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Piccola guida per non farti ingannare da chi vuole un 25 aprile sobrio per “rispetto di papa Francesco”

C’è chi sta usando la morte di un papa per depotenziare il senso di una giornata fondamentale per la nostra democrazia: qualche consiglio per non farsi ingannare.
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C’è evidentemente un po’ di confusione nella discussione sul 25 aprile “sobrio”, sul senso di indire cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco e sul rispetto che si chiede per la scomparsa di un uomo che ha lasciato un segno profondo nella nostra società, che si pratichi, si creda oppure no. Una confusione determinata dalla correlazione tra scelte politiche, dichiarazioni discutibili di esponenti delle istituzioni e il legittimo sentire individuale dei cittadini. Come spesso accade, si è finito con il mettere tutto insieme, in modo ingenuo o strumentale cambia poco.

Soprattutto, si è data la possibilità di usare la morte di un papa per depotenziare il senso di una giornata fondativa per la nostra democrazia e centrale nel modello di società che ogni giorno proviamo a costruire. In un momento in cui abbiamo un enorme bisogno, invece, di rilanciare la lotta all'autoritarismo, al pensiero illiberale e repressivo. E sì, anche al fascismo: non tanto (e non solo) a quello di più di ottanta anni fa nella versione nostalgica e ottusa che ancora vediamo, ma alle sue forme nuove e moderne, contemporanee e persino pop.

Vi metto qualche chiarimento in forma di FAQ, che magari può essere utile:

Esattamente cosa c’entrano i festeggiamenti del 25 aprile con i funerali di Bergoglio? Niente.

Chi scende in piazza, va a un concerto, partecipa a una manifestazione per celebrare la liberazione dal nazifascismo, l’insurrezione generale dei partigiani e la fine della dittatura in Italia, manca di rispetto ai cristiani credenti e praticanti? Neanche per idea.

Ha senso invitare alla “sobrietà”, come ha fatto il ministro Musumeci, o cancellare concerti in virtù della quasi contemporaneità con i funerali del capo della Chiesa romana? No, almeno se non si è in grado di distinguere, contestualizzare e gestire con criterio le singole questioni.

Sono appropriati cinque giorni di lutto nazionale? No e non è un caso che non ci siano esempi recenti di questo tipo.

Ha senso il lutto nazionale per la morte di un papa in uno Stato laico? Per l’Italia ne aveva in passato, c’erano ragioni specifiche (regolate dai Patti lateranensi) e sensibilità diverse. Ora è un fatto più che altro formale, con zero ricadute concrete.

E quindi cinque giorni? Una roba più propagandistica che altro, che cozza pure con le modifiche al cerimoniale volute da Bergoglio.

È legittimo astenersi dal festeggiare la Liberazione per rispetto del Pontefice? Certo, purché non si intenda imporre tale scelta ad altri.

Posso essere triste al punto da non voler pensare ad altro? Fai quello che vuoi, ci mancherebbe.

Posso essere dispiaciuto per la morte del papa e cantare Bella Ciao in piazza con amici e compagni? Come sopra e, probabilmente, avrebbe apprezzato anche Francesco.

Ha ancora senso festeggiare il 25 aprile? Sì.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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