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Covid 19

Piano pandemico 2021-2023, i medici dovranno valutare “caso per caso” per decidere chi curare

Domani la bozza aggiornata del Piano pandemico 2020-2023 sarà discussa dalla Conferenza delle Regioni. Ci sono alcune novità, che riguardano per esempio le indicazioni per la cura dei pazienti, in caso scarseggino le risorse: il medico si legge, “agendo in scienza e coscienza, valuta caso per caso” e “gli interventi si basano sulle evidenze scientifiche e sono proporzionati alle condizioni cliniche”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il testo della nuova bozza del Piano pandemico 2021-2023 arriverà domani alla Conferenza delle Regioni. Nella nuova bozza, aggiornata al 18 gennaio ed elaborata anche sulla base delle conoscenze accumulate quest'anno, viene evidenziato che le misure del distanziamento fisico potrebbero portare un beneficio anche per il contrasto alla diffusione dell'influenza stagionale. 

"Come suggerisce l'esperienza australiana, le misure di distanziamento fisico sono state in grado di minimizzare l'impatto dell'influenza stagionale e potrebbero quindi mitigare, almeno in parte, il decorso di una pandemia influenzale". Si è visto inoltre, si legge nella bozza, "che le mascherine chirurgiche o quelle di comunità, quando usate correttamente da tutti, insieme alle altre misure di prevenzione esplicano un sostanziale effetto di popolazione nel ridurre la trasmissione dell'infezione".

Sempre l'esperienza del 2020, si evidenzia nella Bozza del Piano, "ha dimostrato che si può e si deve essere in grado di mobilitare il sistema per aumentare nel giro di poco tempo sia la produzione di mascherine e dispositivi di protezione individuale a livello nazionale che i posti letto in terapia intensiva, anche per far sì che non si verifichino disservizi nella assistenza e nella cura delle persone affette da malattie ordinarie (diverse dal COVID-19) quanto comuni". Il riferimento è a quanto accaduto nei primi mesi della pandemia, quando anche negli ospedali e persino nei reparti Covid, i medici impegnati in prima linea erano spesso sprovvisti anche delle mascherine chirurgiche.

Infine, per non farsi trovare impreparati, e ciò vale per la strategia di contrasto di tutti gli eventi pandemici, anche quelli dovuti ad una malattia respiratoria non conosciuta, si legge, "occorre una formazione continua finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo, in ambito ospedaliero e comunitario, un continuo monitoraggio esplicato dal livello centrale sulle attività di competenza dei servizi sanitari regionali (redazione, aggiornamenti e implementazione dei piani pandemici influenzali regionali) nonché in generale un rafforzamento della preparedness nel settore della prevenzione e controllo delle infezioni".

Le cure vanno valutate caso per caso

Cambia, in senso meno restrittivo, il passaggio relativo alla cura dei pazienti in caso di scarsità di risorse. Il medico, si legge, "agendo in scienza e coscienza, valuta caso per caso" e "gli interventi si basano sulle evidenze scientifiche e sono proporzionati alle condizioni cliniche". Nella prima bozza, dell'11 gennaio, l'indicazione era di trattare prima i pazienti "con maggiori probabilità di trarne beneficio", quindi non gli anziani o i soggetti con patologie pregresse.

In un "contesto di risorse scarse in sanità quale quello che grava sui sistemi sanitari di tutto il mondo, pur con accentuazioni diverse nei diversi Paesi, considerata la particolare scarsità creata dall'impatto sul SSN della pandemia attuale, severa e inattesa – si legge ancora – medici e operatori sanitari potrebbero trovarsi a dover prendere decisioni cliniche eticamente impegnative".

Per approfondire questo tema, il documento rimanda al Parere del Comitato Nazionale per la Bioetica "Covid19: La decisione clinica in condizioni di carenza di risorse e il criterio del triage". Il medico (o l'operatore sanitario), si evidenzia, "agendo in scienza e coscienza, valuta caso per caso il bisogno clinico dei pazienti secondo i criteri clinici di urgenza, gravosità e efficacia terapeutica, nel rispetto degli standard dell'etica e della deontologia professionale; gli interventi si basano sulle evidenze scientifiche e sono proporzionati alle condizioni cliniche dei pazienti, dei quali è tutelata la dignità e riconosciuta l'autonomia".

I vaccini sono le misure "più efficaci"

I vaccini, si specifica nella bozza, sono le "misure preventive più efficaci, con un rapporto rischi/benefici particolarmente positivo, ed hanno un valore non solo sanitario, ma anche etico intrinseco di particolare rilevanza. La loro distribuzione deve rispondere a criteri trasparenti, motivati e ragionevoli, e deve rispettare i principi etici e costituzionali di uguaglianza ed equità, bilanciando i rischi diretti e indiretti con specifica attenzione a evitare un impatto negativo per chi è più vulnerabile sul Piano bio-psico-sociale".

I "benefici e gli eventuali limiti della vaccinazione – si sottolinea nella bozza – devono essere spiegati con chiarezza ai cittadini, anche sottolineando che i vaccini non sostituiscono la prevenzione mediante altre misure atte a garantire nelle pandemie il contenimento della diffusione e protezione dal virus".

"Eticamente rilevanti sono infine gli specifici doveri etico-deontologici e giuridici del medico nel corso di una pandemia".

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