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Covid 19

Perché le restrizioni per i viaggiatori dalla Cina volute dal governo si sono rivelate del tutto inutili

In un’intervista a Fanpage.it l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco spiega perché l’obbligo di tampone in ingresso a chi arriva dalla Cina è stata una misura del tutto inefficace, che non andrebbe prorogata. “Fare test a tappeto, in quella maniera, serve solo a dare l’illusione di poter bloccare i positivi”, ha detto l’esperto a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci ieri ha spiegato che il governo sta valutando la possibilità di non prorogare la misura anti Covid introdotta lo scorso 28 dicembre, con l'ordinanzaMisure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'epidemia da COVID-19 concernenti gli ingressi dalla Cina'.

Il governo Meloni meno di un mese fa ha disposto l'obbligo di effettuare un tampone antigenico a tutti i soggetti in ingresso dal Paese asiatico. Il ministro ha detto che dopo la scadenza del 31 gennaio l'esecutivo potrebbe decidere di interrompere i controlli sui passeggeri dei voli dalla Cina. Non è stata ancora presa una decisione ufficiale, al momento si tratta solo di un'ipotesi, e il ministero della Salute valuterà nei prossimi giorni la situazione.

Proprio ieri le autorità sanitarie cinesi hanno comunicato i dati sui decessi legati al Covid negli ospedali, tra il 13 e il 19 gennaio: sono 12.658. In questo modo il bilancio ufficiale sale a 72.596 morti dall'8 dicembre, quando le autorità hanno iniziato a smantellare la politica ‘zero Covid'.
Tra questi quasi 13.000 decessi, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) distingue tra 681 decessi causati direttamente dal Covid e 11.977 casi in cui hanno giocato un ruolo anche altre patologie sottostanti.
L'ultimo aggiornamento dell'istituto riporta più di 470.000 ricoveri per Coronavirus a livello nazionale, di cui circa 52.000 in condizioni gravi (Dalla fine di dicembre, la Cina è passata da bollettini giornalieri sulle infezioni e sui decessi a bollettini settimanali).

Cosa comporta dunque la rimozione di queste restrizioni all'ingresso in Italia? Lo abbiamo chiesto all'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, secondo cui una misura di questo tipo non ha alcun senso. "Certamente sì, il governo fa bene a valutare di togliere quest'obbligo per i viaggiatori dalla Cina. Quando era stata introdotta avevo già espresso il mio parere in merito. Una misura del genere avrebbero fatto bene a non introdurla affatto, è stata fatta una scelta sulla base di una spinta politica", ha detto a Fanpage.it.

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"Bisogna fare un ragionamento e chiederci se serva davvero un filtro di questo tipo, per capire se davvero sono utili dei controlli all'ingresso in aeroporto. È la stessa Organizzazione mondiale della sanità a ritenerli inefficaci. Nel caso specifico, non ha senso fare un tampone a chiunque arrivi dalla Cina, dopo un viaggio in aereo di diverse ore: se trovo un positivo o blocco tutti i passeggeri, oppure è inutile poi lasciare passare 10 o 20 persone che pur non essendo state identificate come positive con il test all’ingresso si sono comunque contagiate".

"Ha poco senso anche perché – ha spiegato il professore – in giro, nelle città italiane, ce ne sono già parecchi di positivi. È normale che sia così nel corso di un'ondata pandemica. Dunque fare test a tappeto, in quella maniera, serve solo a dare l'illusione di poter bloccare i positivi".

"L'unica possibilità per ottenere dei vantaggi da un sistema come questo sarebbe poter fare a tutti i positivi il sequenziamento del virus in modo capillare, se non ci fidiamo del sequenziamento operato dalle autorità cinesi, perché magari non riteniamo attendibile la loro trasmissione dei dati. Ma non abbiamo i mezzi per fare questo tipo di lavoro, non riusciamo a sequenziare tutti i positivi che troviamo. L'unico modo potrebbe essere magari effettuare un sequenziamento a campione", ha detto ancora Lopalco. "Ma in ogni caso si presenta poi il problema della gestione dei positivi. Insomma è stata la classica azione di sanità pubblica fatta giusto per fare qualcosa, per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini".

"Del resto quello che sta circolando in Cina è lo stesso virus che sta circolando da noi. Loro stanno avendo ora lo stesso dramma che noi abbiamo vissuto nella prima ondata. Tutto questo è causato dalla strategia Zero covid unita a una popolazione molto poco vaccinata, che non ha fatto infezione naturali. Non è paragonabile quella situazione alla nostra. In Italia abbiamo una popolazione ormai ampiamente resistente al virus, le persone hanno fatto le 3 dosi e in più hanno gli anticorpi per le reinfezioni, c'è un'alta immunità di popolazione".

"Preoccupato perché il governo ha mollato sui vaccini"

A proposito del sottolignaggio di Omicron XBB.1.5, anche nota come Kraken, l'Ecdc si è espresso pochi giorno fa, dicendo che presto questa variante prenderà il sopravvento anche in Europa, dopo essere esplosa negli Stati Uniti. Secondo il Centro europeo per il Controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), Kraken potrebbe diventare dominante in Europa nel giro di uno o due mesi.

"A maggior ragione se dovessimo seguire quello che dice l'Ecdc dovremmo guardare a Occidente, non a Oriente", ha detto Lopalco. "In Italia Kraken non è ancora dominante, in alcuni paesi europei ha iniziato a diffondersi. Come abbiamo osservato in precedenza, quando si individua una nuova variante, nel giro di 4-5 settimane questa si diffonde. Ma è solo una delle tante varianti di Sars-CoV-2. L'importante è che chi non è protetto si attivi".

In generale Lopalco ritiene "ragionevole" la linea del governo sulle cosiddette misure non farmacologiche, come mascherine e isolamento – Schillaci ha ricordato che i casi non sono aumentati da quando l'isolamento dei positivi asintomatici è limitato a 5 giorni e se ne può uscire senza bisogno di fare il tampone – ma l'epidemiologo si è detto "preoccupato per il calo di attenzione sulle vaccinazioni".

"I richiami – ha sottolineato Lopalco – non sono mai decollati, perché oggettivamente il Servizio sanitario nazionale ha mollato sulla copertura vaccinale. Basti pensare agli hub chiusi, e alla fine degli straordinari per i medici. Ma non dobbiamo dimenticarci che le quarte dosi sono fondamentali per proteggere i deboli".

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