Perché le politiche del governo contro il caro voli non funzionano e i prezzi sono alle stelle
A tre settimane dal Natale, milioni di italiani si preparano a tornare a casa per festeggiare con la propria famiglia. Anche se per molti, anche quest'anno, il viaggio diventerà rapidamente un incubo. Soprattutto per chi deve tornare in Sicilia e Sardegna ed è sostanzialmente obbligato a prendere un aereo. Bene, quel volo sarà un "salasso" – parola di Assoutenti – che costerà più di quanto speso in regali per tutta la famiglia, compresi i cugini e gli zii. Di caro voli si torna a parlare, anche in questo caso, a ridosso del periodo natalizio. Anche perché – almeno per ora – non è cambiato sostanzialmente nulla, nonostante gli interventi rivendicati dal governo Meloni.
Gli algoritmi, visto l'elevato numero di richieste, fanno aumentare i prezzi dei biglietti, che schizzano a cifre astronomiche per tratte che – in altri periodi dell'anno – si possono attraversare con poche decine di euro. E al netto di qualche iniziativa spontanea – come quella della Regione Sicilia, che ha deciso di rimborsare il 50% del costo dei biglietti, ma solo ai residenti – non ci sono grosse novità. I tanti "fuori sede" – che si tratti di studenti o lavoratori – che hanno la famiglia lontana si dovranno arrangiare anche quest'anno.
Nei mesi scorsi, con il decreto Asset, il governo Meloni è intervenuto per "rafforzare i poteri di controllo dell'Agcm sul coordinamento algoritmico delle tariffe aeree". E ora il ministro Urso lo rivendica: "Abbiamo fornito all’Antitrust gli strumenti per agire e l’indagine avviata è la dimostrazione che il nostro decreto legge e le norme in esso contenute, stanno funzionando".
Questi, in realtà, sono gli unici risultati raggiunti con l'intervento del governo: i tavoli di confronto al ministero del Made in Italy – il secondo appuntamento, dopo il primo a settembre, si è tenuto un paio di settimane fa – e l'apertura, da parte dell'Antitrust, di un'indagine conoscitiva, sempre venti giorni fa. A tre settimane dal Natale, insomma, ai tanti che dovranno viaggiare non restano molte alternative: chi può pagare il biglietto lo faccia, poi si vedrà.