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Perché sono di nuovo aumentati i prezzi di benzina e gasolio: le ragioni secondo il governo

Secondo il ministro Urso dietro il rialzo dei prezzi di benzina e gasolio di quest’estate c’è la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione giornaliera di barili. Ecco come stanno le cose.
A cura di Annalisa Girardi
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Oltre un anno fa, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l'Europa era stata attraversata da una crisi energetica durissima che aveva fatto impennare i pezzi di gas e petrolio. Nonostante la situazione rimanga tutt'ora profondamente incerta, nel corso dei mesi il mercato era riuscito a stabilizzarsi: perché, quindi, quest'estate sono scattati di nuovo gli aumenti per benzina e gasolio?

Gli incrementi sono arrivati in concomitanza con il grande esodo estivo, che in parte ha contribuito ad acuirli: con molte più persone a spostarsi, è verosimile che i prezzi possano subire delle fluttuazioni. A cui bisogna aggiungere la situazione geopolitica ancora instabile, con la guerra scatenata dalla Russia che è tra i primi Paesi al mondo per la produzione di petrolio. Secondo il governo, però, sui recenti aumenti peserebbe soprattutto il taglio della produzione stabilito dall'Opec.

"I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l'Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore", ha commentato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, in un'intervista con Repubblica. L'Opec è l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio formata da 13 Paesi: a questi, durante alcuni vertici, possono aggiungersene altri che producono ed esportano petrolio, come appunto la Russia: da qui la definizione Opec+.

L'Opec lo scorso giugno ha fissato un target di produzione a 40,46 milioni di barili di petrolio al giorno, confermando che questo livello – più basso rispetto agli anni scorsi – sarà esteso anche a tutto il 2024. Sarebbe questa la ragione principale dietro gli aumenti, almeno secondo quanto detto dal ministro Urso. Che ha poi aggiunto come l'Europa "dovrebbe giocare anche nel caso dei carburanti un ruolo da protagonista, come avvenuto per il gas. Il presidente Draghi aveva proposto un price cap oltre il quale i paesi Ue non avrebbero più acquistato la materia prima, provvedimento poi attuato con il governo Meloni".

Urso ha anche parlato del taglio delle accise, una misura richiesta al governo da diverse associazioni di consumatori per far fronte agli aumenti, precisando che Draghi lo avesse imposto in un momento eccezionale e che invece il governo Meloni preferisse utilizzare quelle risorse "per il taglio del cuneo fiscale per i salari più bassi e le famiglie più numerose".

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