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Perché nel 2024 gli arrivi di migranti in Europa aumenteranno ancora, secondo l’agenzia Frontex

Frontex, l’agenzia che gestisce i confini terrestri e marittimi dell’Unione europea, ha stimato che nel periodo 2023/2024 le partenze di persone migranti verso l’Europa continueranno a crescere. Alla base ci sono fattori economici e sociali, ma anche la crisi climatica.
A cura di Luca Pons
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Immagine di repertorio
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Crisi economica, umanitaria e climatica spingeranno le nuove partenze verso l'Europa, con flussi migratori che sembrano destinati a crescere ancora. L'agenzia Frontex, che si occupa della gestione dei confini – anche marittimi – dell'Unione europea, ha pubblicato la sua analisi dei rischi per l'anno prossimo. Nel documento si legge che nel 2024 il flusso di persone migranti verso l'Europa continuerà ad aumentare, come avvenuto quest'anno. I motivi hanno a che fare soprattutto con la situazione nei Paesi d'origine, legata alla "crisi economica globale e la crescente inflazione" che peggiora i "fattori di spinta socioeconomici", cioè le condizioni che spingono a partire dal proprio Paese. E "il più forte aumento delle migrazioni" si vedrà proprio "nel Mediterraneo".

L'analisi di Frontex si basa su quanto osservato a cavallo tra il 2022 e il 2023, e il riferimento delle previsioni è al periodo 2023/2024. Come noto, nel 2023 il flusso di persone migranti che hanno attraversato il Mediterraneo è fortemente aumentato rispetto agli anni precedenti. È "probabile", si legge, che le rotte del Mediterraneo (sopratutto centrale e orientale) avranno "una maggiore attività migratoria". Insomma, non sembra ipotizzabile che il numero di sbarchi diminuirà, nonostante il governo Meloni finora abbia deciso di non affrontare direttamente la questione.

Perché aumentano le partenze: crisi economica, diritti umani e clima

Il motivo di questo probabile aumento, come detto, è che le condizioni economiche globali "avranno un impatto negativo sulle condizioni di grandi popolazioni" nei Paesi di origine e di transito. Ad esempio, si spiega che "nella regione del Sahel in Africa nuovi spostamenti della popolazione stanno spingendo i rifugiati verso il Mediterraneo. Questi spostamenti sono causati dall'espansione di gruppo terroristici locali e dalla diffusa instabilità legata a numerosi conflitti – di recente gli intensi scontri in Sudan e il colpo di Stato in Niger, ma anche la scarsità di cibo nell'Africa orientale".

Motivi economici e politici, ma non solo. "Nei flussi dalla Libia e dalla Tunisia [quelli che interessano maggiormente l'Italia, ndr] ci sarà anche un numero crescente di migranti nord africani e da vari Paesi sub-sahariani. In questi Paesi le previsioni per il 2023/2024 sono preoccupanti dal punto di vista economico, della sicurezza, dei diritti umani e anche del clima". Con l'aggravarsi della crisi climatica, infatti, numerosi territori diventano sempre più inospitali, per la carenza di acqua e per la difficoltà nel coltivare il terreno.

Cosa cambierà rispetto agli anni scorsi nei flussi di migranti

Con l'aumento delle partenze ci saranno anche altri cambiamenti. Innanzitutto sembra plausibile che la rotta del Mediterraneo centrale sarà sempre più utilizzata da chi parte da Turchia, Libano e Siria, anche a causa dell'aumento dei collegamenti aerei tra le due aree geografiche, "che hanno già portato alla registrazione di migranti, come i siriani, tradizionalmente presenti solo nel Mediterraneo orientale, sulle rotte provenienti dalla Libia".

In più, è probabile che "l'alternarsi delle stagioni avrà meno impatto degli scorsi anni sulle migrazioni via mare". Infatti, "nel 2022 si è registrata una proliferazione di nuovi modus operandi. Si è diffuso l'utilizzo di imbarcazioni più capaci di tenere il mare (ma non per questo più sicure), come i pescherecci. Nella rotta dalla Tunisia, l'uso crescente di barchini di metalli improvvisati è stato fondamentale nel far crescere i numeri delle partenze. Il loro utilizzo, nelle stime di Frontex, è stato molto redditizio per i trafficanti, quindi è probabile che continuerà".

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