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Perché l’economia del Sud va meglio del resto d’Italia

Nel 2023, il Pil delle Regioni meridionali è salito dell’1,3%, un dato sopra la media nazionale. Lo stima l’associazione Svimez, spiegando che l’aumento è stato legato soprattutto agli investimenti pubblici dopo il Covid (anche con i fondi del Pnrr) e al boom dell’edilizia, dovuto in buona parte al Superbonus.
A cura di Luca Pons
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Il Pil dell'Italia lo scorso anno è aumentato dello 0,9%. Quello del Mezzogiorno, invece, dell'1,3%. È una differenza non da poco, anche perché le Regioni del Sud in media sono cresciute più di tutte le altre. Non avveniva dal 2015. Un dato dovuto alla performance della Sicilia, che con il +2,2% è stata la Regione con la crescita più alta del Paese, ma non solo. A spiegarlo è Svimez, l'associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, in un rapporto pubblicato proprio nel giorno in cui il Parlamento approva l'autonomia differenziata.

La presidente del Consiglio Meloni ha commentato questo dato dicendo che il suo governo ha scelto di fare "l’esatto contrario delle logiche del passato incentrate su politiche meramente assistenziali, soprattutto nel Mezzogiorno". Tuttavia, il rapporto di Svimez ha sottolineato come alla base di questa crescita ci sono soprattutto due elementi: il settore delle costruzioni – fortemente alimentato dal Superbonus – e gli investimenti pubblici messi in campo durante e dopo la pandemia, anche grazie al Pnrr.

In cosa è cresciuto il Sud Italia

"La crescita più accentuata del Pil meridionale è stata sostenuta soprattutto dalle costruzioni (+4,5%, quasi un punto percentuale in più della media del Centro-Nord)", si legge. In generale, le costruzioni hanno trainato la crescita del Pil in quasi tutte le Regioni italiane, (+10,3% nel Lazio, +8,4% nella Basilicata, + 4,7% in Veneto), con delle eccezioni nel Nord Ovest, ma è stato il Sud ad avere l'effetto medio più consistente.

Come avvenuto anche in buona parte del Paese, l'industria meridionale ha fatto registrare un calo, anche se più contenuto rispetto al Centro e al Nord-Ovest. Nel settore dei servizi il Sud (+1,8%) è cresciuto leggermente più del Centro-Nord (+1,6%). Solo nell'agricoltura il Meridione ha perso più nella media nazionale, soprattutto a causa del duro -9,5% dell'Abruzzo e -8,7% della Puglia. Anche se va detto che è solo il Nord Ovest ad andare bene nel settore agricolo (+9,9% in Valle D'Aosta, +5,9% in Piemonte, +7% in Lombardia), mentre in tutto il resto d'Italia il comparto fatica.

Per di più, al Sud è migliorato anche il dato sull'occupazione, con un +2,6% rispetto a una media nazionale di +1,8%. E le esportazioni sono cresciute del 14,2%, contro il leggero calo del Centro-Nord. Insomma, una fase decisamente positiva per l'economia meridionale rispetto a quella del resto d'Italia. Con delle differenze, certo: i numeri del 2023 sono stati ottimi in Sicilia, buoni in Abruzzo, Molise, Campania e Calabria, ma meno entusiasmanti in Puglia e Basilicata, entrambe sotto l'1%. Queste due Regioni, peraltro, si trovano in situazioni opposte. La Puglia, nonostante il forte calo dell'agricoltura, è la Regione che dal 2019 a oggi è cresciuta di più in Italia. La Basilicata, al contrario, ha subito il calo più brusco (-5,7%) nel periodo 2019-2023, e l'anno scorso si è ‘aggrappata' a un netto +8,4% nelle costruzioni.

Come ha fatto il Meridione a raggiungere questi risultati

I dati del 2023 si spiegano con la "fase di ripresa post-Covid iniziata nel 2021″, ha spiegato Svimez. Anche guardando alla crescita complessiva dal 2019 al 2023, il Sud (+3,7%) è cresciuto più del Centro-Nord (+3,4%), ed è stato superato solamente dal Nord Est. Così, si è evitato che la pandemia – almeno da questo punto di vista – aggravasse il divario Nord-Sud. Ed è stato soprattutto grazie alla "inedita intonazione di segno marcatamente espansivo della politica di bilancio".

Insomma, da una parte le misure che hanno spinto il settore delle costruzioni, come il Superbonus, e dall'altra gli interventi dei governi negli anni successivi al Covid, che hanno portato a un forte "avanzamento degli investimenti pubblici" e degli "investimenti in opere pubbliche" nel Sud. Per questo ultimo aspetto, poi, bisogna dare parte del merito agli investimenti del Pnrr e alla spesa dei Fondi di coesione europei. Basta dire che nel 2023, quasi la metà della crescita del Pil del Mezzogiorno (circa mezzo punto percentuale) è stata dovuto ai maggiori investimenti pubblici. L'impatto degli investimenti è stato forte soprattutto in Sicilia, dove comunque anche l'industria ha fatto registrare una crescita dopo anni di calo.

Sono state meno efficaci, invece, le misure che hanno mirato ad aiutare le imprese. Infatti, queste hanno avuto un impatto superiore al Centro-Nord rispetto al Sud, anche perché nel Meridione c'è una minore presenza di grandi imprese. E queste sono sempre favorite quando vengono lanciati degli interventi "a domanda", perché sono più attrezzate per gestire le procedure burocratiche previste per la richiesta, e anche per soddisfare i requisiti di ammodernamento tecnologico fissati dal Pnrr.

A questi due punti (costruzioni, con il sostegno del Superbonus, e investimenti pubblici in generale, anche grazie al Pnrr) si aggiunge poi la buona performance del settore terziario. Sono cresciute diverse attività nei settori del trasporto e della comunicazione, e per quanto riguarda il turismo, anche se nel Centro-Nord gli arrivi sono stati maggiori, al Sud c'è stata una percentuale più alta di turisti stranieri. Che, come mostrano le statistiche, tendenzialmente spendono molto di più di quelli italiani.

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