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Piazza Fontana, 52 anni dopo ecco il tweet revisionista del Senato che scagiona i fascisti

Nel 52esimo anniversario della Strage di Piazza Fontana un tweet del Senato – poi rimosso – scagiona la matrice neofascista dell’attentato in cui morirono 17 persone.
A cura di Davide Falcioni
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Alle 16 e 37 del 12 dicembre 1969 una bomba contenente sette chili di tritolo, nascosta in una valigia e depositata in un salone della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana, nel centro di Milano, esplose provocando la morte di 17 persone e il ferimento di altre 88. A quell'ora i locali della banca erano ancora pieni di clienti: 13 di loro persero la vita sul colpo, mentre gli altri quattro successivamente a causa delle gravissime ferite provocate dall'ordigno. I sospetti vennero subito fatti ricadere sugli ambienti anarchici milanesi: il primo ad essere fermato infatti fu – il giorno stesso della strage – l'anarchico Giuseppe Pinelli, morto tre giorni dopo precipitando da una finestra della Questura, dove era stato sottoposto a un estenuante interrogatorio. Il 16 dicembre, invece, le manette scattarono per un altro anarchico, Pietro Valpreda, indicato dal tassista Cornelio Rolandi come l'uomo che quattro giorni prima era sceso dal suo taxi in piazza Fontana, portando con sé una grossa valigia. Né Valpreda né Pinelli ebbero alcun ruolo nella strage che invece, come si scoprì in seguito, fu organizzata dal Movimento Politico Ordine Nuovo, gruppo politico di estrema destra nato proprio nel dicembre di quell'anno con finalità eversive e l'intento di ricostituire il disciolto partito Fascista.

Il tweet del Senato che "scagiona" l'estrema destra

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Ebbene, a 52 anni dalla "madre di tutte le stragi" e da quello che venne definito dagli storici il "primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra", questa mattina il Senato della Repubblica ha voluto commemorare quelle vittime. Come? Pubblicando su Twitter una tesi smentita dalla verità storica e sollevando dubbi sulla matrice neofascista. "La strage di Piazza Fontana. Storia di Depistaggi: così si è nascosta la verità", recitava il tweet, promuovendo poi il "Doc. XXIII n. 64, primo volume, Tomo 4" scritto nell'aprile del 2001 dalla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Terrorismo, un lungo elaborato di 448 pagine scritto – tra gli altri – da Enzo Fragalà ed Alfredo Mantica. Il primo, ucciso nel 2010, è stato militante in gioventù proprio del Centro Studi Ordine Nuovo; il secondo è stato iscritto al Movimento Sociale Italiano, partito di ispirazione neofascista che poi – nel 1995 – confluì in Alleanza Nazionale e nella Fiamma Tricolore.

Palazzo Madama, in un tweet poi rimosso, ha quindi avallato il sospetto che la Strage di Piazza Fontana non fosse stata organizzata da neofascisti, bensì da personaggi dell'area anarchica. A denunciare per primo l'accaduto è stato Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: "Trovo incredibile che il Senato della Repubblica per ricordare l’anniversario della strage utilizzi sulla sua pagina ufficiale Twitter la ricostruzione di alcuni senatori fascisti che rilanciavano la pista anarchica. Un oltraggio alle vittime, ai loro familiari, alla città di Milano. Come ha ricordato anche il Capo dello Stato la matrice di quella strage è nettamente neofascista.  Mi auguro che la senatrice Casellati rettifichi al più presto – conclude il leader di SI – e spieghi perché sia potuto accadere un episodio simile".

La Cassazione: "Strage di Pizza Fontana realizzata da cellula di Ordine Nuovo"

Franco Freda
Franco Freda

La ricostruzione della Commissione Stragi del 2001 – composta anche da Enzo Fragalà ed Alfredo Mantica (entrambi come visto legati all'estrema destra) – era tutta volta a mettere in dubbio la matrice neofascista dell'attentato di Piazza Fontana. Per questo nelle conclusioni si leggeva: "Bisognerebbe compiere un atto di coraggio e scegliere di non giudicare il passato in termini giudiziari, attraverso i processi penali ordinari. Sarebbe opportuno optare per un'ottica di compromesso, che permetta di capire cosa sia successo, senza, pero, innescare azioni di vendetta". Una sentenza della Cassazione tuttavia ha da tempo stabilito che la strage di piazza Fontana fu realizzata proprio dalla cellula eversiva di Ordine Nuovo capitanata da Franco Freda e Giovanni Ventura, ritenuti ispiratori ideologici dell'attentato ma comunque mai condannati, perché precedentemente assolti irrevocabilmente dalla Corte d’assise d’appello di Bari (la stessa che li aveva condannati per altri attentati sui treni). Non è mai stato mai individuato l'esecutore materiale della strage di Piazza Fontana, ovvero l'uomo che pose la valigia con la bomba nella Banca dell'Agricoltura.

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