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Perché un odg di Fratelli d’Italia alla delega fiscale può diventare un favore agli evasori

Un odg alla delega fiscale, presentato dai parlamentari di Fdi, punta a impegnare il governo a eliminare i tre gradi di giudizio della giustizia tributaria, bloccando i contenziosi con il Fisco al primo grado, se la sentenza è favorevole al contribuente.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Stiamo approvando nelle prossime due settimane la riforma generale del fisco, attesa da decenni. Siamo intervenuti varie volte ma mai in modo organico con l'obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del sistema". Lo ha annunciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai microfoni di Rtl 102.5.

"Da una parte vogliamo abbassare le tasse" e dall'altra parte "vogliamo costruire un rapporto diverso tra Stato e cittadini, di fiducia reciproca, tra fisco e contribuenti. Saremo molto rigidi in tema di lotta all'evasione fiscale, lavorando sulla fiducia", ha sottolineato Meloni, rispondendo così a chi accusa il governo di voler fare un regalo agli evasori.

Con un ordine del giorno alla delega fiscale all'esame della commissione Finanze del Senato (l'odg comunque non ha l'efficacia di un emendamento, che quando viene accolto modifica il provvedimento) firmato da sei senatori di Fratelli d'Italia, Marco Lisei, Fausto Orsomarso, Guido Castelli, Gianpietro Maffoni, Filippo Melchiorre e Francesca Tubetti, il partito di Meloni chiede al governio di "valutare modifiche all'attuale normativa che impediscano, come avviene per il procedimento penale, in caso di sconfitta dell'Ente di non ricorrere ai gradi successivi di giudizio o consentire tali ipotesi a limitati casi eccezionali". Si chiede in sostanza di stoppare il contenzioso al primo grado, se a vincere è il contribuente. In questo modo l'Agenzia delle Entrate non potrebbe ricorrere in appello e arrivare in Cassazione.

Come scrive la Repubblica però si tratta di eliminare due gradi di giudizio fondamentali per il recupero, secondo quanto emerso dall'ultima Relazione annuale sul monitoraggio dello stato del contenzioso tributario, redatta dal Dipartimento delle Finanze del Mef. Confrontando le pronunce favorevoli all'Agenzia delle Entrate, passate in giudicato, con il totale delle sentenze diventate definitive, si ottiene il cosiddetto indice di vittoria nazionale delle Entrate: nel 2022 questo indice è stato del 76,6%. Significa che tre pronunce su quattro, passate in giudicato, hanno confermato la pretesa nei confronti dei contribuenti. Un segnale chiaro di sfida alla Agenzia delle Entrate, secondo le opposizioni.

“Ogni giorno riceviamo conferma alle nostre preoccupazioni sulla delega fiscale. Stamattina la Meloni afferma che il governo sarà rigido con gli evasori. Allora perché i suoi senatori hanno presentato un ordine del giorno alla delega fiscale che è un evidente ed esplicito attacco alla Agenzia delle Entrate, con la richiesta che l’Ente non possa fare ricorso nei contenziosi con i contribuenti? Siamo di fronte all’ennesima strizzata d’occhio ai furbi di una delega fiscale che la Ragioneria dello Stato (a proposito, Giorgia Meloni ci dica se vuole cacciare il Ragioniere Generale) conferma essere iniqua con perdite evidenti di gettito vista la mancata copertura di alcune norme, a partire dalla flat tax”, ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia rispondendo così alle affermazioni di Meloni.

Anche secondo la valutazione del deputato e responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin i tre gradi di giudizio della giustizia tributaria devono restare tali: "Se, in virtù del ragionevole dubbio, si accede al principio che se il cittadino viene assolto in primo grado il procedimento si interrompe, allora dovrebbe valere per tutti i tipi di giustizia: civile, penale, tributaria, amministrativa. Altrimenti non si capisce la ratio", ha detto in un'intervista a La Repubblica.

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