Perché le scuole resteranno aperte
Le scuole non chiuderanno. Neanche quelle superiori. E la didattica a distanza non sostituirà completamente le lezioni di presenza. Ad assicurarlo è la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Che nella serata di ieri ha detto un secco no a quei presidenti di Regione che avanzavano l’ipotesi di chiudere le scuole superiori per provare a risolvere il problema dell’affollamento sui mezzi del trasporto pubblico locale. L’idea è stata subito bocciata dalla titolare del ministero dell’Istruzione, secondo cui dopo i mesi di chiusura a causa del lockdown i più giovani devono ritrovare la socialità anche nelle classi. Anche perché, come più volte detto da Azzolina negli ultimi giorni, nelle scuole i contagi sono pochi e i numeri non preoccupano.
Con il nuovo dpcm sospese le gite scolastiche
Il nuovo dpcm non modifica, quindi, le norme attualmente in vigore per la scuola, con i protocolli adottati dall’inizio dell’anno scolastico che non variano e che consentono, comunque, di ricorrere in parte alla didattica a distanza per le scuole superiori. Ma senza chiudere gli istituti. Il dpcm introduce, però, un’altra novità per le scuole: sono “sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio, da svolgersi nei casi in cui sia possibile garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e di sicurezza vigenti”. Niente più gite, quindi, almeno per il momento.
Azzolina: ragazzi devono rimanere a scuola
Azzolina è tornata questa mattina sulla decisione di non chiudere le scuole, contrariamente a quanto chiesto da alcune Regioni. Parlando con l’Ansa spiega: “I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere. Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove”. Azzolina ribadisce la sua posizione: “I numeri e le analisi dell'Istituto superiore di sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. L'attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo”.