Pichetto dice che ci sono poche auto elettriche perché costano troppo, ma è il suo governo a non mettere incentivi
Per il ministro dell'Ambiente, se in Italia ci sono poche auto elettriche è perché costano troppo. Ma è il governo che dovrebbe mettere gli incentivi per rendere più accessibili. "Se in Italia non si stanno sviluppando i veicoli elettrici, come in altri Paesi d'Europa, è per una ragione non di tipo tecnologico o di scelta, ma economico", ha detto Gilberto Pichetto Fratin a margine di un'iniziativa a Verona. Per poi precisare: "Se in Italia ci vogliono 5-6 annualità di salario medio per comprare un'auto elettrica e in Germania ce ne vogliono tre, è chiaro che c'è una differenza sostanziale e in questo caso non c'entra proprio nulla la tecnologia".
Ma questa è esattamente l'accusa che viene rivolta al governo Meloni dalle aziende dell'automotive: spetterebbe infatti all'esecutivo garantire fondi e stanziamenti a sostegno dell'acquisto di auto elettriche, sia per renderle accessibili a tutti ma anche per garantire lo sviluppo dell'industria nel Paese, tutelando produzione e posti di lavoro.
Nei giorni di scontro frontale tra il governo Meloni e il gruppo Stellantis – che vedeva al centro la crescente marginalità degli stabilimenti italiani, in particolare quelli di Mirafiori e Pomegliano – l'amministratore delegato Carlo Tavares aveva motivato la decisione di concentrare le attività in altri Paesi, come ad esempio la Francia, proprio per la mancanza di sussidi e incentivi. E in un'intervista con Bloomberg aveva lanciato l'accusa al governo italiano: "Tutto questo è un capro espiatorio per cercare di evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di auto elettriche, si mettono a rischio gli impianti italiani".
Chiaramente si tratta di una questione complessa, che non si può risolvere solamente con degli incentivi. È però vero che le politiche del governo Meloni in materia di transizione ecologica finora – sia a livello nazionale, che con le votazioni a livello europeo – non sono state di accompagnamento, ma più di ostacolo e contrasto.