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Perché Ryanair e il governo Meloni stanno litigando sul prezzo dei voli aerei

Sul tema del caro voli si è acceso lo scontro tra il governo Meloni e le compagnie aeree, soprattutto Ryanair. L’ultimo decreto per limitare i prezzi degli aerei che collegano Sardegna e Sicilia al resto del territorio nazionale, secondo le aziende, avranno l’effetto opposto. Intanto, la Commissione europea è intervenuta per fare chiarezza.
A cura di Luca Pons
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Nell'ultimo Consiglio dei ministri, uno dei temi su cui il governo Meloni è intervenuto con un decreto è stato il caro voli. In particolare con una norma che mira, in casi-limite, ad abbassare i prezzi per le tratte da e verso Sardegna e Sicilia, sul territorio nazionale. È arrivata rapidamente la reazione di alcune aziende, tra cui quella più decisa è stata di Ryanair: la compagnia low cost irlandese ha definito il decreto "ridicolo e illegale". Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha poi replicato, suggerendo che Ryanair sia "insofferente alle regole del mercato". Ma da cosa nasce il litigio?

Cosa ha fatto il governo Meloni per contrastare il caro voli

Per i collegamenti del territorio nazionale con Sicilia e Sardegna, che nelle ultime settimane hanno avuto degli aumenti di prezzo definiti "anomali" dal ministro Urso e dalle associazioni di consumatori, con l'ultimo decreto del governo è entrata in vigore una norma specifica. Se in un periodo di picco della domanda (come la stagione estiva), oppure in un periodo di emergenza nazionale, il prezzo dei biglietti supera del 200% la tariffa media, non si potranno applicare gli algoritmi che di solito determinano i prezzi.

Questi meccanismi di calcolo automatico andranno sospesi, così come la profilazione web (che cambia il costo del biglietto a seconda del tipo di cliente che va online per l'acquisto), in modo da far calare i prezzi dei biglietti. Dalle opposizioni sono arrivate critiche, soprattutto perché il provvedimento è arrivato troppo tardi, "dopo che gli italiani si sono già svenati per prenotare le vacanze" e al posto di "irrobustire i meccanismi di continuità territoriale con le isole", come scritto dal M5s.

Ma è soprattutto dalle compagnie aeree che è arrivata una risposta dura. Assaereo e Ibar, che raccolgono molte delle principali compagnie operanti nel Paese, hanno definito le norme "punitive", hanno sottolineato che ormai "i picchi di domanda relativi alla stagione estiva sono superati" e che un tentativo di limitare la libera concorrenza "potrebbe generare impatti negativi sull'offerta e sui prezzi dei biglietti".

Perché il decreto peggiorerà la situazione, secondo Ryanair

Ma come detto la reazione più accesa è arrivata da Ryanair, il cui Ceo Eddie Wilson ha parlato di una misura "ridicola e illegale" che "interferisce con le leggi del libero mercato" e "deve essere cancellata". All'Ansa, Wilson ha detto che è "una roba populista, ci hanno provato a Mosca nel 1917". Tra il manager e il ministro Urso c'è stato un incontro, oggi, che però non è servito a ‘fare la pace'. Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri, con altre compagnie, per valutare miglioramenti al provvedimento.

Secondo il ragionamento di Ryanair, se il governo italiano obbliga le compagnie a fare prezzi troppo bassi e non convenienti per l'azienda, il risultato sarà l'opposto di quello desiderato: le tratte per Sicilia e Sardegna (di andata e ritorno dall'Italia) saranno tagliate. Ad esempio: "Se ho un aereo a Catania e posso scegliere se collegare Trieste o Barcellona, ma sulla tratta Catania-Trieste c’è un tetto dove andrò? A Barcellona ovviamente".

In più, Wilson ha affermato: "Non ci sono algoritmi. Non sappiamo chi compra i nostri biglietti a 20, 30, 40 euro. Non facciamo profili dei nostri clienti. Chi dice queste cose ha guardato troppo Netflix. Noi iniziamo offrendo i prezzi più bassi e poi andiamo su progressivamente".

La risposta del ministro Urso: "Ryanair è insofferente alle regole del mercato"

Il ministro Urso è poi tornato sul tema, dicendo che il governo è intervenuto "secondo le regole europee" perché "nelle isole non vi è un'alternativa di mercato adeguata" e "lo Stato ha il dovere di intervenire quando il cittadino viene sottoposto a una azione che non risponde alle regole di mercato". Per quanto riguarda Ryanair, "negli anni ha manifestato una certa insofferenza alle regole del mercato. È stata sanzionata 11 volte negli ultimi anni dall’autorità per la concorrenza e il mercato. Ha bisogno di buoni consiglieri di diritto commerciale, di qualcuno che si intenda di concorrenza, mercato e diritti dei cittadini", ha concluso.

Già ieri, dal ministero di Urso era stata fatta circolare una nota, anche più esplicita del ministro: "Il libero mercato in questa vicenda c'entra poco o nulla. Sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza e il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta", si leggeva.

La Commissione Ue interviene per fare chiarezza: chiesti dettagli all'Italia

In tutto questo, è intervenuta anche la Commissione europea per chiedere chiarimenti e cercare di fare ordine. Un portavoce, durante una conferenza stampa, ha detto che "i servizi della Commissione hanno contattato le autorità italiane e si aspettano di ricevere informazioni più dettagliate sui contenuti precisi della misura in questione". Insomma, ci sarà un controllo per verificare se il tetto al prezzo dei voli sia effettivamente "illegale", come sostenuto da Ryanair, o rispetti le norme europee sulla concorrenza.

Il portavoce ha ricordato anche che "la Commissione supporta misure per la promozione della connettività a prezzi abbordabili", purché che siano in linea "con le leggi del mercato interno dell'Ue". E anche a condizione che permettano "un'impostazione libera dei prezzi che è di solito il miglior garante per prezzi accessibili nel mercato del trasporto aereo dell'Ue".

Tuttavia, ci sono "casi specifici, come ad esempio per tratte non particolarmente servite da operatori del settore, come le tratte da e per regioni remote", in cui la legge dell'Ue "consente di porre obblighi ai servizi pubblici, anche con la regolazione dei prezzi, per assicurare continuità territoriale e accessibilità, con l'aiuto dei finanziamenti pubblici".

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