Care ragazze, cari ragazzi, guardate Valentino Rossi.
Più precisamente: guardate gli ultimi anni di Valentino Rossi. Guardatelo da quando ha smesso di vincere.
Domenica Valentino Rossi ha fatto l’ultimo giro in sella alla sua moto nella pista di Misano.
Domenica il dottore ha chiuso in decima posizione, dopo essere scivolato anche in ventesima, ma chi se ne frega. Valentino sapeva che sarebbe potuto accadere, ma negli ultimi anni ha continuato comunque a correre.
E se pensate lo abbia fatto per soldi, sono convinto vi sbagliate. I soldi Valentino Rossi li ha sempre avuti, e avrebbe potuto continuare a farli in mille modi diversi: pubblicità, presenza a eventi, giri in moto per esibizioni, inaugurazioni, stage, probabilmente avrebbe fatto più soldi smettendo, e secondo alcuni “preservando il brand da vincente”. Invece ha iniziato a retrocedere, e a smettere di vincere.
Per questo io vi dico: guardate Valentino Rossi, e per questo ammiratelo. Ha fatto quello che lo divertiva fare: correre, anche con aspettative diverse dalla vittoria. E bisogna essere dei campioni veri per continuare a vincere nella vita anche quando la pista segna un tempo diverso da quello che hai nella tua testa. Bisogna essere dei campioni, per smettere di vincere continuando a divertirsi.
Valentino Rossi quest’anno smetterà di andare in moto, avrà 43 anni, avrebbe potuto ritirarsi qualche anno fa, e secondo alcuni avrebbe dovuto; ma secondo lui no, e perciò ha continuato a mettersi il casco e a girare l'acceleratore. E ha fatto bene, perché di fronte a qualsiasi decisione che ci riguardi personalmente, siamo solo noi a dover decidere.
Valentino Rossi si divertiva, stava bene lui, e allora ha continuato. Semplice, no?
Valentino Rossi è stato fra i più forti piloti del motociclismo di sempre, e non è un modo di dire. Ha vinto nove titoli mondiali, cinque dei quali consecutivamente, ed è l’unico pilota nella storia del motomondiale ad avere vinto il titolo in quattro classi differenti.
A un certo punto ricordo pensò di passare in Formula Uno, fece delle prove, poi disse no. Le auto gli piacciono ma la moto lo divertiva di più, gli veniva più facile correre su due ruote invece che su quattro. Perché Valentino Rossi è nato per le moto, come Khabib per la lotta a terra, o Phelps per il nuoto.
Valentino Rossi ha avuto tanti soprannomi: Rossifumi, Valentinik e il Dottore. Ma il miglior nome è quello che ha indossato domenica: semplicemente Valentino.
Valentino Rossi ha lottato contro i giganti di due generazioni, e ha vinto.
Ma il Valentino Rossi più bello è stato quello di domenica, un gigante in versione umana, fragile, mai sconfitto perché chi si diverte non perde mai.
“Pensa se non ci avessi provato”, ha detto una volta.
E “pensa se non ti fossi divertito”, potremmo dirgli noi.
Valentino Rossi è stato un corridore libero, e ha corso fino a quando ha deciso lui, non gli altri. E proprio questo per me è l’insegnamento più grande che può darci.
Care ragazze, cari ragazzi, siate liberi, mai proni, ascoltate tutti ma poi della vostra vita siate voi gli unici a decidere, perché la vita è vostra, non delle voci dietro.