L'adagio è sempre quello: piazze piene, urne vuote e viceversa. Ma a vedere quella del Plebiscito, a Napoli, piena solo per metà, al comizio di Pier Luigi Bersani non si può non riflettere. Un dato tecnico: il palco del segretario Pd candidato premier per il centrosinistra era studiato nei minimi particolari per accorpare il più possibile la folla perimetrandola tra i gazebo. Ovviamente dietro i gazebo non si vedeva nulla, quindi era ovvio che la gente si concentrasse all'interno di quel "recinto". Un dato meteorologico: a Napoli in mattinata è piovuto e ci sono 10-11 gradi (che nella città del sole si fanno sentire). Un dato ‘di mobilità': oggi era difficile circolare coi mezzi pubblici nel capoluogo campano e proprio ieri il sindaco Luigi de Magistris ha disposto con una ordinanza sindacale l'estensione del blocco traffico al giovedì, una sortita che qualcuno ha considerato uno ‘sgambetto', un ostacolo all'arrivo in piazza per ascoltare il leader Pd. Quisquilie, direbbe Totò.
Fatto sta che la piazza era semivuota (o piena a metà). C'è un dato politico e non possiamo far finta di nulla. Nei giorni scorsi ‘voci di dentro' nel Partito democratico regionale riferivano con tono al tempo stesso ironico e preoccupato che "i bus sarebbero partiti da quasi tutta la Campania…da Scafati in su". Cosa significasse questa frase lo si è capito subito: sarebbe mancato l'apporto dei fedelissimi del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, contrariato – a dire di queste stesse ‘voci' – per non aver avuto un posto di rilievo in questa campagna elettorale. Non un attacco al segretario e probabilmente futuro presidente del Consiglio, piuttosto all'attuale assetto regionale del Pd. In mattinata Bersani era stato a Salerno e De Luca gli aveva fatto trovare una sala strapiena.