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Covid 19

Perché l’OMS vuole vaccinare i medici di tutto il mondo entro un mese

A inizio 2021 l’Oms aveva lanciato un appello di solidarietà ai governi di tutti i Paesi (ma anche alle farmaceutiche), affinché nei primi 100 giorni dell’anno si iniziassero in tutto il mondo le campagne vaccinali, a partire dagli operatori sanitari. Ad oggi queste hanno preso il via in circa 70 Paesi, ma in diversi tra più poveri devono ancora iniziare a somministrare i vaccini.
A cura di Annalisa Girardi
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C'è ancora meno di un mese di tempo per raggiungere la vaccine equity, cioè una vaccinazione equa contro il coronavirus a livello mondiale. Si tratta di un'iniziativa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per assicurare una piena cooperazione e solidarietà tra i Paesi nella campagna vaccinale: in particolare, l'obiettivo è quello di garantire che la vaccinazione di operatori sanitari e anziani sia in corso in tutti i Paesi entro i primi 100 giorni dell'anno.

"Invito tutti i leader mondiali ad accelerare la spinta per la Vaccine Equity, a partire dagli operatori sanitari e dalle persone a più alto rischio di contrarre il Covid-19. Ciò include il potenziamento della produzione di vaccini e il rifiuto del nazionalismo dei vaccini in ogni momento. Abbiamo ancora 27 giorni per agire insieme", ha scritto su Twitter il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

L'appello, rivolto ai leader mondiali, a tutti i governi, ai produttori di vaccini e all'Agenzie regolatorie, è stato lanciato all'inizio dell'anno. La scadenza per questo obiettivo è fissata al 7 aprile: entro quella data l'Oms spera che la campagna vaccinale sia stata avviata in ogni Paese del mondo, a partire da sanitari e anziani, "come simbolo di speranza per superare sia la pandemia che le diseguaglianze che sono alla radice di tante sfide sanitarie globali".

A inizio 2021 l'Oms ha pubblicato una Dichiarazione in cui si sottolinea che "grazie a uno sforzo scientifico senza precedenti" la campagna vaccinale sia già iniziata in più di 70 Paesi in tutto il mondo. Allo stesso tempo però l'Oms afferma anche che "nella maggior parte dei Paesi poveri o a basso reddito le vaccinazioni non sono nemmeno iniziate, il che è una catastrofe dal momento che gli ospedali si stanno riempiendo". Per questa ragione è stata lanciata l'iniziativa di solidarietà, il cui scopo finale è appunto quello di correggere almeno in parte tale ingiustizia. Ma non solo: è anche una questione di salute pubblica mondiale. "Diverse varianti stanno dimostrando una maggiore trasmissibilità e anche una resistenza agli strumenti sanitari necessari per sconfiggere questo virus. Il miglior modo per porre fine alla pandemia, fermare le varianti future e salvare vite è quello di limitare la diffusione del virus vaccinando velocemente ed equamente, a partire dai lavoratori sanitari", si legge ancora sul sito dell'Oms.

Per questa ragione il direttore generale dell'Organizzazione ha chiesto a tutti i Paesi di iniziare la campagna vaccinale, nei primi 100 giorni dell'anno, a partire da operatori sanitari e soggetti a rischio. Questo obiettivo è raggiungibile solo se i leader decidono che questa è la priorità. L'Oms sottolinea ancora che attraverso meccanismi come il Covax esistono già dei modi per condividere tecnologie e know how, aumentando così la produzione dei vaccini e assicurando una distribuzione equa e tempestiva.

E infatti, come anticipato, l'appello dell'Oms non è rivolto solamente ai governi (affinché i vaccini anti-Covid siano distribuiti gratuitamente nel rispetto delle priorità sanitarie), ma anche direttamente alle aziende produttrici, quindi alle case farmaceutiche: a queste si chiede di condividere gli elementi necessari per aumentare la produzione dei vaccini e incrementare quindi le scorte mondiali per gli anni a venire. "Le persone in tutto il mondo, inclusi gli operatori sanitari che ci hanno supportato attraverso questa crisi, fanno affidamento ai leader affinché facciano ciò che è giusto e intelligente in questo momento cruciale. La storia ci giudicherà duramente se falliamo", conclude l'Oms.

Oggi Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella conferenza stampa dall'Oms in cui ha parlato della sospensione precauzionale del vaccino AstraZeneca, ha ribadito: "La minaccia più grave che molti Paesi stanno affrontando ora è l'impossibilità di accedere alle vaccinazione contro il Covid-19. Quasi ogni giorno ricevo telefonate da leader politici da tutto il mondo che mi chiedono quando il loro Paese riceverà il vaccino con il meccanismo Covax".

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