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Perché la proposta della Lega contro le Soprintendenze rischia di aiutare speculatori e distruggere territori

Ridimensionare i poteri delle Soprintendenze in nome della sburocratizzazione. È la proposta della Lega su cui si è consumato uno scontro nella maggioranza, culminato con il ritiro dell’emendamento al dl Cultura. “Le Soprintendenze sono un presidio di legalità e di tutela della qualità della vita dei cittadini”, dice a Fanpage.it la deputata M5S in Commissione cultura Anna Laura Orrico. “Così si devastano territori e si agevolano gli speculatori”.
A cura di Giulia Casula
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Nelle ultime quarantotto ore attorno al decreto Cultura si è consumato uno scontro interno alla maggioranza, che ha visto lo stesso ministro Alessandro Giuli intervenire per placare l'alleato leghista e ricordare a Matteo Salvini di non sconfinare dalle competenze del suo ministero.

Ma facciamo un passo indietro. Il contrasto nasce dall'emendamento presentato dal deputato Gianangelo Bof che voleva ridimensionare fortemente il ruolo delle Soprintendenze, ovvero quegli organi incaricati tra le altre cose di autorizzare la realizzazione di lavori sui beni di interesse storico e culturale del nostro Paese. La proposta della Lega interveniva sul Codice dei beni culturali trasformando da "vincolanti" a solo "obbligatori" una serie di pareri – esclusi quelli su opere storiche e grandi monumenti – resi dalle Soprintendenze.

Con l'obiettivo dichiarato di "limitare lo strapotere" di questi organi, mettere un freno alla burocrazia e dare più autonomia ai Comuni, l'emendamento puntava a svuotare le funzioni delle Soprintendenze in diversi ambiti. Principalmente interventi urbani e paesaggistici come, ad esempio, l'affissione di cartelli pubblicitari vicino a beni tutelati dalla legge. Ma a far finire i giochi ci ha pensato il ministero della Cultura che ha espresso pare negativo sull'emendamento chiedendone il ritiro.

Dopo aver annunciato di voler tirare dritto sulla proposta, alla fine la Lega ha fatto retromarcia, ma non è intenzionata rinunciare alla sua battaglia che proseguirà con un disegno di legge ad hoc. Come spiegato dal capogruppo in Commissione, Rossano Sasso, l'emendamento è stato ritirato, ma è "in corso una trattativa con gli alleati" ed è pronto un ddl che "avrà come perno centrale dell'azione la sburocratizzazione e la vicinanza a liberi professionisti e cittadini", che secondo i leghisti subirebbero i danni economici del potere esercitato dalle Soprintendenze.

Ma secondo la deputata 5S in Commissione cultura, Anna Laura Orrico, il nodo della questione è un altro, ovvero la carenza di personale. "Le Soprintendenze vanno a rilento non perché sono eccessivamente burocratiche o perché non vogliono rilasciare i permessi e aiutare lo sviluppo dei territori", dice a Fanpage.it. "È tutto il contrario. Vanno a rilento perché c'è un'enorme carenza di personale. Nel 2019 e poi nel 2020, prima della pandemia, il Ministero aveva varato una serie di concorsi pubblici per iniziare a colmare questa carenza, dovuta al "famoso blocco del turnover e delle assunzioni" dei governi Berlusconi", ricorda Orrico, che nel 2020 era sottosegretaria al Mic.

"La Lega sta sbagliando problema. Facessero concorsi, visto che ora ci sono loro a governare e rimpinguassero il personale negli uffici periferici, perché le Soprintendenze sono un presidio di legalità e di tutela della qualità della vita dei cittadini, incluso il diritto alla salute", sottolinea. "Salvini se la prende con il problema sbagliato millantando una soluzione che invece va a devastare i territori, a compromettere la qualità della vita dei cittadini e agevola tutte quelle speculazioni edilizie, immobiliariste, ad esempio nel campo dell'eolico e del fotovoltaico, dove ora si sta insinuando anche la criminalità organizzata", fa notare la parlamentare.

Secondo Orrico il disegno dietro l'emendamento prima e il ddl ora è chiaro. "Agevolare i privati, penalizzare i territori, non risolvere il problema". Ma dal Carroccio, il primo firmatario replica che la sua proposta andrebbe a tutela di imprese, comuni e cittadini "spesso per fare delle opere devono soggiacere a pareri a volte folli, rispetto alla realtà dei territori". È così? Le Soprintendenze hanno "potere di vita o di morte" come sostiene Bof? "Non credo che il collega abbia contezza del lavoro che fanno le Soprintendenze e di quello che dice il Codice dei Beni Culturali e del paesaggio. Se leviamo il parere vincolante, ad esempio nei centri storici, se io voglio mettere le imposte di lamiera o dipingere il mio palazzo di un colore che non è in armonia con il resto del centro, mi potrà essere consentito", controbatte Orrico. "Questo significa non tutelare più l'uniformità e l'armonia che esiste all'interno dei nostri paesaggi e beni culturali".

Nello specifico, l'intervento della Lega riguarda una parte del Codice e non includerebbe i beni culturali e monumentali, ma solo quelli paesaggistici. Tuttavia, per la pentastellata, la sostanza resta la stessa. "Il paesaggio ha la stessa rilevanza dei beni culturali. Tant'è che la nostra Costituzione, all'articolo 9, li cita entrambi. Tra l'altro – osserva ancora – i colleghi della Lega vogliono sburocratizzare rendendo il parere obbligatorio ma non vincolante e questo non vuol dire sburocratizzare perché comunque le soprintendenze sarebbero chiamate ad esprimere il loro parere".

Queste infatti, sarebbero comunque tenute a fornire il parere, indipendentemente se vincolante o consultivo. "Dovrebbero lavorare e i tempi sarebbero lunghi, per poi non tenere conto di tutto il lavoro che avranno fatto. Dove sta il buon senso e la logica in questa richiesta?", chiede. Insomma, c'è l'intenzione di strizzare l'occhio a qualcuno? "È evidente", risponde Orrico. "A certi interessi privati, speculativi che vogliono cementificare in maniera illogica tutto il territorio italiano, che vogliono appropriarsi e andare contro il consumo zero di suolo. Nel nostro paese abbiamo già tantissimi immobili in disuso, dismessi, abbandonati che potrebbero essere rigenerati e riutilizzati sia per finalità sociali, come edilizia pubblica residenziale, per dare il diritto all'abitare a tantissimi cittadini, ma anche economiche e culturali", aggiunge.

Ad ogni modo, per ora, il blitz della Lega è stato sventato e il conflitto nella maggioranza pare rientrato. Ma per Orrico è "evidente che questo sia l'ennesimo elemento di divergenza. Se hanno delle idee diverse su come si tutela il territorio nel nostro paese, su come si deve semplificare la vita degli imprenditori e di tutti quei soggetti pubblici e privati che propongono dei progetti che hanno un impatto sulla forma del nostro territorio, si devono mettere d'accordo. Perché su questioni come la tutela del paesaggio e dei beni culturali, noi siamo tra i paesi più avanzati al mondo, proprio perché abbiamo un patrimonio culturale molto diffuso e importante. Allora, perché dobbiamo rinunciare ad avere una legislazione così avanzata in questo campo per accontentare qualche speculatore di turno che magari non è neanche italiano, ma magari viene dall'estero? Dove sta – conclude – il nazionalismo di questa maggioranza che sbandiera sempre Dio, patria e famiglia?".

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