Prima regola: nella satira non ci sono regole. Che poi la satira è nata in conseguenza di prevaricazioni che impedivano il respiro, ed ha nel suo dna proprio il rifiuto delle regole imposte dal più forte. Per questo la satira è una cosa seria e non può essere usata come il cavallo di Troia per nascondere un insulto. Anche se qualcuno abbocca e in nome della libertà di pensiero pensa sia lecito difendere uno che sta prendendo a calci in culo la gente perché "se lui si sente libero così perché mai dovrebbe smettere?"
Perciò qui si tratta di partire dai fondamentali. Cioè che cosa è satira? "La satira è un punto di vista con un po' di memoria". Vero. E la distanza temporale dalla tragedia (spiegava Luttazzi durante un monologo tradotto) è fondamentale quanto maggiore è la tragedia a cui si fa riferimento nella battuta. Vi faccio io un esempio: oggi potremmo sorridere pensando a un uomo primitivo che viveva nelle caverna e si azzuffava per un coniglio morto suonando la clava in testa al suo vicino di caverna. Ma nessuno di noi, nessuno di noi con un po' di sale in zucca, intendo dire, potrebbe oggi ridere di due clochard che davanti a un cassonetto della nettezza si sono azzuffati stamani per i resti buttati dal ristorante all'angolo ieri sera.
Per lo stesso motivo per cui non si può ridere dei due clochard non si può ridere della trasformazione di Renzi nel copilota dell'aereo (o come direbbe la Santanchè nell'autista del pullman). E non si può riderne almeno per quattro motivi:
1) La tragedia è troppo vicina.
2) Renzi, pur con i suoi difetti, con l'aereo caduto c'entra (come si dice a Firenze) quanto il culo con le quarant'ore. Cioè niente.
3) Se fai una battuta e il tuo obiettivo (Renzi) quando vede la vignetta sa che quella vignetta gli porterà al massimo un po' di simpatia in più, hai fallito l'obiettivo prima ancora di cominciare.
4) Davvero per criticare un presidente del consiglio (con cui un giorno sì e l'altro no dici di voler trattare, ma questo è un altro discorso ancora), c'è bisogno dell'esasperazione dei toni? Dell'insulto? Dell'adunata della folla che su web dovrebbe condividere il tuo attacco frontale neanche fosse il gazzettino web sovietico all'epoca di Stalin?
PS. E comunque, a proposito di satira, lasciamo in pace Aristofane. E soprattutto le famiglie delle vittime della follia omicida del copilota.