
DIRECT è il Podcast in cui cerchiamo di analizzare le cose che accadono, assieme, partendo dalle domande che mi arrivano. È dedicato agli abbonati di Fanpage (ci si abbona qui) , ma le prime due puntate sono disponibili per tutti su Spotify a questo link.
In questa quinta puntata rispondo alla domanda del nostro sostenitore Pietro: “Salvini a colpi di affermazioni si va a collocare sempre più a destra della Meloni. Sono affermazioni preoccupanti. Secondo Voi questa strategia salviniana pagherà?”
Per rispondere a questa domanda bisogna partire da un numero, il 40.
E da un piccolo esperimento: prendiamo tutti i sondaggi politici degli ultimi cinque anni, dal 2020 a oggi. E facciamo la somma dei voti di Fratelli d’Italia e Lega. Il risultato è sempre attorno al 40% per cento.
In altre parole, il perimetro della destra italiana è un fronte ben consolidato, che gode di un consenso popolare importante. Ma che è soprattutto estremamente stabile: non diminuisce e non aumenta.
Quel che cambia, all’interno di quel 40% è come quel consenso è distribuito tra le due forze che lo compongono: Lega e Fratelli d’Italia.
A gennaio 2020, la Lega aveva il 30% e Fratelli d’Italia il 10%
A gennaio 2021 la Lega aveva il 23% e Fratelli d’Italia il 16%
A gennaio 2022 la Lega aveva il 19% e Fratelli d’Italia il 18%
A gennaio 2023 la Lega aveva il 9% e Fratelli d’Italia il 30%
A gennaio 2024 e a gennaio 2025 le percentuali sono sempre quelle del 2023: anzi, a dire il vero Fratelli d’Italia tira più verso il 31% e la Lega verso l’8%.
In altre parole, nel giro di 5 anni i rapporti di forza si sono esattamente ribaltati: un travaso di voti perfetto tra una forza e l’altra.
Per questo, la strategia di Matteo Salvini, se vuole recuperare consensi, può essere una e una sola: rubarli a Giorgia Meloni cercando di uscire dal suo cono d’ombra.
Per farlo, in teoria, ha due strade. Spostarsi alla sua destra. Oppure, spostarsi alla sua sinistra. Quindi un pochino più al centro.
La scelta di Salvini, pare abbastanza chiaro a tutti, è stata quella di spostarsi a destra di Giorgia Meloni. Ed è una scelta che, a ben vedere, avrebbe pure una sua logica.
Primo: perché a destra c’è più spazio che al centro. Forza Italia, ovviamente. Ma anche Noi Moderati, Più Europa, Italia Viva, Azione sono tutte forze che occupano lo stesso spazio politico. Per una Lega che vuole crescere non c’è abbastanza spazio.
Secondo: perché pure Meloni cerca, in qualche modo, di presidiare quel centro. Darsi un profilo quasi centrista, o perlomeno di “destra istituzionali”, nei fatti, era l’unico modo per una post-fascista di rendersi accettabile ai vari Joe Biden, Ursula von der Leyen, Mario Draghi. E se Meloni si sposta verso il centro, a maggior ragione, Matteo Salvini avrebbe ancora più spazio per sfondare a destra.
Terzo: perché il mondo e le opinioni pubbliche si stanno spostando a destra. La vittoria di Donald Trump negli Usa, l’ascesa di AfD in Germania, l’estrema destra nazionalista che si mangia i conservatori in Uk, Marine Le Pen favorita a succedere ad Emmanuel Macron.
Ed è proprio Donald Trump il modello politico di Salvini. Lo vediamo nel sostegno entusiastico del vicepremier di fronte alle sue prime uscite da presidente americano.
“Obiettivo PACE, basta con questa guerra! Forza Donald Trump”, ha scritto quando il presidente americano ha brutalizzato il suo collega ucraino Volodymyr Zelensky.
“I dazi di Trump sono un’opportunità per le imprese italiane”, ha affermato quando il presidente americano ha minacciato misure protezionistiche contro le merci europee
Seguendo la logica, insomma, tutto dice a Salvini che a spostarsi a destra non si sbaglia. E forse avrà ragione lui, prima o poi.
Ma per ora, ci dispiace per lui, questa scelta non sta pagando.
🎧Ascolta l'episodio 6 per l'approfondimento completo.
