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Perché l’Italia è contraria al nuovo regolamento Ue per eliminare gli imballaggi monouso

Alcuni giorni fa la commissione Ambiente a Bruxelles ha approvato un regolamento che punta ad abbandonare gli imballaggi monouso, come la busta dell’insalata o quella dello zucchero. L’Italia, però, è contraria: ecco perché.
A cura di Annalisa Girardi
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Dal ketchup all'insalata, stop a buste e bustine monouso: è quello che succederebbe se entrasse subito in vigore il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi, licenziato dalla commissione Ambiente di Bruxelles. Il testo deve ancora essere votato nella plenaria del Parlamento europeo, passaggio necessario per iniziare poi il negoziato con il Consiglio Ue. Ma è un primo passo verso l'addio alle confezione monouso, particolarmente usate nel settore alberghiero e in quello della ristorazione. Il provvedimento fa parte del nuovo Regolamento europeo per la riduzione dei rifiuti e ha un obiettivo preciso: quello di abbandonare imballaggi che possono essere utilizzati una sola volta – e vanno poi gettati – per favorire invece il riutilizzo.

Un piano che però non piace all'Italia, che invece è esempio a livello europeo nel campo del riciclo. Per questa ragione il nostro Paese si sta opponendo al nuovo regolamento. "Il voto in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio", ha commentato qualche giorno fa il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Per poi aggiungere: "Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l'ambiente e affermando i più avanzati principi dell'economia circolare".

Se il regolamento dovesse essere approvato sparirebbero gli imballaggi monouso usati per condimenti, conserve e salse, oggi diffusissimi nei settori di ristorazione e catering. Verrebbero abbandonate anche le bustine, le vaschette e tutti gli imballaggi per la frutta e la verdura che oggi troviamo sugli scaffali dei supermercati. Anche il settore alberghiero dovrebbe affrontare dei cambiamenti: verrebbero infatti eliminati anche tutti i contenitori monouso che ora si utilizzano nelle stanze degli hotel per contenere bagnoschiuma, shampoo, sapone per le mani e altri prodotti per l'igiene.

Il regolamento, come abbiamo detto, punta al riutilizzo. Dal 1° gennaio del 2030 almeno il 20% delle bevante dovrebbe essere confezionato in lattina o bottiglietta con imballaggi riutilizzabili. Entro la fine del 2027, invece, le bevande sfuse consumate sul posto dovrebbero essere vendute in un bicchiere riutilizzabile. In entrambi i casi, di mezzo ci sono anche le elezioni europee del 2024.

"L'industria italiana aveva fatto negli ultimi dieci anni ingenti investimenti per il riciclo. Siamo secondi al mondo per riciclo dei rifiuti industriali. Sono miliardi di investimenti all'anno che vengono cancellati con un tratto di penna. La cosa che mi preoccupa è che ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio", ha commentato, da parte sua, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

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