Perché hai scelto di essere povera? Si potrebbe parafrasare così la domanda dell'amica di Imen Jane – influencer e fondatrice di Will – ad una malcapitata ragazza che lavora come commessa a Palermo. Su Instagram Jane racconta di quando la sua amica e collega Francesca Mapelli ha chiesto alla commessa la storia del negozio, domanda alla quale lei non ha saputo rispondere causando una grande delusione. Poi però ha osato precisare di non essere pagata abbastanza per informarsi. A quel punto Imen Jane racconta che alla commessa è stato fatto notare che "se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l'occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica". Da domani "anziché prendere tre euro l'ora te ne prendi trenta per fare la guida a noi milanesi rompicoglioni", dice Mapelli. Facile no? D'altronde è evidente che se guadagni poco è colpa tua.
Le due, che in questo caso calzano a pennello nello stereotipo "influencer del Nord", non ci pensano due volte a colpevolizzare un'altra donna, sfruttata e sottopagata. Prendendola anche in giro. Insomma, se sei povera è colpa tua, se non hai studiato è colpa tua, se non sei riuscita a realizzarti è colpa tua. O ancora: se vuoi fare la commessa nella vita è colpa tua. Nelle parole, nelle battute, nelle risatine, nell'ironia. C'è tutto il disprezzo di chi è riuscito nel proprio campo ad avere successo e guarda gli altri come fossero un branco di pezzenti. Perciò se fai la commessa a Palermo per 3 euro l'ora non sei vittima del sistema che comprende lo Stato assente, le politiche del lavoro inesistenti, un datore che ti sfrutta senza che sia perseguito in alcun modo. No, per loro sei solo scema.
Forse Jane e Mapelli farebbero meglio ad andare a guardare il tasso di disoccupazione giovanile, che è al 33,7%. Potrebbero considerare che la pandemia ha messo in crisi l'occupazione femminile più di quanto già non lo fosse prima. Il Sud è distante più di trenta punti dalla media dell'Unione europea: nell'anno segnato dal Covid il tasso di occupazione femminile medio in Europa è stato del 62,4%, nel Sud Italia è stato del 32,2%, nelle Isole del 33,2%. Vogliamo parlare della spesa pubblica per l'istruzione? È tra le più basse nell'Unione europea: in Italia rappresenta il 4% del Pil contro il 4,6% medio. Ma nel nostro Paese l'istruzione è anche l’8,2% della spesa pubblica totale, dato peggiore in Europa, dove la media è 9,9%. E dato che parliamo di Sud: il tasso di abbandono scolastico è tra i più alti in Ue, nonostante la tendenza a ribasso. Nel Mezzogiorno nel 2019 il 16,7% dei giovani tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato precocemente gli studi. La media europea è del 10,2%.
Magari Imen Jane e la sua amica hanno ragione. Magari se quella ragazza potesse studiare lo farebbe, anziché lavorare per tre euro l'ora. Certo magari lo farebbe se lo Stato la mettesse in condizione di studiare, o magari sarebbe soddisfatta di essere pagata adeguatamente per fare la commessa, semplicemente. Dopo una simile discussione in un negozio a Palermo, forse sarebbe stato il caso di fare questo di ragionamento, anziché umiliare e ridicolizzare una persona sfruttata come se fosse colpa sua. Complice dei suoi aguzzini. Ma è più facile sfoderare una buona dose di classismo, mescolarla con abbondante cinismo e servirla con menefreghismo e un pizzico di ironia, che non guasta mai. Tanto più se serve a fare il pieno di like.