonto di Berlusconi, a dispetto di passi indietro e dietrofront, è inesorabile. Tutti lo sanno, ma nel clan Pdl nessuno si prende la briga di dirglielo: per ora, i dimessi candidati alle primarie, vestono mimetico.
A cura di Andrea Parrella
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Che altro deve accadere perché un membro del Pdl alternativo si palesi? Di quali proporzioni deve essere la depressione affinché, in corrispondenza, si assista ad un sussulto di qualche virgulto del centrodestra che si azzardi a deporre educatamente Berlusconi? Le elezioni regionali siciliane chiudono un cerchio la cui congiunzione si aspettava da tempo in maniera definitiva. Il doppio passo che si annulla di Berlusconi, questo tentativo di coagulare l'interesse dell'informazione per via cinetica, cioè facendo qualcosa, qualunque cosa, anche contraddirsi più volte in pochi giorni, viene soppiantato dal disastro di Trinacria, quel tonfo in Sicilia che forse era già stato preventivato (si spiegherebbe così l'oscillazione del il vengo-non vengo dell'ultima settimana).

Ma la risultante più evidente degli ultimi giorni è il ventre molle degli uomini d'ala destra, fermi ad un' imbarazzante reticenza. In particolare latitano quelli che dovrebbero essere i personaggi di punta, quelli più accreditati alle primarie di cui oggi si decideranno le regole: nessuno alza un dito e pure la Santanchè, che trasformando il suo  proverbiale dito medio in una filosofia di vita potrebbe assicurarsi un riscontro elettorale, non va oltre un timido accenno all'azzeramento dei vertici di partito. Tutti stanno al palo, evidentemente tesi in avanti, col dito (non il medio, ma l'indice) alzato come a voler dire qualcosa, esprimere un dissenso, un accenno di disappunto. Ma tutti comunque in attesa del permesso del capo, la maestra che conceda facoltà di parola. "Berlusconi resta il capo, noi facciamo le primarie per capire chi possa esserci se lui dovesse tirarsi indietro […] E' l'unico capace a sintetizzare" diceva ieri la stessa Daniela Santanchè a L'infedele.

Attendiamo un'uscita coraggiosa. Attendiamo stralci di programmi per delle primarie che Alfano annuncia assolutamente libere ed aperte a chiunque voglia partecipare. Attendiamo i programmi che, prevedibilmente, prima della sicurezza di una batosta accertata nel pomeriggio di ieri, non potevano esserci. Attendiamo, insomma, che qualcuno si faccia avanti e faccia proposte che superino campagne elettorali fatte di annunci più che di contenuti. Alfano ha annunciato ieri la sua candidatura, prima l'avevano fatto Daniela Santanchè e l'ex ministro Giancarlo Galan, che ‘stamani è uscito allo scoperto in un'intervista a Repubblica, predicando liberismo e garanzia dei diritti sociali, anche alle coppie omosessuali.

Ma a farla da padrone è la mimesi, sola tattica elettorale che i candidati ufficiali (e non) delle primarie Pdl stiano adottando:  come accade nei clan,  quando il capo è in punto di morte, tanti vogliono prenderne il posto, ma nessuno si prende la briga di dirlo.

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