Perché l’Italia può fare a meno dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson a giovani e under 60
La somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson potrebbe presto essere vietata per i più giovani. Una scelta precauzionale che deriverebbe da un rapporto rischi/benefici non più vantaggioso come negli scorsi mesi, soprattutto grazie a una circolazione del virus più bassa che in passato, di fronte al rischio – comunque molto basso – di gravi reazioni. La campagna vaccinale, però, non dovrebbe risentire più di tanto di un’eventuale divieto di somministrare questi vaccini agli under 60 (o, comunque, a persone più giovani) perché in queste settimane le consegne delle dosi di Pfizer sono ingenti e forse persino superiori alla capacità di somministrazione dell’Italia. Inoltre resta una buona fetta di persone con più di 60 anni (e ancor più di 50) da vaccinare, il che consente di non sprecare queste dosi che, in ogni caso, potrebbero anche essere riutilizzate per il programma Covax, fornendole ai Paesi più poveri e con minori capacità di acquisto dei vaccini anti-Covid.
Quanti over 60 devono ancora essere vaccinati
In Italia sono ancora oltre 3,5 milioni gli italiani con più di 60 anni in attesa della prima dose del vaccino anti-Covid. A cui si aggiungono tante seconde dosi con AstraZeneca, cioè i richiami di chi ha già ricevuto la prima volta il preparato di Oxford negli scorsi mesi. Gran parte delle seconde dosi, comunque, riguarda anche Pfizer e Moderna. Al momento mancano 396mila prime dosi per gli over 80 (e 754mila seconde dosi, ma molto spesso di Pfizer e Moderna, come detto), 1,02 milioni di prime dosi nella fascia 70-79 anni (con 3,66 milioni di seconde dosi) e 2,18 milioni di prime dosi nella fascia 60-69 anni (più 5,2 milioni di seconde dosi). In totale mancano la prima dose a 3.598.135 milioni di persone con più di 60 anni (a cui si aggiunge una parte dei 9 milioni di seconde dosi mancanti) che potrebbero ricevere il vaccino AstraZeneca o quello Johnson & Johnson, così come raccomandato dall’Aifa ed evitando così di sprecare queste dosi.
Le dosi consegnate in Italia di Pfizer e Moderna
Nelle ultime settimane le consegne dei vaccini di Pfizer e Moderna sono aumentate, il che potrebbe permettere di rinunciare a parte dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson, somministrando i vaccini a Rna messaggero ai più giovani. Prendiamo come riferimento le consegne dal primo maggio ad oggi, dividendole in più blocchi: dal primo all’11 maggio sono arrivate 2,17 milioni di dosi Pfizer e 672mila Moderna; dal 12 al 21 maggio 4,30 milioni di Pfizer e 442mila di Moderna; dal 22 al 31 maggio 2,16 milioni di Pfizer e 710mila di Moderna; ma soprattutto dall’1 al 9 giugno 6,31 milioni di Pfizer e 361mila di Moderna. In totale parliamo, solo per i primi giorni di giugno, di 6,67 milioni di dosi arrivate in Italia. A fronte di 4,88 milioni di dosi somministrate – tra tutti i vaccini, compresi AstraZeneca e Janssen – negli stessi giorni. Dal 22 al 31 maggio, invece, le dosi somministrate sono state 4,92 milioni; dal 12 al 21 maggio 5,02 milioni; dall’1 all’11 maggio 4,99 milioni. Di fatto questo vuol dire che l’Italia riceve più dosi di Pfizer e Moderna, almeno in questi ultimi giorni, di quanti vaccini riesce a somministrare comprendendo anche gli altri due autorizzati.
Le prossime consegne di Pfizer e Moderna
Nelle prossime settimane, da qui a fine mese, le consegne di Pfizer potrebbero essere in linea con le cifre registrare negli ultimi giorni: nei prossimi 20 giorni, infatti, l’Italia dovrebbe ricevere ancora circa 11 milioni di vaccini Pfizer: l’azienda farmaceutica, infatti, deve ancora consegnare queste dosi per rispettare il contratto preso con l’Ue, ma non è neanche escluso che le dosi siano di più, anticipando – come già successo nello scorso trimestre – le consegne previste per i mesi successivi. A queste consegne si aggiungono gli 1,8 milioni di Moderna. Vorrebbe dire ricevere quasi 13 milioni di dosi in 20 giorni: come detto l’Italia in queste settimane è riuscita a somministrare mediamente, in 20 giorni, circa 10 milioni di dosi. Pur accelerando, quindi, resterebbe un certo margine. E va comunque ricordato che le dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson possono essere dati agli over 60 senza alcuna interruzione. Come d’altronde già avviene in molte Regioni, che inoculano questi vaccini quasi solamente a persone con più di 60 anni.