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Autonomia differenziata delle Regioni

Picconata all’Autonomia differenziata: si dimettono 4 esperti del Comitato per la definizione dei Lep

Incidente di percorso per la riforma sull’Autonomia differenziata: si dimettono quattro esperti del Comitato chiamato a individuare individuare i Livelli essenziali delle prestazioni, che sono la base su cui poggia la riforma.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si sono dimessi quattro esperti dall'organismo tecnico voluto dal ministro leghista Calderoli per individuare i Livelli essenziali delle prestazioni, necessari per attuare l'Autonomia differenziata. Si tratta di Giuliano Amato e Franco Gallo, ex presidenti della Corte Costituzionale, Alessandro Pajno, ex presidente del Consiglio di Stato, e Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica, che hanno annunciato il passo indietro con una lettera inviata al ministro del Carroccio e al presidente del Comitato di esperti sull'Autonomia differenziata, Sabino Cassese.

"Siamo costretti a prendere atto che non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del Comitato" per l'individuazione dei Lep, scrivono nella missiva che Fanpage ha avuto modo di visionare, e che è stata anticipata dal Sole 24 ore.

I Livelli essenziali delle prestazioni riguardano "i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale". Secondo gli esperti "restano irrisolti alcuni problemi di fondo".

"Vogliamo però assicurarvi – aggiungono Amato, Gallo, Bassanini e Pajno – che restiamo pienamente consapevoli dell'importanza che avrebbe per il Paese una completa e corretta attuazione delle disposizioni costituzionali ricordate, a partire dalla completa determinazione dei Lep necessari per assicurare in tutto il territorio nazionale l'esercizio dei diritti civili e sociali superando disuguaglianze consolidate nel tempo ma non per ciò meno inaccettabili e meno incostituzionali. Non faremo mancare dunque il nostro apporto – personale e tramite le ricerche e proposte di Astrid – perché questo obiettivo sia raggiunto".

"Continueremo a sperare che nel corso dei prossimi mesi maturi un ripensamento tale da riportare il percorso di attuazione dell'Autonomia regionale differenziata nei binari definiti dalla Costituzione".

"Finché non sono stati determinati tutti i Lep, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva Autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i Lep medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile", si legge ancora nel documento.

"La contraddizione fra il dettato costituzionale (116, 117 e 119) e il primo periodo del comma 791, da un lato, e le altre disposizioni della legge di bilancio, dall'altro, si potrebbe risolvere modificando queste ultime mediante appositi emendamenti al disegno di legge Calderoli, facendo così correttamente prevalere le norme costituzionali. Ma abbiamo inteso che questa proposta non è condivisa né da te (Roberto Calderoli, ndr), né da Sabino Cassese", scrivono Amato, Gallo, Bassanini e Pajno.

"Non è stata parimenti condivisa – sottolineano – la nostra proposta di consentire al Parlamento, nel corso dell'esame del disegno di legge Calderoli, di definire preventivamente alcuni limiti alla negoziazione delle intese, da intendersi come contenuti non negoziabili, quali per esempio le norme generali sull'istruzione o le grandi infrastrutture nazionali di trasporto (autostrade, ferrovie, grandi porti e aeroporti), le reti di telecomunicazione e le infrastrutture nazionali di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica e del gas". 

La replica di Cassese

"La lettera è indirizzata al ministro Calderoli, parli con lui, io ora non posso intervenire…". Taglia corto con l'AdnKronos, il professor Sabino Cassese, anche se la lettera è indirizzata anche a lui, come si vede dall'intestazione del documento. Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, era stato chiamato a coordinare il lavoro dei 61 esperti lo scorso marzo: "Mi ha incaricato il governo, bisogna rivolgersi al ministro Calderoli".

Le reazioni

"Le dimissioni di Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno, quattro autorevoli componenti del comitato voluto dal Ministro Calderoli per l'individuazione dei Lep, dovrebbero far riflettere il centrodestra su quanto sia dannosa per l'Italia la loro proposta di Autonomia differenziata che lentamente sta naufragando. Cos'altro deve accadere ancora affinché si fermino? Ormai non si contano più le palesi criticità di un progetto che per quel che ci riguarda non fa altro che aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali", ha detto il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.

"Lo sviluppo di tutto il paese passa invece per una forte crescita del Mezzogiorno, che con questo disegno rischia però di essere abbandonato a se stesso. Anche sulla scorta delle obiezioni mosse dai quattro componenti dimissionari, noi continueremo ad opporci, con l'obiettivo di costruire un fronte largo non solo delle forze politiche d'opposizione ma anche con tutti quei mondi della cultura, della scuola, dell'università, del sindacato, dell'impresa, che hanno a cuore la coesione e l'unità nazionale", ha aggiunto.

Critico anche il gruppo di Azione-Italia viva: "Restiamo favorevoli all'Autonomia ma le quattro dimissioni illustri dal Comitato Lep dimostrano ancora una volta che la riforma Calderoli non dà risposte chiare ai Livelli essenziali delle prestazioni, in particolare sulle risorse", ha detto la senatrice del Gruppo Azione-Italia Viva Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari sociali del Senato. "Per i Lep, ma anche per i Lea, Livelli essenziali di assistenza, c'è un enorme problema legato ai fondi. È essenziale che i requisiti minimi, soprattutto in campo sanitario, siano rispettati in tutta Italia e in tutte le regioni, perché possa partire una Autonomia che significa anche responsabilità. E per questo servono risorse. Come sottolinea la lettera dei quattro autorevoli dimissionari, Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno, nel testo del ministro non solo le risorse non ci sono, ma non sono nemmeno definite, e potrebbero arrivare a livelli insostenibili". 

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