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Perché Macron e Meloni al G7 si sono scontrati sull’aborto e cosa può succedere ora

Scambio a distanza tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni: il primo ha detto che la tutela dell’aborto dovrebbe essere inserita nel documento finale del G7, la seconda ha criticato chi cerca di fare campagna elettorale durante il summit. I negoziati per le conclusioni del vertice continuano, ma la linea italiana è chiara: nessun nuovo riferimento all’interruzione di gravidanza.
A cura di Luca Pons
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Alla fine è emerso in superficie lo scontro sul tema dell'aborto al G7 di Borgo Egnazia, in Puglia, dove la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta presiedendo il summit internazionale. Già nei giorni scorsi era emersa una differenza di posizioni, limitata però solo a dichiarazioni di fonti diplomatiche: "fonti Ue" avevano fatto sapere che l'Italia si sarebbe opposta all'inserimento, nel documento finale del G7, di un punto sull'importanza di accesso "effettivo e sicuro" all'interruzione di gravidanza. Palazzo Chigi aveva smentito, dicendo che i negoziati erano ancora in corso e che una posizione finale non c'era, nonostante la linea del governo Meloni sul punto sia già stata molto chiara. Ieri però a entrare sul tema non è stata una delegazione diplomatica, ma il presidente francese Macron in persona.

Macron: "In Francia c'è una sensibilità diversa, di uguaglianza tra uomo e donna"

Interpellato dai cronisti sul tema – che, secondo alcune ricostruzioni italiane, sarebbe stato sollevato fin dall'inizio da fonti diplomatiche francesi con l'intento di creare uno scontro – Macron ha detto che gli "dispiace" il mancato inserimento della parola "aborto" nel testo finale: "Conoscete la posizione della Francia che ha inserito il diritto all'aborto nella Costituzione. Non è la stessa sensibilità che c'è nel vostro Paese". Il presidente ha continuato: "La Francia condivide una visione di uguaglianza tra uomo e donna, non è una visione condivisa da tutto lo spettro politico. Mi dispiace ma lo rispetto perché è stata la scelta sovrana del vostro popolo".

L'aborto è uno dei temi su cui Macron ha deciso di puntare anche politicamente, negli ultimi mesi. E certamente gli può tornare comodo, ora che si trova in piena campagna elettorale dopo l'exploit di Marine Le Pen alle elezioni europee, sottolineare la distanza tra le sue posizioni e quella della destra nell'ambito dei diritti riproduttivi. Dall'altra parte, anche al di là della campagna elettorale, è un fatto che negli ultimi anni il G7 abbia sempre preso posizione anche sul tema della salute sessuale e riproduttiva e sull'interruzione di gravidanza. Un aspetto che invece, nei documenti trapelati finora sul G7 italiano, sarebbe praticamente assente.

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Cosa ha risposto Giorgia Meloni

La presidente del Consiglio Meloni non ha voluto commentare nel merito, ma ha rivolto una critica direttamente a Macron (pur senza citarlo): "Non c'è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d'accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7″, ha dichiarato. La polemica sull'inclusione dell'aborto nel documento finale "è totalmente pretestuosa".

Il motivo per cui la polemica sarebbe inutile, secondo la premier, è che "le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l'aborto sia ‘sicuro e legale'. È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici", ha aggiunto. Insomma, nessun passo indietro (e nemmeno alcun passo avanti) rispetto a quanto dichiarato lo scorso anno.

Oggi si svolgerà la seconda giornata di sessioni del G7, con la partecipazione anche di Papa Francesco sul tema dell'intelligenza artificiale – sarà la prima volta che un pontefice prende parte al summit. Nel frattempo, i negoziati continueranno dietro le quinte per la stesura del documento finale. La linea italiana sembra dettata chiaramente: un semplice riferimento alle conclusioni dello scorso anno, e tanto basta. Resta da vedere se prima della presentazione del documento finale, prevista per sabato mattina, qualcosa cambierà.

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