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Opinioni

Perché non è un problema che la Isoardi stiri le camicie di Salvini

La foto sul profilo Instagram della compagna di Matteo Salvini, la conduttrice tv Elisa Isoardi che stira le camicie, sta continuando a far discutere sui social: in rete circolano parodie e commenti ironici. Ma a questi si aggiungono le critiche alla Isoardi, colpevole di prestare il fianco al maschilismo del leader della Lega. Ma è davvero così?
A cura di Annalisa Cangemi
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"Un venerdì sera da leoni", e una foto in finto déshabillé, che lascia sbirciare dal buco della serratura, esibendo un frangente di autentica vita domestica. Elisa Isoardi sta facendo le prove generali già da un po', vestendo i panni – è proprio il caso di dirlo – della rassicurante "first lady", affascinante, servizievole e devota a quello che potrebbe essere il futuro premier, o comunque uno degli uomini politici più influenti in questo momento in Italia, il "suo" Matteo. O almeno così i media stanno dipingendo da giorni la compagna di Matteo Salvini. Ma stanno davvero così le cose?

Sul suo profilo Instagram gli apprezzamenti non sono mancati: "Che donna d'altri tempi…le donne di oggi vogliono fare solo la bella vita"; Una donna come si deve è bella, lava, stira cucina…ma guarda io ti adotterei", e "Da sposare subito: bella intelligente e casalinga doc" con tanto di cuoricino, sono solo alcuni dei commenti degli utenti sotto la foto che sta facendo il giro dei social, in cui la Isoardi, china sull'asse da stiro, indossa una canottiera nera e ha i capelli raccolti alla meno peggio con un elastico, acconciatura che lascia intendere un gesto frettoloso, come quello che farebbe una casalinga qualunque. E fin qui nulla di strano. O meglio nulla che non abbiamo registrato già, in linea con l'ostinata narrazione di sé che Salvini sta confezionando da tempo, regalando ai social scorci di una quotidianità che vuole apparire a tutti i costi simile a quella delle altre famiglie italiane. Salvini è un padre come tanti, con le sue debolezze, tanto più umane quanto più riescono a creare empatia nella gente comune, come la sofferta decisione di smettere di fumare (annunciata prima e ostentata una volta messa in pratica) per onorare una promessa fatta al figlioletto. E quindi la compagna ideale non puo' che incarnare il personaggio della brava massaia, con un gusto un po' rétro. Con buona pace delle femministe, che vedono nell'avanzata di Salvini una deriva machista acquattata dietro l'angolo.

L'intuizione che scendere dall'Olimpo per mescolarsi con i comuni mortali (o almeno lasciarlo credere ai fan) potesse essere una garanzia per il consenso lo hanno capito, ben prima della Isoardi, già altre compagne di uomini al comando, come Jackie Kennedy, tanto per citare un illustre precursore del genere, che per la prima volta nella storia americana, nel 1962, aveva portato le telecamere della televisione nelle stanze della Casa Bianca.

Ed è la stessa compagna di Salvini a sfruttare la visibilità che l'ironia sulla sua foto in versione casalinga anni Cinquanta sta generando in rete attraverso parodiche variazioni sul tema, e commenti nostalgici, più o meno scherzosi, sulle felpe, ormai dismesse, del segretario della Lega. Come la foto che ritrae lei e il segretario del Carroccio con una camicia bianca e l'impronta stampata di un ferro da stiro in bella vista.

"Una donna, per quanto in vista, deve sempre dare luce al suo uomo. E la luce, il sostegno, la vicinanza spesso si danno arretrando. Stando nell’ombra". E apriti cielo. Questo è stato l'antefatto, una frase estrapolata da un'intervista che la Isoardi ha rilasciato qualche giorno fa. E le femministe, che quando ci si mettono, perdono di vista anche l'obiettività, si sono trasformate, come spesso accade, in haters di professione. I commenti vanno dal tono compassionevole, come "Mi dispiace per te Elisa. Il mio compagno le camicie se le stira da solo. Insegnaglielo", a quello indignato, "E le donne poi lottano per l'uguaglianza di genere. Non sono gli uomini il problema, bensì le donne che si sottomettono!", fino ad arrivare al tono apertamente sprezzante "Anni di lotte per l’emancipazione femminile e la parità di diritti e si finisce il venerdì sera a servire un tizio che paragona le donne a bambole gonfiabili. Per carità, sono scelte eh. A volte. Beh, gran passo avanti".

Ma il punto è un altro. Esiste indubbiamente una mutazione in corso della funzione della donna in società, e questa lenta rivoluzione culturale può accendere talvolta gli animi di coloro che rimpiangono un ruolo subalterno della donna-moglie-angelo del focolare. Ma un uso strumentale della foto della Isoardi può farci cadere in errore, facendoci scivolare nella perniciosa semplificazione: stiri le camicie? non sei una donna emancipata.

Guardiamo i fatti. La Isoardi non sta realmente facendo un passo indietro, non sta rinunciando alla sua carriera per vivere davvero all'ombra del compagno. La Isoardi è, come presumiamo, economicamente autonoma, è un volto televisivo già affermato, e intende rimanere, per sua libera scelta, esattamente dove sta. Del resto lo ha specificato chiaramente: "Sono quindici anni che lavoro in prima linea in tv, sono una donna completa, indipendente e realizzata. Quando il tuo fidanzato si sta giocando la partita della vita è normale che gli stai un passo indietro. Ma il mio passo indietro non voleva dire quello che invece hanno preso in modo pretestuoso e sbagliato. Secondo me, non hanno letto neanche l’intervista, hanno strumentalizzato e basta".

La foto sul suo profilo Instragram è stata uno specchietto per le allodole per nulla casuale, un tranello per far abboccare, e rassicurare, i più oltranzisti tra gli affezionati degli stereotipi di genere.

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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell'Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice 'il Palindromo'. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale 'Ilaria Rambaldi' con l'inchiesta 'Viaggio nell'isola dei petrolchimici', un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
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