Piano vaccinale, consegne in ritardo: all’Italia mancano 2 milioni di dosi nel primo trimestre
La buona notizia è che oggi arriverà in Italia un milione di dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer. Una magra consolazione, però, considerando che la campagna vaccinale continua ad andare a rilento, soprattutto per la mancanza di dosi. Le dosi di Pfizer sono comunque fondamentali perché, pur non permettendo di accelerare la campagna, consentono di effettuare tutti i richiami su chi ha ricevuto la prima dose ed è in attesa, dopo 21 giorni, della seconda. Per i richiami, dunque, non ci dovrebbero essere rallentamenti. Al contrario di quanto avviene per la campagna vaccinale, che risente sempre più dei ritardi di consegne di AstraZeneca. Così è probabile che alla fine del primo trimestre, quindi la fine di marzo, all’Italia mancheranno tra le 1,7 e le 2,3 milioni di dosi rispetto al piano vaccinale e alle consegne previste dai contratti stipulati dall'Ue con le aziende farmaceutiche. Secondo il piano le dosi che l’Italia avrebbe dovuto ricevere entro il primo trimestre erano 15,69 milioni. Le previsioni della struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo, però, sono al ribasso: entro fine marzo ci saranno oltre 14 milioni di vaccini, fa sapere. Molto meno del previsto. E in realtà i numeri potrebbero essere anche più bassi.
Cosa prevede il piano vaccinale e quante dosi sono state consegnate
Secondo il piano vaccinale, aggiornato a inizio marzo, l’Italia avrebbe dovuto ricevere entro la fine del primo trimestre 15,69 milioni di dosi. Da Pfizer/BioNTech dovevano arrivarne 7,35 milioni più le 460mila di dicembre. A queste si somma una parte delle 6,64 milioni di dosi aggiuntive previste tra il primo e il secondo trimestre. Moderna aveva pattuito la consegna di 1,33 milioni di dosi, AstraZeneca ben 5,35 milioni. Finora in Italia sono state somministrate 8 milioni di dosi, su un totale di 9,57 ricevute. Quelle consegnate al momento sono: 6,61 di Pfizer, 493mila di Moderna e 2,47 milioni di AstraZeneca.
Con il milione di dosi in arrivo oggi Pfizer supera già i 7,35 milioni previsti per il primo trimestre. Quindi non solo ha rispettato i patti, ma ha anche aggiunto alle consegne una parte delle dosi aggiuntive. Moderna è più indietro: al momento mancano 800mila dosi, anche se le consegne sono previste in questi giorni. Molto peggio va con AstraZeneca: finora sono state consegnate 2,47 milioni di dosi contro le 5,35 previste entro fine mese. Ne mancano quasi 3 milioni e al momento è previsto l’arrivo solo di 279mila dosi in settimana. La prossima settimana, poi, dovrebbero arrivare ancora 1 milione di dosi di Pfizer, 500mila di Moderna e 300mila di AstraZeneca.
Nel primo trimestre mancano 2 milioni di dosi
Facendo due calcoli, Pfizer dovrebbe arrivare a un totale di circa 9 milioni di dosi consegnate tra dicembre e il primo trimestre. Moderna, se dovessero davvero arrivare tutte le dosi previste in questi pochi giorni, raggiungerebbe la quota prevista: 1,33 milioni. Il problema resta AstraZeneca: nelle migliori delle ipotesi, secondo quanto emerso al momento, le dosi consegnate sarebbero 3,04 milioni, contro le 5,35 previste. Se tutte queste dosi previste per la prossima settimana dovessero arrivare, quindi, a fine marzo l’Italia avrebbe 13,37 milioni di dosi. Contro le 15,69 previste: quasi due milioni e mezzo in meno.
Vaccino, somministrazioni AstraZeneca al rilento
La campagna vaccinale però continua ad andare a rilento, soprattutto in alcune Regioni. Al momento è stato somministrato l’84% delle dosi consegnate, con grosse differenze. Per esempio per Pfizer, destinato soprattutto agli over 80, le scorte sono quasi finite: nei freezer c’è solo il 4% delle dosi, meno di 300mila su 6,6 milioni consegnate. Va anche considerato che fino a poche settimane fa le Regioni dovevano mettere da parte una scorta del 30% per garantire i richiami. Di Moderna è stato utilizzato il 73% delle dosi: quelle ferme sono 130mila, utili per garantire il richiamo. Su AstraZeneca, invece, i dati sono peggiori: è stato utilizzato solo il 54% delle dosi e in questo caso non vengono neanche conservate per le scorte, considerando il richiamo molto lontano nel tempo. Ha sicuramente inciso la sospensione di quattro giorni, ma al momento sono ferme 1,1 milioni di dosi.