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Piano pandemico, Sileri ancora contro i tecnici del ministero: avrebbe voluto cacciarli tutti

Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, torna ad attaccare i tecnici che hanno affiancato il governo nella gestione della pandemia di coronavirus, parlando del piano pandemico e del documento sul sito dell’Oms, poi rimosso, in cui si elencavano gli errori dell’Italia di fronte all’emergenza sanitaria. E attaccando i tecnici: “Il problema sono i mini-ministri. C’è gente che preferisce andare a mangiarsi la carbonara invece di leggersi i piani pandemici e spiegare. Fosse per me li avrei cacciati”.
A cura di Annalisa Girardi
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Per Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, "il problema sono i mini-ministri". Così chiama i tecnici che stanno supportando il governo nella gestione della pandemia di coronavirus. Il vice di Roberto Speranza torna a parlare del piano pandemico, il documento che descrive la risposta del Paese nella prima fase della pandemia di Covid-19 e che è stato eliminato dal sito dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità. Documento all'interno del quale si evidenziava che l'Italia non aggiornava il proprio piano pandemico dal 2006 e che appena tra anni fa questo fosse stato confermato senza alcuna modifica proprio da Ranieri Guerra, membro del Comitato tecnico scientifico."C’è gente che non risponde ai cronisti, che preferisce andare a mangiarsi la carbonara invece di leggersi i piani pandemici e spiegare", accusa ora Sileri.

Le accuse di Sileri ai tecnici

Specificando di riferirsi ai tre responsabili della Prevenzione: "Giuseppe Ruocco, Ranieri Guerra e Claudio Damario. L’unico che è rimasto nel ministero è Ruocco e per questo chiedo che si dimetta e che chieda scusa". Guerra ha sottolineato che il piano del 2006 era riferito alle pandemie influenzali e quindi non era necessario aggiornalo: soprattutto, ha aggiunto, era impossibile farlo in preparazione a un virus che ancora non conoscevamo. "Guerra è anche bravo, ma non prendiamoci in giro, non giochiamo con le parole. Quel piano è del 2006 e andava aggiornato. Non doveva restare lettera morta in un cassetto. Andava comunicato, servivano esercitazioni, controlli, monitoraggi, individuare una catena di comando. Nulla, in 14 anni", ribatte Sileri. E sulle responsabilità che ha e aveva anche lui stesso, in quanto viceministro Sileri taglia corto: "Il politico dà l‘indirizzo, ma il motore sono i tecnici. A me pare ci sia un andazzo per cui si dice: voi passate, ma noi restiamo". E sulla facoltà dei politici di allontanare i tecnici che non lavorano bene aggiunge: "Fosse per me li avrei già cacciati. Ma si trova sempre una scusa".

Cosa afferma il documento sparito dal sito dell'Oms

Ma cosa contiene il documento sparito dal sito dell'Oms? Si tratta di un report lungo, circa un centinaio di pagine, in cui vengono elencati gli errori commessi dall'Italia nella prima fase della pandemia. "L'Italia non era totalmente impreparata per un'epidemia quando dalla Cina iniziarono ad arrivare i primi bollettini. Nel 2006 dopo l'epidemia di Sars il ministro italiano della Salute e le Regioni hanno approvato un piano nazionale di preparazione e risposta all'influenza, riconfermato nel 2017, con delle linee guida per i piani regionali. Più recentemente,  il virus del 2009 e l'Ebola nel 2014 hanno sottolineato i rischi che fenomeni di questo tipo possono portare", si legge nel documento. Tuttavia, si prosegue, "la pianificazione è rimasta più teorica che pratica, con pochi investimenti o la traduzione delle intenzioni in misure concrete". Un'impreparazione le cui conseguenze erano inevitabili.

"Impreparati per un tale flusso di pazienti malati, la reazione iniziale negli ospedali è stata improvvisata, caotica e creativa. Ci è voluto del tempo prima che fossero disponibili delle linee guida ufficiali. Il compito nell'immediato è stato quello di porre sotto controllo il flusso di pazienti che entrava negli ospedali, consapevoli che si trattasse di persone pericolosamente contagiose", si legge ancora.

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