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Perché tra Forza Italia e Meloni ci sarà un nuovo braccio di ferro presto

Il nuovo governo Meloni è appena nato, ma già ci sono motivi di tensione con Forza Italia. Oltre alle divisioni interne del partito, spunta il nome di Valentino Valentini, uomo di fiducia di Berlusconi nei rapporti con la Russia, che Forza Italia vorrebbe sottosegretario agli Esteri.
A cura di Luca Pons
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Sono passati pochi giorni dal giuramento di Giorgia Meloni e degli altri ministri del suo governo, con il passaggio di consegne da Mario Draghi, ma le tensioni interne al centrodestra stanno già tornando a crescere. Gli incarichi di governo fanno discutere Forza Italia al suo interno, mentre il nome di Valentino Valentini come sottosegretario agli Esteri potrebbe mettere in difficoltà la nuova presidente del Consiglio.

"Ha provocato disappunto l'atteggiamento di Giorgia Meloni" nelle trattative per il governo. Silvio Berlusconi l'aveva già fatto capire prima del voto, ma ora Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, l0 dice esplicitamente in un'intervista a Repubblica. "Io credo che durante la formazione del governo molti abbiano messo sul tavolo esperienze, storie personali, legittime aspirazioni che sono state trascurate. Ma non è più il tempo di recriminare, né di cercare vendette".

Mulè chiede che Antonio Tajani e Anna Maria Bernini, rispettivamente coordinatore e vice-coordinatrice di Forza Italia, ma anche nuovi ministri degli Esteri e dell'Università, diano le dimissioni dalle cariche interne nel partito. In ogni, caso Silvio Berlusconi "indicherà la nuova formula di Forza Italia" e i gruppi del partito saranno "guardiani dell'attuazione" del programma, soprattutto in quelle parti che sono più vicine agli interessi di FI.

Mulè chiude l'intervista parlando di Valentino Valentini, ex deputato che non è stato rieletto e potrebbe essere nominato sottosegretario agli Esteri. In Parlamento dal 2006, Valentini è stato consigliere speciale di Silvio Berlusconi dal 2001. Mulè afferma che "è apprezzato dagli Usa a Israele, dalla Russia al Medio Oriente".

Il problema è proprio nel legame con la Russia. Valentini è stato l'uomo di collegamento tra Berlusconi e Mosca, con numerosi viaggi nel Paese e anche un premio onorifico, l'ordine di Lomonosov, ricevuto nel 2005 nell'ambasciata russa a Roma. Ieri, in un'intervista a Libero, Valentini ha difeso le parole di Berlusconi sulla guerra in Ucraina dicendo che "nel riportare tesi negazioniste che gli vengono presentate da altri, Berlusconi è come se volesse in qualche modo trovare un modo di intervenire e fungere da paciere".

L'incarico di Valentini dal 2001 era di "consigliere speciale per le relazioni estere e tutor delle imprese italiane in Russia". In un documento reso pubblico da Wikileaks, nel 2009 l'ambasciatore statunitense a Roma, Ronald Spogli, lo definì "l'uomo chiave di Berlusconi in Russia, che viaggia senza staff né segreteria diverse volte al mese. Non è chiaro cosa faccia a Mosca nelle sue frequenti visite, ma ci sono pesanti indiscrezioni sul fatto che presidi gli interessi di Berlusconi in Russia". Parole che Valentini ha poi definito "completamente assurde".

Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, il consigliere di Berlusconi si è sempre schierato su posizioni atlantiste e contro l'attacco militare portato avanti da Mosca. Visto il suo passato, però, l'intenzione di Forza Italia di schierarlo al ministero degli Esteri potrebbe portare delle difficoltà a Giorgia Meloni, attenta alla credibilità internazionale del proprio governo.

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