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Perché si parla dell’ipotesi di Sal straordinario per il Superbonus e cosa cambierebbe

Spunta l’ipotesi di uno stato di avanzamento lavori (Sal) straordinario per il Superbonus. Una decisione potrebbe essere presa nel Consiglio dei ministri del prossimo 28 dicembre: ecco cosa cambierebbe.
A cura di Annalisa Girardi
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Nella legge di Bilancio 2024 non si parla di proroghe per il Superbonus, ma questo non significa che le forze politiche che spingono per un rinvio dei termini si siano arrese. Nel Consiglio dei ministri in programma per il prossimo 28 dicembre si discuterà anche di una soluzione, o con un decreto ad hoc o con un intervento nel Milleproroghe. L'ipotesi è quella di stabilire un Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31 dicembre, che permetterebbe a migliaia di condomini – circa 30 mila – di non perdere l'agevolazione.

L'obiettivo è quello di evitare i contenzioni che potrebbero esplodere a gennaio. Un Sal straordinario permetterebbe di mantenere nel 2023 almeno due miliardi di spese, senza andare a intaccare i bilanci del prossimo anno. Con questa misura si permetterebbe di applicare l'agevolazione al 110% per tutti i lavori fatturati entro la fine dell'anno, anche per chi non è riuscito a completarli del tutto, che vengono comunicati nei primi giorni del 2024.

Ad avanzare l'ipotesi del Sal straordinario era stato per primo il senatore di Fratelli d'Italia Guido Quintino Liris, ma anche dal Mef c'erano state aperture. "Sulla proroga del Superbonus, per quanto riguarda in particolare sullo Stato di avanzamento dei lavori, ci sono degli aspetti da considerare sull’economia ma anche sui conti pubblici. Vediamo: stiamo monitorando", ha commentato nei giorni scorsi il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.

Si tratta di un'operazione che avrebbe comunque un costo, che non intaccherebbe però i bilanci del 2024: la spesa verrebbe assorbita in quelli di quest'anno, in cui ci sono a disposizione anche le coperture extra messe a disposizione dal decreto Anticipi.

Nulla è stato ancora deciso e definito, ma questa ricetta sarebbe il compromesso su cui starebbero vertendo le forze di maggioranza, che la preferirebbero all'ipotesi – paventata sempre da Forza Italia – di un rinvio dei termini di tre mesi per i condomini che al 31 dicembre abbiano almeno completato il 60% dei lavori.

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