Perché l’inflazione scende ma i prezzi di alcuni prodotti continuano ad accelerare
L'Istat ha pubblicato il suo ultimo aggiornamento sui numeri dell'inflazione in Italia. I prezzi continuano a salire a ritmi molto elevati (sono più alti del 10,1% rispetto a un anno fa, nessun altro Paese nell'Unione europea è a questo livello) anche se c'è un rallentamento rispetto a novembre e dicembre. Alcuni dati, però, indicano che per tornare a un andamento dei prezzi ‘normale' servirà ancora molto tempo. Alessandro Brunetti, ricercatore dell'Istituto nazionale di statistica, ha dato a Fanpage.it un quadro della situazione.
L'inflazione è tornata a scendere, anche se resta su livelli che non si vedevano dal 1984. Si può dire che stiamo entrando in una fase in cui i prezzi cresceranno più lentamente?
Sì, ci sono dei segnali che vanno in questa direzione. Il rallentamento è dovuto in primo luogo a due componenti: i beni energetici, ad esempio i carburanti, il gas e la luce, e gli alimentari non lavorati, come frutta e verdura freschi. Questi sono beni tradizionalmente volatili, il loro prezzo cambia molto e molto velocemente. Per gli alimentari, l'aumento del prezzo è passato da 9,5% a 8%. Per i beni energetici regolamentati (tra cui il carburante), il dato è passato dal 70,2% al -10,9%. Lo scorso anno hanno guidato l'inflazione verso l'alto, adesso iniziano a rallentarla. Se guardiamo oltre queste due categorie di prodotti, però, la tensione sui prezzi è ancora diffusa.
Cosa significa?
Ci sono prodotti che hanno più ‘rigidità': il loro prezzo non varia in modo così rapido e ampio come accade ad esempio con l'energia, ma hanno anche una maggiore inerzia. Ci mettono più tempo a salire nel prezzo, e salgono meno di altri, ma sono più lenti anche a scendere. L'inflazione di base, che si calcola escludendo proprio i beni energetici e gli alimentari non lavorati per avere un'idea dell'andamento nel medio periodo, a gennaio ha ancora accelerato. È passata dal 5,8% al 6%.
Quindi il dato generale scende perché cala l'inflazione su energia e alimentari freschi, ma in realtà i prezzi di molti prodotti continuano ad accelerare?
Sì, per adesso. Dopo il picco di novembre, ultimamente abbiamo visto una tendenza al rallentamento dell'inflazione, prima a dicembre e poi ancora di più a gennaio. Se dovesse continuare la fase di rientro dei prezzi, ad esempio dei beni energetici, è possibile che questo porterà a un affievolimento, lento e progressivo, anche nelle altre categorie. Ma servirà più tempo, e che questa fase di calo dell'inflazione si prolunghi. Non succederà di colpo. Proprio come quando l'inflazione è aumentata: sono saliti rapidamente i prezzi di alcuni prodotti, in particolare l'energia e gli alimentari, e poi questo aumento si è trasmesso anche ad altri settori.
Quali sono quei beni che continueranno ad avere prezzi più alti?
A gennaio i prezzi hanno accelerato soprattutto per tre categorie: beni alimentari lavorati, beni non durevoli e servizi relativi all'abitazione.
Nel concreto, cosa si intende?
I beni alimentari lavorati sono tutti quegli alimenti confezionati che sono il frutto di una lavorazione industriale. Dall'altra parte ci sarebbero gli alimentari non lavorati che, come ho detto, sono quelli freschi: frutta, verdura, carne… I beni non durevoli possono essere, ad esempio, i medicinali. Sono prodotti che si acquistano per essere consumati. Al contrario, ad esempio, di un armadio o un'automobile, che sono beni durevoli. E infine i prezzi hanno continuato ad accelerare nei servizi relativi all'abitazione. Qui si parla soprattutto di affitti, ma anche di tutte quelle spese legate a una casa, come la manutenzione ordinaria dell'abitazione, spese condominiali… Tutti questi ambiti hanno visto ancora un aumento dei prezzi più rapido.
Questo spiega perché l'Indice dei prezzi al consumo, che indica con quanta rapidità salgono i prezzi, è più alto in Italia rispetto a tutti gli altri Paesi dell'Unione europea?
Beh diciamo che, rispetto a dicembre 2022, abbiamo avuto una riduzione del tasso di inflazione davvero significativa. L'Indice dei prezzi al consumo è sceso di quasi un punto e mezzo, dal 12,3% di dicembre al 10,9% di gennaio. Ma partivamo comunque da un tasso di inflazione più elevato degli altri Paesi. Per tornare a valori di normalità servirà più tempo.
Nella situazione attuale, quali fasce di popolazione soffrono di più per l'andamento dell'inflazione?
Su questo i nostri dati non sono aggiornati tutti i mesi, ma abbiamo un'idea piuttosto chiara del fenomeno. Prendendo la popolazione italiana, dividiamo le famiglie in base a quanto spendono per acquistare beni di consumo. Le famiglie che spendono di meno solitamente sono quelle che ‘pagano più caro' l'aumento di inflazione.
Perché?
Perché una parte importante della loro spesa è dedicata all'energia e ai prodotti alimentari, che sono i beni con le variazioni più significative. All'altro estremo ci sono le famiglie che spendono di più: i loro consumi sono divisi tra tante categorie di beni, e nel complesso la variazione dei prezzi ha un impatto più basso.