Piano scuola, lezioni a settembre potrebbero svolgersi in spazi alternativi, come musei e palestre
È caos dopo la presentazione a Regioni e sindacati del Piano Scuola da parte della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Le Linee guida sulla ripresa a settembre della scuola dovranno avere il via libera domani in Conferenza Stato-Regioni. Oggi invece la ministra incontrerà i sindacati in una riunione convocata per le ore 15. "Non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare ulteriori risorse e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale", dicono i presidi di Anp guidati da Antonello Giannelli. "Scarica la patata bollente sui dirigenti scolastici, senza nuove risorse e attribuzioni", ha detto Giannelli in un'intervista a ‘La Repubblica'. In pratica, fanno notare i presidi, in nome dell'autonomia, vengono delegate alle singole scuole le decisioni su come ripartire con la didattica in presenza.
Anche Forza Italia prende le difese dei presidi: "Il Piano Scuola della ministra Azzolina è impresentabile, e giustamente i presidi lo hanno respinto perché delega tutte le responsabilità alla loro autonomia senza fornire linee guida efficaci e, soprattutto, senza le risorse necessarie", ha detto in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. "La scuola per il governo resta insomma la Cenerentola del Coronavirus: non si è proceduto per tempo a ristrutturare gli edifici, addossando in extremis il compito ai sindaci-commissari, e la riapertura di settembre sarà all'insegna dell"io speriamo che me la cavo'. Come pensa la ministra che gli insegnanti si possano sdoppiare per far fronte ai doppi turni? Serviranno altre assunzioni, e invece il miliardo per il personale è destinato quasi interamente ad assistenti e bidelli. Così sarà impossibile garantire un'adeguata attività educativa in presenza, ma il governo evidentemente conosce una sola parola d'ordine: arrangiatevi!".
Dure critiche al piano anche da Fratelli d'Italia: "Le modalità per garantire la riapertura delle scuole sono state delegate ai dirigenti scolastici utilizzando come pretesto l'autonomia scolastica. Di fatto i dirigenti sono stati abbandonati a loro stessi. Il tutto senza aggiungere le risorse necessarie per garantire adeguati spazi con il rischio reale che almeno il 40% delle scuole non potrà rispettare queste indicazioni", hanno affermato i deputati di Fratelli d'Italia Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, rispettivamente vicepresidente commissione Cultura della camera e responsabile FdI istruzione e scuola. "Inoltre ci vorrebbero risorse per aumentare l'organico del personale docente e ATA in quanto risulta insufficiente rispetto alla gestione dell'aumento delle classi, degli orari essendo previsti i turni, e della sopravvenuta necessita' di controllo, vigilanza e sanificazione. Non si comprende poi la finalità didattica di modificare orari e gruppi classe. FdI considera queste linee guida generiche, tardive e confuse; le vere necessità sarebbero la riduzione del numero degli alunni per classe, per evitare le classi pollaio, l'aumento dell'organico e gli investimenti nell'edilizia scolastica".
Cosa dicono le nuove linee guida
Secondo la bozza del Piano scuola 2020-2021 gli studenti di tutta Italia rientreranno in classe in modo omogeneo, nel rispetto delle norme anti-contagio indicate dagli esperti. Sono previsti anche tavoli regionali, insediati presso gli Uffici scolastici regionali, e formati da uffici scolastici, enti locali e sindacati, con lo scopo organizzare l'avvio del nuovo anno scolastico. Secondo le indicazioni del ministero le classi saranno suddivise in più gruppi, presupponendo quindi una frequentazione in presenza alternata, in modo da limitare al massimo il numero di ragazzi all'interno della stessa aula. Prevista anche la possibilità di accorpare alunni provenienti da diverse classi e dunque anche di diverse età. Per permettere una organizzazione spalmata su più turni si andrà a scuola anche il sabato.
La didattica a distanza verrà mantenuta, ma sarà marginale e solo per le scuole secondarie di secondo grado: solo per queste si parla infatti di ‘attività didattica in presenza e digitale integrata'. I ragazzi delle superiori potrebbero inoltre fare lezione nel pomeriggio.
Per quanto riguarda la mensa poi le scuole potranno valutare l'opportunità di prevedere due o più turni per evitare l'affollamento dei locali e qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula. Nel testo non si fa alcun riferimento a barriere in plexiglass o a divisori tra gli alunni.
Un capitolo è dedicato poi ai bambini della scuola dell'infanzia, che dovranno svolgere le attività didattiche privilegiando l'uso degli spazi aperti. I gruppi saranno stabili: i bambini frequenteranno la scuola sempre con gli stessi insegnanti e collaboratori; vi sarà la disponibilità per ogni gruppo di uno spazio interno ben definito; la colazione e la merenda dovranno essere consumati nello stesso spazio occupato da quel gruppo di bambini per il gioco; anche i giochi andranno utilizzati da ogni gruppo specifico e poi sanificati prima dell'arrivo del nuovo gruppo. Infine l'orario di ingresso dei bambini potrà essere esteso e così pure l'orario di uscita.
L'uso delle mascherine non è previsto per i bambini che hanno meno di 6 anni. Mentre per quanto riguarda i dispositivi di protezione degli adulti, questi non devono impedire la possibilità di essere riconosciuti.
Spazi alternativi alle aule scolastiche
Ma si pensa anche a spazi alternativi alle aule scolastiche, come le palestre o l'aula magna degli edifici. Ma l'edilizia scolastica presenta non poche falle: il Sole 24 Ore parla criticità elevate, riscontrate soprattutto elle scuole superiori dei grandi centri (20-25% di queste strutture). Per questo si pensa di sfruttare anche le risorse del territorio, per trovare nuovi spazi per le lezioni ed evitare il fenomeno delle classi pollaio. Gli enti locali e le associazioni di volontariato che già lavorano con gli studenti potranno pertanto mettere a disposizione spazi per la scuola e seguire i ragazzi; le scuole potranno prevedere nuovi spazi dove per svolgere le lezioni in sicurezza, come parchi, teatri, cinema, musei o altri spazi esterni agli edifici per attività didattiche alternative.