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Perché sui nuovi dati Istat sul Pil il governo non ha nulla di cui esultare

Il governo esulta per i dati Istat sul Pil, nel confronto con Germania e Francia: nel primo trimestre del 2025, il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024. Ma il M5s ricorda i due anni di calo ininterrotto della produzione industriale e le previsioni sbagliate del Mef sulla crescita economia, prima stimata nel 2025 all’1,2%, poi corretta con lo 0,6%, che ora potrebbe essere ancora più bassa: l’Istat parla di una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Pil italiano accelera. Come certificato dall'Istat, nel primo trimestre l'economia italiana registra una crescita: il Pil del primo trimestre del 2025, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024.

Il risultato, sottolinea l'istituto di statistica, "fa seguito ai segnali, anch'essi positivi, del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale risultava dello 0,2% (rivista al rialzo dallo 0,1% diffuso a marzo 2025) e quella tendenziale dello 0,5%". Questa stima provvisoria determina una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%.

Il primo trimestre del 2025, spiega l'Istat, ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

Di quanto aumenta il Pil di Germania e Francia

Il Pil della Germania, invece, è cresciuto solo dello 0,2% nel primo trimestre del 2025 rispetto al quarto trimestre del 2024. Il dato è in linea con le attese. L'Ufficio federale di statistica Destatis riferisce inoltre che sia la spesa per i consumi finali delle famiglie che la formazione di capitale sono aumentate rispetto al trimestre precedente. Nel confronto sull'anno è -0,2% ed in linea anche in questo caso con le previsioni.

L'economia francese cresce ancora meno: la Francia registra un lieve aumento del Pil, di appena lo 0,1%, nel primo trimestre 2025, tarpato da bassi consumi e investimenti, secondo quanto fa sapere l'Insee, l'Istituto nazionale di statistica, nelle prime stime per il periodo gennaio-marzo 2025. Il moderato aumento del Pil nel primo trimestre, conforme alle previsioni dell'Insee, segue una contrazione dello 0,1% nel quarto trimestre 2024 dovuta al ‘contraccolpo' dei Giochi olimpici di Parigi 2024. Nel primo trimestre, l'economia ha scontato bassi consumi e investimenti in territorio negativo sia per le imprese sia per le amministrazioni pubbliche. Il ministro dell'Economia, Eric Lombard, ha detto di voler mantenere allo 0,7% le stime di crescita per la Francia per il 2025, ma ha avvisato che questo obiettivo sarà "una lotta".

In generale, l'economia dell'Eurozona ha registrato una crescita dello 0,4% nei primi tre mesi dell'anno, rispetto al trimestre precedente. Anche l'intera Ue è cresciuta, con un aumento del Pil dello 0,3%, sottolinea l'Eurostat. Su base annua, rispetto al primo trimestre del 2004, il Pil è aumentato dell'1,2% nel club dell'euro e dell'1,4% dei Ventisette.

Tra i Paesi Ue per i quali i dati sono disponibili, nei primi tre mesi del 2025 l'Irlanda (+3,2%) ha registrato la crescita maggiore, seguita da Spagna e Lituania (entrambe +0,6%). In Italia, come dicevamo, il Pil è salito dello 0,3%. L'Ungheria (-0,2%) è stato l'unico Paese a registrare un calo.

Il governo confronta i dati italiani con quelli di Francia e Germania ed esulta: ma fa male i conti

Tanto basta al governo italiano per tirare un sospiro di sollievo. "Istat certifica una crescita positiva per il primo trimestre, migliore rispetto ad altri paesi europei. Un segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l'efficacia delle politiche economiche del governo", ha commentato così le stime sul Pil il ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.

Ma nel suo ragionamento mancano alcuni elementi. Perché è vero che Francia e Germania nel primo trimestre del 2025 crescono meno di noi, ma nel 2024 e nel 2025, la crescita del Pil italiano è al di sotto della media dell’Eurozona e dei principali partner come la Spagna e tanti altri, secondo quanto stimano la Bce e i principali osservatori economici.

