Piantedosi rivendica il risultato sull’immigrazione: 92 rimpatri in più rispetto al 2023
"Dall'inizio dell'anno al 15 maggio sono stati effettuati già 1.779 rimpatri, in aumento rispetto ai 1.687 dello scorso anno", così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha voluto rivendicare i risultati finora raggiunti dal governo Meloni nella gestione dei flussi migratori. Nel concreto, sarebbero 92 rimpatri in più rispetto al 2023. Ma per il ministro si tratta di "un oggettivo segnale positivo", raggiunto nonostante "parte dei Centri di permanenza per i rimpatri esistenti non siano pienamente funzionali a causa dei continui atti vandalici posti in essere dagli stessi stranieri che vi sono trattenuti".
Secondo Piantedosi, "il 70% dei rimpatriati è transitato dai Cpr. Perciò ribadisco che è necessario realizzare nuove strutture sul territorio nazionale, comprese quelle dedicate alle procedure accelerate di frontiera in attuazione del piano straordinario previsto dal decreto 124 del 2023, che è in corso di definizione, e allo stesso tempo ripristinare la piena funzionalità delle strutture già esistenti".
Il titolare del Viminale ha poi voluto sottolineare "l'importanza dei Cpr per il trattenimento dei soggetti pericolosi, la cui libera circolazione sul territorio, nelle more del rimpatrio, rappresenta rischio concreto e attuale per sicurezza delle nostre comunità. Rammento – ha aggiunto – che tra le migliaia di persone rimpatriate nel 2023 sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale, per rischio di radicalizzazione o estremismo e che dall'inizio dell'anno in corso sono state seguite 34 espulsioni per gli stessi motivi".
Arrivi diminuiti del 60%, Piantedosi: "è merito del governo"
"Dall'inizio dell'anno sono giunti sulle nostre coste 18.550 migranti a fronte dei 45.507 dello scorso anno", ha proseguito il capo del Viminale durante il question time al Senato. "Una diminuzione pari a circa il 60%, risultato confermato anche dalle recenti analisi di Frontex", ha aggiunto. Questi dati sarebbero frutto di "precise linee di intervento che il governo sta seguendo per contrastare il vergognoso traffico di migranti e favorire l'immigrazione legale".
Tra le misure del governo Meloni in materia di immigrazione, c'è anche l'accordo siglato con Tirana, che prevede la costruzione nel territorio albanese di strutture in cui ospitare i richiedenti asilo soccorsi nelle acque italiane. Secondo quanto governo italiano, i centri in Albania dovrebbero accogliere 3mila persone al mese, anche se permangono diversi dubbi sul numero dei posti effettivamente disponibili. Le perplessità riguardano anche i tempi di apertura di queste strutture. In una recente intervista Piantedosi ha ribadito che "l'obiettivo del governo è di aprirli al più presto", preferendo non sciogliere la riserva sulle tempistiche.