Piantedosi vuole il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici: piano del Viminale per la sicurezza
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha proposto di introdurre il riconoscimento facciale come misura per la sicurezza, oltre al potenziamento delle forze dell'ordine e delle espulsioni di stranieri. Di videosorveglianza il titolare del Viminale ha parlato in un'intervista al Quotidiano nazionale, annunciando interventi nelle tre grandi città metropolitane, Roma, Milano e Napoli, per evitare che si ripetano episodi come lo stupro avvenuto a Milano avvenuto in stazione Centrale.
Il ministro ha spiegato che intende "continuare ad aumentare la presenza delle forze di polizia nei luoghi ad alta frequentazione: soprattutto le stazioni, ma anche ospedali e aree commerciali".
Nell'intervista ha ricordato di avere "già incontrato i sindaci di tutte le città metropolitane per rafforzare i controlli nelle stazioni e non solo", con "iniziative che hanno già prodotto visibili risultati".
Va tenuto conto, però, che "se si guarda al dato statistico relativo alle condizioni di sicurezza delle nostre città, siamo messi molto meglio della maggior parte delle analoghe realtà europee e nordamericane", ha sottolineato.
Oltre alle azioni di polizia, poi, per Piantedosi "occorre agire per combattere il degrado e la crescente emarginazione sociale, che finiscono per alimentare fenomeni criminali e insicurezza".
Il titolare del Viminale, citando i crimini commessi da stranieri, ha messo in evidenza ancora una volta l'"opportunità di incrementare i rimpatri e le espulsioni, necessariamente potenziando i Cpr", intenzione più volte annunciata dal governo.
"I provvedimenti relativi ai rimpatri e alle espulsioni – ha spiegato – sono strettamente legati alla capienza e alla funzionalità dei Cpr". Piantedosi ha anche commentato lo stupro avvenuto nell'ascensore della stazione di Milano, giudicandolo "un fatto gravissimo e sconvolgente".
Secondo Piantedosi, "la videosorveglianza è uno strumento fondamentale" e "la sua progressiva estensione è obiettivo condiviso con tutti i sindaci". Ma "il diritto alla sicurezza va bilanciato con il diritto alla privacy. C’è un punto di equilibrio che si può e si deve trovare. Proprio in questi giorni abbiamo avviato specifiche interlocuzioni con il Garante per trovare una soluzione condivisa".
Il Pd però ha subito replicato al ministro: "Spiace informare il ministro dell’Interno che il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici oggi NON è consentito nel nostro Paese. Una moratoria lo vieta fino alla fine del 2023. Lotterò perché la moratoria diventi un bando, in attesa che l’Europa dica una parola definitiva", ha scritto su Twitter Filippo Sensi del Pd.