Ricordiamo infatti che l'Italia infatti è tra i Paesi che crescono meno nell’Ue, secondo le previsioni economiche della Commissione europea per il 2025, diffuse in autunno: peggio di noi fanno solo Germania, per la quale si prevede una crescita dello 0,7%, la Francia, che cresce dello 0,8%, mentre la Lettonia cresce dell'1% come l'Italia. Meglio di noi fa l'Estonia (1,1%), il Belgio (1,2%), la Finlandia (1,5%). Il Paese che le stime di crescita economica migliori per il 2025 è Malta, che dovrebbe crescere del 4,3% nel 2025 (anche nel 2026 è il Paese che dovrebbe crescere economicamente di più, del 4,3%) L'attività economica si espande del 4% in Irlanda, e, nello stesso anno, del 3,6% in Polonia. Poco fuori dal podio c'è la Croazia, per la quale l'attività economica accelererà al 3,3% nel 2025. Per la Lituania l'attività economica dovrebbe aumentare del 3%.

E in più l'economia italiana crescerà quest'anno ad un passo dimezzato: come si legge nel nuovo Def varato dal governo Meloni, nel 2025 infatti la crescita economia dell’Italia sarà dello 0,6%, la metà di quanto, sei mesi fa, lo stesso governo aveva messo nero su bianco nel Piano strutturale di bilancio. Senza contare che la produzione dell'industria italiana negli ultimi anni è stata in costante calo: -2% nel 2023 e poi -3,5% in media nel 2024, con 42 miliardi di euro di incassi in meno.

Per le famiglie poi le cose non vanno bene: secondo l'Istat, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto ‘carrello della spesa') ad aprile registrano un'accelerazione (da +2,1% a +2,6%), in base alle stime preliminari sull'inflazione di aprile. In aumento anche l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che accelera da +1,7% a +2,1%. E anche a marzo i costi per il carrello della spesa erano aumentati: il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona era passato da +2,0% a +2,1%, mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto era rimasto stabile a +1,9%.

"Festeggiare per un trimestre, come fanno alcuni ministri, è penoso e fuori dal mondo. Dentro la filosofia dello zero virgola, ci si gongola per uno 0,1% in più dei tedeschi (che per la cronaca stanno per immettere oltre 60 miliardi di Euro nella loro economia). Incredibile, considerando il fatto che gli effetti del Pnrr in Italia continuano a restituire un +0,7% l’anno sul Pil, senza il quale saremmo in recessione. Ancor più incredibile, considerando il fatto che la Germania, grazie alla battaglia che il Governo italiano ha fatto per ottenere lo scorporo dal deficit delle spese militari, si appresta a investire circa mille miliardi di euro nei prossimi anni".

"L’Italia si ‘consola’ con oltre due anni di calo della produzione industriale e con le previsioni totalmente sballate del Mef, che parlava prima di una crescita nel 2025 dell’1,2%, poi dello 0,6%, che peraltro si abbassa a una crescita acquisita allo 0,4% se il Pil non dovesse crescere per il resto dell’anno".

"Nonostante questo, oggi il ministro dell’Economia parla della correttezza delle previsioni. Giorgetti si assuma le sue responsabilità e continui a pensare all’avanzo primario, alla moderazione salariale e alle privatizzazioni. Per cortesia almeno non si inventi festeggiamenti penosi. Non c’è alcuna speranza e non c’è alcuna prospettiva, alle imprese continua a venire negato tutto: dagli investimenti alla liquidità. Ai cittadini lo stesso, con stipendi da fame e un calo del potere d’acquisto certificato da Istat come drammatico. Un Governo che guida a fari spenti nella notte e che dimostra, proprio dalle parole entusiastiche dei suoi esponenti economici, che siamo messi peggio del previsto”, scrivono in una nota i parlamentari M5s delle Commissioni bilancio e finanze di Camera e Senato.

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