Perché l’Unhcr vigilerà sui diritti umani nei centri per migranti in Albania
Non si sa ancora quando apriranno i centri per migranti in Albania, le strutture previste dal Protocollo firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L'avvio delle attività dei centri, che dopo precedenti rinvii era stata annunciata per il 1 agosto, è slitta ancora. E una data ufficiale ad oggi non c'è.
Il ministro dell'Interno Piantedosi, rispondendo a un'interrogazione del Pd dello scorso 7 agosto, ha detto che i ritardi sono da attribuire a "problemi tecnici legati alle condizioni geologiche del terreno che hanno richiesto un'attività di verifica e consolidamento, e all'ondata prolungata di caldo che ha determinato necessari rallentamenti dei lavori a tutela della salute dei lavoratori impegnati sul posto". Intanto l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, in virtù del proprio mandato di diritto internazionale di supervisionare l'applicazione della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 e di fornire protezione ai rifugiati, ha fatto sapere che monitorerà l'attuazione del protocollo, per contribuire a garantire che sia implementato in modo da salvaguardare i diritti e la dignità di coloro che vi sono soggetti, e cioè dei migranti che saranno spediti in queste strutture.
In una nota l'agenzia Onu specifica che "non ha partecipato alla negoziazione e allo sviluppo del Protocollo e ha richiesto, anche al Parlamento italiano, chiarimenti su alcuni aspetti del Protocollo. In recenti riunioni, il governo italiano ha fornito ulteriori informazioni sull'attuazione del Protocollo e ha ribadito il suo forte desiderio che sia in linea con il diritto e gli standard internazionali. Sulla base di uno scambio di lettere con il Ministero dell'Interno italiano, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati intraprenderà quindi un ruolo di monitoraggio e consulenza alle persone per garantire che il diritto di chiedere asilo sia tutelato e che i processi messi in atto ai sensi del Protocollo siano coerenti con gli standard internazionali e regionali sui diritti umani, siano equi e promuovano protezione e soluzioni per coloro che necessitano di protezione internazionale".
Nel suo ruolo di monitoraggio, che avrà una durata iniziale di 3 mesi, l'Unhcr cercherà di migliorare la protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati identificando e segnalando alle autorità competenti eventuali incoerenze con la legislazione internazionale sui diritti umani e sui rifugiati e con gli standard di buona pratica e sostenendo il rafforzamento delle garanzie di protezione. L'Unhcr inviterà le parti del Protocollo a garantire che le modalità di attuazione "non comportino l'esternalizzazione degli obblighi in materia di asilo e il trasferimento delle responsabilità, che sono contrari al diritto internazionale" e al termine del periodo di 3 mesi, l'Unhcr renderà disponibili le sue raccomandazioni al governo e agli altri attori interessati.
L'anno scorso il Consiglio d'Europa aveva già bocciato l'accordo Italia-Albania, proprio perplessità proprio sugli aspetti umanitari, sottolineando che il memorandum "solleva diverse preoccupazioni in materia di diritti umani e si aggiunge ad una preoccupante tendenza europea verso l'esternalizzazione delle responsabilità in materia di asilo".