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Autonomia differenziata delle Regioni

Perché si parla di referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata: l’incognita firme e quorum

Per poter indire un referendum abrogativo contro il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, per prima cosa alle opposizioni servirà mezzo milione di firme. E poi si dovrà raggiungere il quorum, dovrà cioè partecipare al voto la maggioranza degli aventi diritto.
A cura di Annalisa Girardi
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Mentre la maggioranza deve fare i conti con qualche incrinatura interna, sull'Autonomia differenziata il fronte delle opposizioni si scopre compatto e pronto a dare battaglia fuori dai palazzi. Dopo il via libera definitivo alla Camera, infatti, il centro-sinistra è sceso in piazza contro la riforma, lanciando un referendum abrogativo per affossare la "legge spacca Italia". Intanto il Movimento Cinque Stelle ha già inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli di non firmare il ddl Calderoli. Alcuni governatori del Sud, da parte loro, potrebbero invece presentare un ricorso alla Corte costituzionale.

L'ultima spiaggia delle opposizioni contro l'Autonomia, ora che il disegno di legge ha ricevuto il via libera definitivo in Parlamento, è il referendum abrogativo. Che sperano riesca a fare quanto accaduto nel 2016 a Matteo Renzi, che con la sconfitta al referendum fu costretto a lasciare Palazzo Chigi. Probabilmente per la primissima volta dall'inizio di legislatura, l'opposizione è compatta: Partito democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, +Europa e Italia Viva, tutti vogliono la raccolta firme per poter indire il referendum abrogativo sull'Autonomia.

L'articolo 75 della Costituzione stabilisce che:

È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

Quindi, per prima cosa alle opposizioni servirà mezzo milione di firme. E poi si dovrà raggiungere il quorum, dovrà cioè partecipare al voto la maggioranza degli aventi diritto. Una soglia che all'ultima tornata elettorale, quella delle Europee, non è stata raggiunta: ha partecipato il 49,69% degli elettori, quindi meno di uno su due. È la prima volta che succede nella storia repubblicana.

Se anche si raggiungesse il quorum, comunque, sondaggi chiari su quello che pensano gli italiani a riguardo ancora non ce ne sono, ma per gli addetti ai lavori è probabile che l'opinione pubblica si spacchi.

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